Gli Appennini si prendono la scena con 4 GPM
Giulianova – La Corsa Rosa prosegue il suo affascinante cammino nel cuore dell’Italia con l’ottava tappa, un vero e proprio test di resistenza e ambizione. I 197 chilometri che separano Giulianova da Castelraimondo non concederanno respiro ai corridori, con un dislivello complessivo di 3800 metri distribuito lungo un tracciato che alterna salite lunghe, muri ripidi e discese tecniche, in un susseguirsi di ostacoli che metteranno a dura prova tanto i pretendenti al successo di giornata quanto i protagonisti della classifica generale.

La partenza da Giulianova segnerà subito il tono della giornata, con un tratto iniziale in leggera ma costante salita che farà da selezione naturale già nei primi venti chilometri. Sarà questo uno dei momenti più delicati della tappa. La lotta per entrare nella fuga giusta sarà feroce, anche perché il profilo altimetrico lascia spazio a un colpo da lontano. Superato il primo settore abruzzese, il gruppo entrerà nelle Marche affrontando una serie di tratti mossi fino a raggiungere Roccafluvione, sede del primo traguardo volante. Pochi chilometri dopo inizierà il primo GPM di giornata, quello di Croce di Casale, 7,7 chilometri con una pendenza media del 4,6%, che toccherà anche il 10% in alcuni tratti, offrendo un primo vero banco di prova per valutare le condizioni degli uomini più in forma. Dopo lo scollinamento, il percorso si manterrà
mosso e impegnativo fino a Sarnano, dove sarà collocato il secondo traguardo volante. Da qui, il Giro d’Italia entrerà nel vivo con l’ascesa più dura della tappa, quella verso Sassotetto, 13,1 chilometri al 7,4% di media, con punte che arrivano fino al 14%, un GPM di prima categoria che farà inevitabilmente selezione, anche se in cima mancheranno ancora 93 chilometri al traguardo. Dalla cima del Sassotetto inizierà una lunga discesa, non priva di insidie, spezzata da tratti in contropendenza, che condurrà la carovana fino a Pontelatrave. Da lì la strada riprenderà a salire, dapprima con pendenze regolari e poi con maggiore decisione, fino al GPM di Montelago. 5,6 chilometri al 6,8% di media, con punte al 12%, perfetto trampolino per eventuali rilanci o attacchi da chi inseguirà o tenterà di anticipare i favoriti. La successiva discesa porterà i corridori fino a Borgo Lanciano, dove inizieranno gli ultimi, decisivi 24 chilometri. In questa fase, il tracciato si farà più nervoso, con due punti chiave destinati a decidere l’esito della corsa. Il primo è lo strappo verso Castel Santa Maria, breve ma deciso, dove sarà posizionato il Red Bull Km. Subito dopo, a meno di dieci chilometri dall’arrivo, il gruppo affronterà il Gagliole, un muro di 800 metri con pendenza media dell’11,9%, un autentico trampolino esplosivo per chi avrà ancora energie e vorrà staccare gli avversari. Dallo scollinamento si scenderà su un tratto molto tecnico, prima di risalire leggermente verso l’arrivo di Castelraimondo, posto al termine di un’ultima ascesa. Le caratteristiche della tappa sembrano perfette per un’azione da lontano. Saranno molti, infatti, i corridori che proveranno a entrare nella fuga buona. L’occasione è ghiotta per quegli atleti che hanno fatto della resistenza e della capacità di attaccare i propri punti di forza. Filippo Zana potrebbe essere uno dei protagonisti più attesi, soprattutto se riuscirà a trovare spazio in una fuga a più punte. Non sarà però l’unico nella squadra australiana a potersi giocare le proprie carte: Luke Plapp, Koen Bouwman e Paul Double hanno mostrato attitudine offensiva in queste prime giornate e potrebbero tornare protagonisti anche qui. Sarà una tappa importante anche per tanti italiani in cerca di gloria. Andrea Vendrame, Edoardo Zambanini, Francesco Busatto, Stefano Oldani, Filippo Fiorelli e Gianmarco Garofoli sono tutti nomi da tenere in considerazione. Difficile immaginare in lotta per il successo corridori come Mads Pedersen, Orluis Aular o Corbin Strong, più adatti a percorsi meno impegnativi. Diverso il discorso per Wout Van Aert. Se il belga della Visma avrà ritrovato la gamba dopo i problemi fisici delle ultime settimane, una tappa così potrebbe esaltarne le qualità.
Restano in sospeso, infine, i nomi dei grandi della generale. Tom Pidcock e Mathias Vacek, entrambi dotati di doti da attaccanti esplosivi, si trovano ancora troppo vicini ai primi in classifica per essere lasciati andare. Ma se il gruppo dovesse annullare la fuga e aprirsi lo scenario di una battaglia tra big, allora potremmo vedere all’opera nomi del calibro di Juan Ayuso, Isaac Del Toro, Primoz Roglic, Giulio Pellizzari, Giulio Ciccone, Egan Bernal e Richard Carapaz.



