Del Toro guadagna su Carapaz in una giornata a due facce
Champoluc – Una tappa ambiziosa sulla carta, disegnata per scuotere la classifica e infiammare la corsa, si è invece rivelata una giornata dai due volti. Da un lato l’epopea solitaria di Nicolas Prodhomme, vincitore in fuga con un’azione di forza e resistenza, dall’altro la calma piatta tra i big, rotta solo da un paio di scosse provocate da Richard Carapaz, subito contenute dalla solida maglia rosa Isaac Del Toro, che si permette anche il lusso di guadagnare qualche secondo in più. La 19a tappa del Giro d’Italia, da Biella a Champoluc, offriva quasi cinquemila metri di dislivello distribuiti su cinque Gran Premi della Montagna, tre dei quali di prima categoria. Una sequenza di salite classiche e dure con Croce Serra, Col Tzecore, Col Saint-Pantaléon, Col de Joux e infine Antagnod, che avrebbe dovuto rappresentare un crocevia decisivo nella corsa alla maglia rosa. Invece, è stato il caldo torrido delle Alpi e il timore reverenziale per la tappa di domani, con il Colle delle Finestre e l’arrivo a Sestrière, a congelare ogni velleità tra i leader della generale.

A movimentare la giornata è stata la fuga, costruita fin dai primi chilometri con grande determinazione. All’interno un gruppo eterogeneo e folto, composto sia da uomini in cerca di gloria che da vecchi habitué della montagna. La selezione è avvenuta gradualmente, salita dopo salita, fino a ridursi a una manciata di nomi resistenti. Tra questi si sono messi in luce Antonio Tiberi, combattivo e generoso, e Carlos Verona, intelligente nel dosare le forze, ma entrambi si sono dovuti inchinare alla gamba superiore e alla condotta impeccabile di Prodhomme. Il francese, già vincitore quest’anno al Tour of the Alps, ha dato prova di maturità e resistenza. Ha resistito agli attacchi in salita, ha gestito bene i momenti di difficoltà e, nella parte finale, ha saputo approfittare delle incertezze dei suoi compagni di fuga. Quando la corsa è entrata nel vivo, è stato l’unico a trovare continuità e lucidità, staccando gli avversari uno a uno per presentarsi da solo sul traguardo di Champoluc, accolto da un pubblico festante in uno scenario da cartolina. Alle sue spalle, nel gruppo dei migliori, tutto è rimasto relativamente calmo fino all’ultima salita. La UAE Team Emirates-XRG ha tenuto il controllo per tutta la giornata, impostando un ritmo regolare ma mai davvero selettivo. Un ritmo che ha fatto evaporare le velleità di molti, da Simon Yates a Egan Bernal, passando per Derek Gee e Damiano Caruso, quasi tutti sono rimasti a ruota, immobili, come se la tappa fosse solo un lungo trasferimento verso il giorno della verità. Solo Richard Carapaz ha provato ad accendere la miccia. Lo ha fatto per ben due volte, la prima in maniera troppo anticipata per essere davvero incisiva, la seconda sull’ultima salita verso Antagnod, con maggiore determinazione. Ma in entrambe le occasioni è stato Isaac Del Toro a rispondere con freddezza. Sempre a ruota, mai in affanno, il messicano ha controllato il rivale diretto e, nel finale, lo ha anche superato nella volata del gruppetto inseguitore, prendendo due secondi di abbuono che vanno ad aggiungersi a un vantaggio già solido. Un dettaglio apparentemente secondario, ma significativo. Perché racconta molto dello stato di forma del leader della corsa sempre lucido, sicuro ed in pieno controllo della situazione. Se Carapaz è sembrato l’unico con un pizzico di aggressività nelle gambe, la risposta della maglia rosa è stata perentoria, lasciando intendere che servirà ben altro per metterlo in difficoltà domani. Piccolo episodio a margine, ma rivelatore del nervosismo diffuso, è stata la scivolata di Giulio Pellizzari nell’ultima curva prima dell’arrivo. Nulla di grave, ma una scena simbolica di una giornata in cui anche i più brillanti sono sembrati in difficoltà, chi mentalmente, chi fisicamente.



