Riceviamo dal Prof. Carmelo Aliberti e pubblichiamo integralmente, il poemetto di sua produzione dal titolo “Tra il Bene e il Male”, Testamento di Salvezza nel Male di Vivere. In chiusura una Nota Critica del Giornalista Nino Motta e la Biografia dello stesso autore.

BUONA LETTURA!
PREFAZIONE di Cristina Saja
Giornalista professionista
“Tra il bene e il male”: per raccontare le brutture del mondo, conservando storia, memoria e amore.
Una preghiera, un saluto accorato, un dono di inestimabile valore per chi, privilegiato, discende da un poeta.
“Tra il bene e il male”, ultimo poemetto ancora inedito di Carmelo Aliberti, è Agàpe per il mondo intero.
Con estrema semplicità sintattica il poeta e critico di Bafia riesce ad emozionare chiunque si accosti alla lettura dell’ultimo dei suoi scritti che, sin dagli albori della sua carriera, sono sempre stati una fonte da cui attingere storie antiche, memoria e morale riuscendo a scorgere e trovarsi tra le mani la forza per tornare a galla in quel mondo così ostile che oggi ci appare più che mai liquido.
La trasmissione della generazione avviene nei primi versi del poemetto, in cui Aliberti si mostra ‘nudo’ davanti alle uniche creature al mondo che gli infondono gioia e speranza: i suoi dolcissimi nipotini.
Così, in un’epoca in cui, ai genitori è impossibile sempre più lasciare lasciti materiali per via delle brutture del mondo, i nonni riescono a dare ancora un’altra lezione di vita che si traspone nell’essenzialità della continuazione delle generazioni future.
Se nulla di materiale si può donare, possiamo noi donarci ai pargoli attraverso il nostro sapere, la nostra esperienza e la nostra conoscenza.
Quello di Aliberti è l’ennesimo esempio di come un poeta prima, un maestro dopo ha una soluzione che discende direttamente dai suoi sentimenti e dalla sua sensibilità, la dote più elegante di cui si può vestire l’intelligenza. La più autentica eredità consiste, quindi, nel modo in cui abbiamo fatto tesoro delle testimonianze che abbiamo potuto riconoscere dai nostri avi.
Da questo punto di vista ogni figlio deve interiorizzare che il destino di erede è quello di essere anche orfano – come l’etimologia greca, mostra: erede viene dal latino heres che ha la stessa radice di cheros, che significa deserto, spoglio, mancante e che rinvia a sua volta al termine orphanos.
Così l’orfano, come il nipote senza il nonno, quando lo sarà, diverrà il giusto erede, colui che non si limita a ricevere ciò che gli avi gli hanno lasciato.
Piuttosto, deve compiere, come direbbe Freud, attraverso Goethe, un movimento di riconquista della sua stessa eredità: “ciò che hai ereditato dai padri riconquistalo se lo vuoi possedere”.
In questo senso l’eredità autentica implica un movimento attivo del soggetto più che una acquisizione passiva.
Qui il poemetto diventa un pretesto, un libretto d’istruzioni, una buona base di certezza e sapienza da poter mettere in atto.
Quindi cosa si eredita se non si eredita un Regno, se non si è figli di Re?
La trasmissione del desiderio da una generazione all’altra, nient’altro che il modo con il quale i nostri padri hanno saputo vivere su questa terra, provando a dare un senso alla loro esistenza; il modo con il quale i nostri padri hanno dato testimonianza del loro desiderio, ovvero che si può vivere con slancio, con soddisfazione, dando senso alla nostra presenza nel mondo.
Nella seconda parte del poemetto, l’autore cambia gli stakeholder e si rivolge ai lettori come al mondo intero, all’individuo come a Roma e al Divino Cieco per parlare della Provvidenza e instillare nel cuore di ciascuno che è in balia di fiabe e brutture, il senso fermo del “credere”. Religione oppure no, la credenza e la mistificazione sono parti di noi stessi che non vanno eluse mai, né soffocate dal fluire inquieto dei giorni e mischiate a quegli occhi ‘nuovi’ che vedranno meraviglie, nel territorio in cui si trovano.
Ecco allora affiorare il territorio: la rocca Salvatesta, il torrente del Patrì e moltissime altre sfaccettature.
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E come cancellare con un colpo di spugna Turi Coddulongu, sbandato di guerra, con il boato delle armi dentro il cuore, gli occhi accecati dalle bombe, la mente incapace di capire che era un cimitero di stragi e di dolore il mondo intorno a cui ruotava appeso nel vuoto ad un aereo nemico con la corda d’acciaio attorno al collo.
Turi tra urla infuocate di tormento, turbinava con girandole del corpo in sintonia con il boato dei motori sferzati da turbine rapinose.
L’incipit della dedica a “Turi Coddulongu” con cui si chiude il poemetto giova, poi, a trovare la chiave della ‘traduzione’ di quel gesto. Scrivere il poemetto è stata un’esigenza per cantare gesta, storia, uomini di valore e lasciarle impresse nella “memoria”.
Che sia di un bambino o una bambina, di un improbabile lettore o dei discendenti di Turi, il poemetto non è che un’esortazione al coraggio attraverso l’amore.
TRA IL BENE E IL MALE – POEMETTO
TESTAMENTO DI SALVEZZA NEL MALE DI VIVERE
DI CARMELO ALIBERTI
Miei dolcissimi Bambini, oggi è il nonno che vi scrive con parole inzuppate d’amore curative, mentre il seme della catastrofe gira l’angolo abbracciato alla bora ed io avvelenato vi sorrido per distrarvi dallo sguardo di sequenze di immagini spettrali che straziano il cuore e sconvolgono la mente popolare, lasciandoci sgomenti e vorticanti sulla cima dell’imbuto in vertiginosi capogiri di paure ingolfate in desertici pensieri, che inchiodano al dubbio doloroso se scendere, salire o rimanere sull’orlo dell’ombra delle scale che io mi sforzo a trattenere per impedirvi di vedere in fondo perché la ferita che potrebbe insanguinare le pupille accese e trasparenti
TRA IL BENE E IL MALE POEMETTO di CARMELO ALIBERTI Traduzione in francese del
Prof. JEAN IGOR GHIDINA
BLAISE PASCAL UNIVERSITY (FRANCIA)
Mes très suaves Petits
Aujourd’hui c’est le grand-père qui vous écrit Et avec cette page ruisselant d’amour, alors que la graine de la catastrophe s’insinue accompagnée de la bora et moi empoisonné je vous souris pour vous distraire de la vision des séquences d’images spectrales que les journaux télévisés et la presse nous administrent comme des soins qui en fait chamboulent l’esprit et le cœur du peuple candide nous laissant hagards et titubants en haut des escaliers en proie à de vertigineuses peurs enchassées parmi des pensées désertiques qui te rivent au doute douloureux
in cui beata naviga la luna, che ha ridato forza alla mia agonia. Prima della scalata alle alte cime rischiarate dal cielo cristallino, vorrei ancora sostare accanto a voi per donarvi lunghi attimi di gioia, raccontandovi fiabe a lieto fine e rivelarvi che il mostro segreto in agguato dietro il sipario del cuore, del sangue e nei pensieri, è stato abbattuto dagli strali mortali
del minuscolo David, eroe degli eroi sul pianeta e di altre pargole vite, come voi che con giochi simulati al nascondino o con altre geniali invenzioni riuscite a stimolare ancora giorni di festa tra di noi.
Mentre trascorriamo ore liete accucciati, abbagliati dal nitore delle vostre acrobazie intelligenti, io imparo dalle capriole della vostra mente e mi illumino di gioia, mentre scrivete su pagine da voi decorate a Babbo Natale e confessate di essere stati buoni in famiglia
de monter, descendre ou rester au bord des ombres de l’escalier que je m’efforce de retenir pour vous empêcher de les voir au fond parce que la blessure pourrait ensanglanter au plus profond votre corps et votre âme à nous tous, à vous qui avez redonné force à ma fin.
Avant l’ascension vers les hautes cimes
éclairées par le ciel cristallin, je voudrais encore m’arrêter à côté de vous pour vous offrir de longs instants de joie, vous racontant des contes finissant bien et vous révéler que le monstre aux aguets dans le cœur, dans le sang et dans les pensées a été terrassé par les dards mortels du petit David, héros minuscule des héros de cette planète et d’autres vies menues, comme vous qui grâce à des jeux proches du cache-cache et à l’entrain d’autres inventions mobiles réussissez à susciter encore des jours de fête parmi nous.
e bravi a scuola e meritate i doni natalizi sotto l’albero o accanto alla capanna del Bambino tremante sulla paglia per il gelo. Spesso volete sentire la storia di Babbo Natale e del Bambino ed io non so come spiegarvi con chiarezza che Giuseppe è il padre putativo del Bimbo che sorride sulla paglia. Per voi Dio è parola incomprensibile ed io forse potrò essere più chiaro quando torneremo ad essere vicini nella città dell’armonia eterna, nella dimora dell’eterno Padre, sempre in attesa sulla soglia con un concerto di Angeli che sventolano trecce di ulivo come uccelli timidi nel caldo nido, e parlerete con il Pargolo Divino tremante di freddo sulla paglia che riscalderete con il caldo fiato di balbettanti domande affettuose, e nel dialogo farete sentire al mondo il sentimento di essere fratelli.
Tandis que nous passons de joyeux moments blottis et attentifs à l’éclat d’acrobaties intelligentes j’apprends des cabrioles de votre esprit lumineux et je rayonne de joie, quand vous demandez d’écrire vos désirs de cadeaux de Noël au père Noël sous le sapin ou à côté de l’étable de l’Enfant grelottant de froidure sur la paille.
Souvent vous voulez écouter l’histoire du père Noël et de l’enfant et je ne sais pas comment vous expliquer avec clarté que Joseph est le père putatif de l’enfant qui rit sur la paille.
Pour vous Dieu est un mot incompréhensible et peut-être pourrai-je être plus clair quand nous serons à nouveau proches dans la cité de l’harmonie éternelle dans la demeure dorée du Père suprême, toujours en attente sur le seuil accompagné d’un concert d’Anges
Beato sarà quel giorno assai lontano, sarà il primo della Gioia vera quando potremo cancellare le stimmate che ci hanno angosciato nel fango insanguinato della terra.
2)
Ci hanno estirpato dalle labbra spente le vibrazioni delle magiche esultanze mentre accucciati sul pavimento della vostra stanza di zaffiro sorridenti discutevate sui segreti dialoghi di Masha e Orso e sui loro sentimenti umani più dei bruti, nel dolce suono della vostra cetra che calda di affetti familiari di lupi affamati,
corrono in soccorso di chi invoca aiuto senza il gelido egoismo della sterpaglia umana. Un boato di fuoco esplode sulle nostre labbra assiderate e il ciclone d’agosto ci ridesta alla vita inchiodati stupefatti e pronti ad accarezzarvi gli occhi sorridenti.
qui arborent des couronnes d’olivier comme des frères dans son nid chaud, et vous parlerez avec un Enfant grelottant sur la paille que vous réchaufferez du souffle de questions affectueuses et dans le dialogue vous nous ferez éprouver le sentiment d’être frères.
Heureux sera ce jour très lointain, il sera le premier de la Joie véritable quand nous pourrons effacer les stigmates qui nous ont angoissés dans la fange ensanglantée de la terre.
2)
Ils nous ont extirpé des lèvres éteintes alors que nous étions assis sur le sol souriants nous livrant aux dialogues secrets de Mascia et Orso, vos véritables frères, et que de magiques jubilations vibrent dans le doux son de votre voix qui répète des leçons de liens familiaux à ses écoliers plongés dans les rêves d’amour et de secours mutuel
3)
Il mio giorno che incomincia ad annottare mi trattiene ancora sul ciglio del tramonto per portarmi dentro la notte buia l’incanto dei vostri cinguettii. Se la luce del giorno occhieggerà ancora dietro i rami velati dei cipressi sarà il migliore regalo ai nostri anni che vedono solo scorrere la vita nei laghi limpidi delle vostre ciglia balbettanti di luce e di speranza. Continuate a giocare sul tappeto con la collezione di bambole di Nives, proseguite nel gioco con le ruspe, la vaporiera del trenino, fate le gare con le macchinine telecomandate, volate sullo scivolo sicuro in terrazza, intrecciate il gioco a nascondino che non vi stanca mai, e tu Gabriel quando ti annoi, salta veloce sul trenino, riempi il cofano di dolci merendine e con Nives sul sedile posteriore, correte sui verdi prati del cielo, dove capretti e agnellini appena nati gioiscono alla vita con soavi gorgheggi del belato.
plus spontané que l’égoïsme glacial de l’espèce humaine.
Une secousse de feu explose sur nos lèvres transies
et le cyclone d’août nous ramène à la vie cloués stupéfaits et prêts à caresser vos yeux souriants.
3)
Mon jour qui vire à la nuit me retient encore à la frange du crépuscule pour m’amener dans la nuit sombre le charme éternel de vos gazouillis.
Si la lumière du jour lorgnera encore derrière la ramure voilée du cyprès ce sera le plus beau cadeau à vos années qui ne voient que s’écouler la vie dans les lacs limpides de vos cils frémissant de lumière et d’espérance.
Vous fêterez encore avec papa et maman vos anniversaires, et nous serons joyeux à vos côtés
Sazi di bellezza e di profumi continuate a sfogliare gli amati libricini per continuare a vivere il sogno già vissuto, seduti per terra ad ascoltare.
Alla fine, Gabriel, corri ad aiutare la nonna con la scopa e con lo straccio in mano, per pulire ogni briciola di pane che tu, con occhi infallibili, catturi. Poi, aiutatela a preparare i biscotti e la torta della nonna, da offrire a papà e mamma, quando rincasano stanchi dal lavoro portandovi sempre un regalino. Poi, Gaby, prendi il nonno con la mano e guidalo al tavolo a pranzare, come fai ogni giorno, staccandomi dal computer, dove trascorro intere giornate a lavorare, e mi indichi il posto riservato, il piatto e la forchetta e solo pago, ti vai a sedere al posto a te riservato. E tu Nives, angelica bambina, continua a leggere le fiabe al fratellino, insegnagli i numeri e le lettere dell’alfabeto e non cessare di leggere ogni giorno il tuo libro di scuola e degli eroi della tua biblioteca e, per tutto
pendant que vous soufflez sur vos bougies les années qui s’écoulent et se dispersent avec la flamme qui cherche dans l’air vos songes.
Nous baignerons déjà dans la lumière de l’étoile polaire, après le départ de la planète peuplée non plus par des hommes mais par des brutes, qui nous ont arraché des yeux et de la gorge la graine du sourire, qui doucement vous accueillait avec le mot Joie quand vous sortiez rouges d’allégresse en vous serrant la main, et couriez ensemble dans mes bras ouverts tandis que je murmurais des babils d’amour pour vous le cœur avide de tendresse: et nous revenions vite chez maman qui était en attente anxieuse sur le seuil pour vous étreindre dans la chaleur de ses bras qui rayonnaient d’éternel printemps même les jours maussades de l’hiver.
Ils nous ont ôté la joie de mourir dans la douceur de vos regards adoucis par nos caresses.
ciò che non sai, chiedi risposte ai tuoi genitori, sempre sempre.
perché sono loro che vi hanno cresciuti i veri sinceri amici che vi insegneranno a distinguere Il Vero Bene dal Male di fuoco della vita.
Festeggerete ancora insieme i compleanni, e noi lieti vi saremo accanto mentre soffiate sulle candeline gli anni che scorrono e si dissolvono nel cielo con il volteggiare nell’aria degli aquiloni che impazziscono contro il tetto della stanza per innalzare i vostri sogni al sole. Noi saremo già illuminati dentro la stella polare, dopo la partenza dal pianeta governato da arpie umane che ci hanno strappato come bruti dagli occhi e dalla gola il germe del sorriso, che dolcemente vi accoglieva con la parola Gioia quando uscivate dalla scuola rossi di allegria stringendovi la mano, e correvate insieme tra le mie aperte braccia mentre io sussurravo bisbigli d’amore per voi con il cuore avido di tenerezza:
Ils nous ont relégués comme des brutes dans le ghetto des rebuts humains en pâture aux vautours et aux hyènes avec la solution finale des tyrans.
Ils nous ont réduit à une lumière éteinte le visage épuisé dans les excréments des chiens des puissants qui tapissent les rues de cadavres grignotés lentement par des vers puants.
Les pharisiens et les publicains profanent
encore les murs du Temple avec des tapis en or et dans l’agora on vend des mensonges édulcorés pour continuer à torturer par des vexations de violents blasphèmes et des représailles dans l’arrière-boutique du sanctuaire la pensée libre de ceux qui veulent vivre en compagnie du Dieu suave dans le cœur et la main.
Dans le temple de Demeter ils simulent le péan autour du sarcophage du cher ami tué et souillent l’agapé divin de leur langue niaise et peccamineuse.
e tornavamo in fretta dalla mamma che era in attesa ansiosa sulla soglia per trattenervi nelle calde braccia che illuminavano di eterna primavera anche i plumbei giorni dell’inverno.
II PARTE
Ci hanno tolto la gioia di morire tra la dolcezza dei vostri sguardi imperlati dalle nostre carezze. Ci hanno relegati come bruti nel ghetto dei relitti umani in pasto agli avvoltoi e alle iene con la soluzione finale dei tiranni. Ci hanno ridotto a un lume spento con il viso stremato negli escrementi dei cani dei potenti che tappezzano le vie di cadaveri truciolati lentamente da vermi puzzolenti. I farisei e i pubblicani profanano ancora le porte del Tempio con tappeti intarsiati di colori e nell’agorà vendono bugie edulcorate per proseguire a torturare con soprusi, violente bestemmie e rappresaglie nel retrobottega del sacrario
Désormais la fièvre maniacale du pouvoir a entraîné le monstre humain dans l’antre fétide du Mal le plus profond avec une charge d’engins destructeurs, cachés dans le sac à pain: dans les musées glorieux on ne pleure que les héros morts à cause des drones
de la guerre invisible qui a dévasté la beauté des murs violés du cœur sanglant dans la poitrine: les restaurants sont enfumés et saturés de poisons, de ventres avide de sexe.
Les métros sont fermés aux vagabonds et aux putains qui vendent leur chair pour quelques pièces en or de bouffe.
Les stades, les sinagogues et les paroisses, où le vieux prêtre fut égorgé par le couteau impitoyable de l’apostat, alors qu’enfermé dans le silence des péchés il tendait aux croyants et aux mécréants le ciboire doré et adoré, et chaque lèvre baignait dans le sang qui coulait des marches sacrées de l’autel comme le sang très pur du Juste
il libero pensiero di chi vuole vivere con il soave Dio nel cuore e nella mano. Nel tempio di Demetra fingono il peana attorno al sarcofago del caro amico ucciso e insozzano l’Agàpe divina con l’insulsa lingua di peccato.
2)
Ora la maniacale febbre del potere ha trascinato il mostro umano nel girone fetido del Male più profondo con carica di ordigni distruttivi, nascosti nello zaino del pane: nei gloriosi musei piangono solo gli eroi morti con i droni della guerra invisibile che ha devastato la bellezza delle mura violentate del cuore crivellato dentro il petto: i ristoranti sono fumosi e affollati di veleni, di ventri avidi di Venere. Le metropolitane sono chiuse ai vagabondi e alle puttane che vendono la carne per tre monete d’oro di mangime. I campi sportivi, le sinagoghe e le pievi dove il vecchio prete venne sgozzato dall’impietoso coltello dell’apostata,
tombé dans le temple aux pieds des marchands aveuglés par un autre paradis peuplé de plaisirs, de nymphes avides et de saintes polyandres et de vierges dévouées au nectar satanique d’Eros empoisonné par des mains occultes.
Mais les pourceaux de Circé tels des ivrognes ne connaissent pas la douceur sélénique du sein soyeux de la mère et les pleurs de l’enfant qui suce le néant au téton de misérables, écrasées par la faim par le pied impie sur le visage
de ceux qui ignorent pourquoi vivre ou mourir,
et détruisent l’azur de la Création, don cathartique d’un dieu inconnu parfumé dans l’âme déserte où fleurit la racine du soleil et le sommet plissé de la lumière d’or
qui oscille sans répit entre la béance invisible du mal et la mer pétillante de l’or de chaque bien devant le libre arbitre violé.
mentre chiuso nel silenzio dei peccati protendeva ai credenti e miscredenti l’adorata pisside dorata, e ogni labbro affondava nel sangue che scorreva dai sacri gradini dell’altare come il sangue purissimo del Giusto caduto nel Tempio ai piedi dei mercanti abbagliati da un altro paradiso affollato di piaceri, di ninfe avide e di sante
poligame e vergini devote al nettare satanico di Eros avvelenato da occulte mani. Ma i porci di Circe come ubriachi non conoscono la selenica dolcezza del morbido seno della madre e il pianto del bambino che succhia il nulla al capezzolo di misere, schiacciate dalla fame dall’empio piede sopra il volto di chi ignora perché vivere o morire, e distrugge l’azzurro del Creato, dono catartico di un dio sconosciuto profumato nell’anima deserta dove fiorisce la radice del sole e la vetta zigrinata del chiarore azzurro che oscilla senza quiete,
Oh ! Notre Cher Dieu d’Abraham immémorial qui observes d’une embrasure de l’inconnu nos pas incertains, vacillant vers l’obscurité de la vallée égarée dans le bocage hérissé d’épines empoisonnées, Dieu de la vie, de l’eau et du feu adoré au cours des siècles par nos aïeux, héros premier de toute foi prêt à foudroyer la graine amère, pour nous agneaux violentés désireux de ton pardon sur les lèvres, je t’en supllie, les yeux foudroyés ne reste pas indifférent aux massacres sauvages consommés entre frères sur l’avant-scène de Ta Beauté.
Dieu paternel miséricordieux et juste, DIEU UNIQUE de nous tous, misérables mortels aveugles, mais riches de foi et égarés dans le désert rouge de notre cimetière inhumés par le mal, ton ennemi. Toi, DIEU-Soldat PACIFISTE qui consoles les femmes pieuses outragées
portant leurs créatures en elles et tes enfants soldats torturés par les guerres avec Caïn.
tra lo squarcio invisibile del male e il mare frizzante dell’oro di ogni bene, dinnanzi al libero arbitrio sgozzato.
3)
Oh! Nostro Caro Vecchio Dio di Abramo che osservi da un pertugio dell’ignoto i nostri passi incerti, vacillanti nel buio della valle sperduta dentro la siepe fiorente di spine avvelenate, Dio della vita, dell’acqua e del fuoco adorato per secoli dagli avi, eroe primiero di ogni fede pronto a folgorare il seme amaro, per noi agnelli violentati con l’ansia del tuo perdono sulle labbra, ti supplico, con le ciglia folgorate, non rimanere indifferente alle stragi selvagge consumate tra fratelli sul proscenio della Tua bellezza. Dio paterno misericordioso e giusto, DIO UNICO di tutti noi, miseri mortali ciechi, ma ricchi di fede e sperduti nel rosso deserto del nostro cimitero inumati dal male, tuo nemico. Tu, DIO-Soldato PACIFISTA
Toi, Père Saint de nos pensées, créature Suprême de paradis et d’amour pour les douces brebis de différente couleur Toi, qui as créé le Bien et le Mal qui ne t’appartient pas mais est le corollaire d’Eliot, papier de tournesol de ta splendeur qui as accueilli dans tes bras grands-ouverts des larmes et hurlements de haine et de guerres, fraternels dans l’histoire, et tu préserves encore avce dévotion le monde dégoulinant de fiel qui dans sa barbarie sévit contre le vieux prêtre et le rameau d’olivier serré dans sa main, alors qu’il s’apprêtait au grand envol, accroché au Crucifix qui pleurait secrètement son berger plongé dans son ascétique prière, uni à toi, invoquant le pardon,
tandis que maintenant nous assistons au massacre
dans les familles, où les Enfants-Judas égorgent leurs pères accrochés au crucifix, pour implorer le pardon, comme Toi, Esprit Saint et Dieu, sur le Golgotha cloué et sanglant les fers de feu dans les veines,
che consoli le pie donne oltraggiate con creature in grembo
e i figli tuoi soldati torturati dalle guerre con Caino.
Tu, Padre Santo dei nostri pensieri, Suprema creatura di felicità e Amore per le mansuete pecore di diverso colore. Tu, che hai creato il Bene e il Male che non ti appartiene ma è il correlativo oggettivo eliotiano, cartina di tornasole del tuo splendore che hai accolto tra le braccia spalancate lacrime e urla e guerre fratricide nella storia, e custodisci ancora devotamente il mondo gocciolante di fiele che barbaramente si accanì sul vecchio prete con la bianca colomba svolazzante sul capo e il ramoscello d’ulivo stretto in mano, mentre si sentiva vicino al grande volo, aggrappato al Crocifisso che piangeva segretamente il suo pastore immerso nell’ascetica preghiera, congiunto a te, invocato a perdonare, ora che assistiamo al massacro nelle famiglie, dove i figli-Giuda sgozzano i padri aggrappati al crocifisso, comme le Pélican par amour donna son cœur à manger à ses petits déplumés affamés sur le point de mourir,
Toi, Toi aussi, frère Christ transpercé dans la gorge, le sang coagulé par des glaives criminels dans tes plaies, Toi, plongé dans la prière consubstantielle pour tes enfants aussi, engloutis
par les paradis artificiels qui embrasent même ton précieux don du libre arbitre per se sauver de l’incendie du mal et éloigner les vendeurs de mort des rues, des entrées des écoles, des casernes dévoyées par l’horreur, des discothèques nocturnes clandestines des coiffeuses poudrées, des églises, souillées par des hontes maléfiques, où l’on troque l’hostie sacrée avec le Mal, la poudre et le nectar gradué qui calcinent le cerveau humain et rendent aveugle, incapable de comprendre
le geste criminel de la main, prête à frapper partout tous azimuts la cible de corps humain et du Bon Dieu per implorare perdono, come Tu, Spirito Santo e Dio, sul Golgota inchiodato e insanguinato con vulcanici ferri nelle vene, come il Pellicano per amore donò il suo cuore da mangiare ai suoi implumi pargoli affamati sul punto di morire,
Tu, anche Tu, fratello Cristo trafitto nella gola con il sangue raggrumato da spade criminali nelle piaghe,
Tu, immerso nella consustanziale preghiera
anche per i figli, inghiottiti da universi incandescenti che incendiano anche il tuo prezioso dono
di libertà totale per salvarsi dal rogo del male, e allontanare i venditori di morte dalle strade, dai portoni delle scuole, da caserme deviate dall’ orrore, dalle discoteche notturne carbonare, dalle parrucchiere incipriate, da chiese, insozzate di orrorose blasfemie, dove si scambia la sacra ostia con il Male, la polverina e il nettare graduato che inceneriscono il cervello umano
comme le firent les Juifs: et Jésus pria son Père avec de douces paroles: “Père, pardonne leur, parce ce qu’ils ne savent pas
l’horrible action qu’ils font”, sans peur d’être punis, car aspirés dans la spirale du pouvoir qui protège des personnes-monstres à l’aspect doré dans le gouffre infernal de la dépendance, qui ont immolé de tendres créatures avec d’horribles tortures et des crachats, récompensant les blasphémateurs rapaces avides dans leur ventre, de sexe et de Bacchus.
Dieu des vaincus, des voleurs et des assassins alors que des foules humaines fuient apeurées par les terroristes de toutes les couleurs, dis-nous nos fautes, quelle est notre destination et qui allaitera l’enfant dormant dans le berceau.
Si nous sommes restés seuls à combattre battus par des milices d’une culture frelatée
en faveur de ce que nous croyions être le véritable Bien, face à des hécatombes de mères et de nourrissons torturés et violés avec une violence brutale,
e rendono ciechi, incapaci di capire il gesto criminale della mano, pronta a colpire dovunque all’impazzata il bersaglio del corpo umano e del Buon Dio come fecero i giudei: e GESU’ pregò il Padre con morbide parole: “Padre perdona loro, perché non sanno l’orrenda azione che stanno compiendo”, senza paura di essere puniti, perché avvolti nella spirale del potere che protegge mostri luccicanti di cromo nella bolgia rovente della dipendenza, che hanno immolato mansuete creature con orribili torture e con gli sputi che premia i blasfemi rapaci, avidi nel ventre, di sesso e di Bacco.
4)
Dio dei vinti, dei ladroni e degli assassini ora che torme umane fuggono impaurite da stragisti di ogni colore, dicci le nostre colpe, quale la nostra meta e chi allatterà il bambino piangente nella fredda culla?
Se siamo stati soli a combattere sconfitti da milizie di una cultura adulterata
qui pousse les sauvages de toute la terre vers des incursions et des massacres dans les écoles, dans les restaurants bondés, dans les sinagogues dans les centres commerciaux pleins de pauvres gens ensanglantés par la haine oublieux de ta leçon d’amour
et de pardon pour celui qui pour trente pièces a trahi et a vendu son Maître
et continue à profaner le Temple des marchands bourré d’hallucinations incontrôlées dans le corps, dans l’âme et dans le sang, errants criblés de déviances grandis dans le doux enfer de la rue, mère de vices, de haines et des paradis illusoires désormais affamés de tout fébrilement envahissent avec leurs ombres les cercles angéliques du Ciel
et aspirant aux tendres caresses de leur mère facilement restées prises au piège par les horreurs des guerres déferlantes, par les nouveaux barbares et par des fantoches de califes
bien recrutés sur internet ou par des passeurs parmi des jeunes à l’esprit déboussolé
per quello che credevamo il vero Bene con ecatombe di madri e di lattanti torturate e stuprate con violenza bruta, che spinge i selvaggi di tutta la terra a scorribande e eccidi nelle scuole, nei ristoranti affollati, nelle sinagoghe nei centri commerciali di povera gente
insanguinati dall’odio
immemori della tua lezione d’amore e di perdono per chi per trenta denari ha tradito e venduto il suo Maestro e continuano a dissacrare il Tempio Sacro imbottito di allucinazioni incontrollate nel corpo, nell’anima e nel sangue,
randagi crivellati da storture cresciuti nel dolce inferno della strada, madre di vizi, di odi e di illividiti abbagli ora affamati di tutto, febbrilmente
invadono con le loro ombre
i cerchi angelici del Cielo
e cercano le morbide carezze della madre facilmente rimaste intrappolate dagli orrori delle guerre dilaganti, dai nuovi barbari e da fantocci di califfi ben reclutati su Internet o da scafisti tra giovani stravolti nella psyche
à cause des séductions de l’Eden doré ou des vicissitudes traumatisantes où leur Dieu les attendait pour se rassasier de sexe et de délices enchanteurs où l’on respire des montagnes de déchets et l’on assouvit tous les plaisirs corporels, gérés par des intreprises blindées qui remportent les marchés juteux sans appel d’offre dans leur royaume tapissé de putains et sans aucune obligation d’ordre légal ou de réglements de sécurité sanitaire et d’inspections sur le béton, sur le fer et sur les briques dans le jour infini de liberté totale, les nouveaux envahisseurs ont calciné
l’esprit, l’âme le cœur, poussés à dénaturer la raison avec d’implacables venins inconnus pour pulvériser tout ordre terrestre, brûler sur le bûcher la résistance des valeurs et effacer toute trace de notre cvilisation vouée par eux à s’émietter dans le feu d’une moderne Apocalypse pour semer sur ses ruines
con le lusinghe dell’Eden dorato o da vicende traumatiche vissute
dove il loro Dio li attendeva per saziarli di sesso e deliziosi incanti dove si respirano montagne di rifiuti e si appagano di ogni piacere corporale, gestite da aziende incerottate che si assicurano i grossi appalti senza gara nel loro regno tappezzato di puttane, e senza alcuni vincoli di ordine legale o di norme di sicurezza igienica e ispezioni sul cemento, sul ferro e sui mattoni, nell’infinito giorno di libertà totale, i nuovi Ungari gli hanno incenerito
la mente, l’anima, il cuore,
spinti a rovesciare la ragione con implacabili veleni sconosciuti per distruggere l’ordine terrestre, bruciare sul rogo la resistenza dei valori e cancellare l’impronta della nostra civiltà destinata da loro a sbriciolarsi nel fuoco di una moderna Apocalisse per seminare sulle sue rovine le spinose ortiche di una folle fede e il sangue della loro crudeltà.
les épineuses orties d’une foi folle et le sang de leur civilisation.
Maintenant, Italie, doux berceau du plus grand empire de l’histoire humaine résonnant depuis des siècles des vers vibrants de suavité, d’amour et d’éthiques harmonies de poètes des gentils qui tressaient des rythmes d’amitié, d’amour de la patrie, d’éthique conjugale, d’amour pour les joyaux de Lucrèce-mère, pour Énée affectueux et héros défendant sa ville, blessée par l’enlèvement de Paris ivre, qui arracha la divine Hélène à Ménélas, déchaînant la guerre décennale voulue par les dieux du Parnasse entre Argolides et Troiens par vengeance et amour.
Le poème sacré nous donna notre langue et avec le périlleux voyage dans l’autre monde le poète divin retrouva la voie du pardon au-delà des voies emmêlées du Firmament.
Puis, Pétrarque, le poète devin, indica les repères d’Eros, qu’il élabora seul et pensif
5)
Ora, Italia, culla soave del più grande impero universale risonante nei secoli dei vibranti versi di soavità, di amore e di etiche armonie di poeti gentili che intrecciavano ritmi di amicizia, di orgoglio di patria, di etica de sa modeste maison d’Arquà éclairée par le ciel
coniugale, di amore per i gioielli di Lucrezia-madre, per Enea generoso eroe difensore della sua città, offesa dal ratto di Paride ubriaco, che strappò Elena divina a Menelao, scatenando la guerra decennale voluta dagli dei del Parnaso tra Argolidi e Troiani per vendetta e amore. Il Poema sacro ci donò la nostra lingua e con il periglioso viaggio ultraterreno il poeta divino rintracciò la via del perdono oltre le aggrovigliate vie del Firmamento.
6)
Poi Petrarca, il poeta vate, indicò le coordinate di Eros, che “solo e pensoso” elaborò tra novellanti dubbi nella silenziosa quiete di Arquà
et conclut dans la silencieuse quiétude de sa modeste maison d’Arquà éclairée par le ciel où les puissants croyant encore dans la force cathartique de la poésie placèrent sur une grande plaque en bronze au-dessus de l’entrée, le nom de la maison et du poète qui apprit patiemment les pas petits et longs d’un amour qui veut devenir éternel dans l’hymne sublime à la Vierge Marie.
Les Grâces divines furent le port en or de l’impétueuse mer intérieure de la vie errante et désespérée du poète héroïque qui se leurra du rêve d’une patrie libre et unie en une mosaïque de fraternité et d’Amour pour une justice équitable pour patriciens et plébéiens
pour féodaux, vavasseurs, et leurs vassaux et esclaves enfin rassemblés avec sincérité.
Et c’est l’amour personnel et universel que suivit Ortis toujours déchiré et inassouvi face à la fusion corporelle illuminata dal cielo, dove i potenti credenti ancora nella catartica forza della poesia collocarono su una grande lapide di bronzo sopra l’ingresso, il nome del poeta che insegnò i pazienti e dubbiosi passi di un amore che vuole diventare eterno nel sublime inno alla vergine Maria.
7)
Le divine Grazie furono l’approdo del tempestoso mare interiore della vita randagia e disperata dell’eroico poeta che si illuse del sogno di una patria libera e unita in un mosaico di fratellanza e Amore per una giustizia uguale per patrizi e plebei per feudatari, valvassori, valvassini e schiavi finalmente uniti nel sincero abbraccio. E l’amore suo e quello universale inseguì l’Hortis sempre lacerato e inappagato di quello corporale lo ricercò più nobile e ideale nei Sonetti cantato lo innalzò dal coito banale, a pura illusione nelle Odi, oscillanti tra passione pura
il le rechercha plus noble et idéal dans ses Sonnets, célébré il l’éleva du coït banal, à pure illusion dans les Odi, oscillant entre passion pure et songe vibrant de poésie qui vainc de mille siècles le silence.
Catastrophique fut l’illusion impériale qui engloutit un instant dans le noir Ugo encore indécis face au Bien et au Mal pédestre, sordide et insensée est la présence humaine sur la terre suspendue sur le vide de son néant: Il était jeune encore quand il refusa la trahison lucrative de la patrie et une nuit s’enfuit au-delà des Alpes et travers la Manche où criblé de dettes et en haillons il retrouva la fille Teresa affectueuse venue au monde d’un fugace amour.
Il fut retrouvé en proie à la misère poursuivi par de nombreux créanciers, mais c’est haut que plana son Carme qui éleva par ses vers au Parnasse les grands hommes de l’histoire,
e sogno trepidante di poesia che vince di mille secoli il silenzio. Catastrofica fu l’illusione imperiale che ringhiottì per un attimo nel buio Ugo ancora incerto tra il Bene e il Male pedestre, squallida e insensata la presenza umana sulla terra sospesa sul vuoto del suo nulla: Era giovane ancora quando rifiutò Il tradimento facoltoso della patria e di notte fuggì verso la Manica dove coperto di debiti e di stracci ritrovò la figlia Teresa affettuosa venuta al mondo da un fugace amore. Fu ritrovato coperto di miseria inseguito dai tanti creditori, ma altissimo si librò il suo Carme che innalzò con i suoi versi nel Parnaso gli uomini grandi della storia, di cui inneggiò la gloria delle gesta e le immortali imprese e le scoperte di ingegni sacri. In ciò recuperò il senso della vita, se vissuta per gloriosi doni all’uomo necessari, “finchè il sole tornerà a risplendere sulle sciagure umane” se l’uomo percorrerà la via
dont il exalta la gloire des prouesses, et les entreprises immortelles et les découvertes de génies sacrés. En cela il recouvra le sens de la vie, quand elle est vécue pour des dons glorieux à l’homme nécessaires, “jusqu’à ce que le soleil resplendisse de nouveau sur les malheurs
humains”
si l’homme parcours la voie du bien et redonne de la lumière à la poésie pour éclairer toute destinée humaine.
Le marquis de Brusuglio janséniste après une adolescence conflictuelle découvrit parmi les livres sacrés son parcours et libéra les dilemmes de sa pensée en scandant avec la Muse les Hymnes Sacrés du droit chemin les deux tragédies inimitables d’Adelchi et d’Ermengarda auxquelles il confia les messages éternels des victimes innocentes d’amour confortées dans l’injuste douleur par le Vrai Père qui “terrasse et qui console” qui les accueillit dans son royaume éternel par une festive étreinte.
del bene e ridarà luce all’armonia per illuminare ogni destino umano.
8)
Il Marchese di Brusuglio giansenista dopo una conflittuale adolescenza scoprì tra i libri sacri il suo sentiero e sciolse i nodi del suo pensiero nello scandire con la Musa gli Inni Sacri della retta via. Le due inimitabili tragedie di Adelchi e di Ermengarda a cui affidò i messaggi eterni delle vittime innocenti per amore confortati nell’ingiusto dolore dal Vero Padre che “abbatte e che consola” che li accolse nel suo eterno regno con festoso abbraccio.
Per vent’anni il Padre celeste fu il suo tutore e lo sostenne invisibilmente con amore nel Calvario del dolore per i figli sventurati, ma gli donò l’ingegno per smaltire scorie industriali affidati ad agenzie fantasma create a tal fine per i nuovi barbari assetati di bottino, Pendant vingt ans le Père céleste fut son tuteur et le soutint invisiblement avec amour dans le Calvaire de la douleur pour ses enfants
malheureux, mais lui donna le génie pour évacuer des scories des industriels liés à des agences fantômes créées à dessein pour les nouveaux barbares assoiffés de butin, de fièvre de l’or et de pouvoir où de nouveaux Néron se vautrent de plaisir
avec de nouvelles méthodes de spoliation et de vol, le sang affolé enseveli dans les veines.
Toutes les organisations criminelles de la terre ont déjà actualisé leurs stratégies; non plus des crimes d’honneur, ni des extorsions à de petits artisans laminés par la crise ni des dommages aux biens des cobayes à décharner.
Ni avanies aux politiciens et aux puissants mais des sourires chaleureux qui fusent pour parapher une tromperie publique d’amitié visant à l’enrichissement mutuel le fusil à canon scié sous le bras
di febbre dell’oro e del potere in cui i nuovi Nerone sguazzano a piacere con inediti metodi di scippi e di rapine, con il sangue rosso impazzito sepolto nelle vene. Tutte le organizzazioni criminali della terra hanno già aggiornato le loro strategie; non più delitti d’onore, né estorsioni a piccoli artigiani travolti dalla crisi né danni ai beni delle cavie da spolpare.
9)
Né sgarbi a politici e potenti, ma calorosi sorrisi saettanti per siglare un pubblico inganno di amicizia finalizzata al mutuo arricchimento con la lupara celata sotto il braccio pronti a gioire per la folle strage del gesto compiuto con disprezzo, e bere il fiume di sangue che scorre nei quartieri bui dei grossi affari per potersi proclamare nuovi eroi, protettori degli dei bugiardi e indifesi, con beni da spartire tra i nuovi alleati paralleli, organizzati per governare tirannicamente il mondo potersi incoronare imperatori
prêts à se réjouir pour le massacre démentiel de son geste
et boire le flot de sang qui coule dans les quartiers sombres des affaires juteuses pour pouvoir proclamer de nouveaux héros, protecteurs des sans-défense, des biens à répartir entre les nouveaux alliés parallèles, organisés pour gouverner tyranniquement le monde et pouvoir se couronner empereurs de tout bourgeon en or, et décréter le sort futur de la planète.
Pour eux, tout homme est un pantin et la vie humaine est chair pour les chiens. Eux seuls ont le droit de profiter de la vie avec les marchés milliardaires attribués iniquement aux pantins asservis au pouvoir comme des larbins et le bon ministre sait distribuer équitablement les parts du gâteau panaché et lever le verre avec un champagne millésimé avec les souverains des illuminés, déjà lancés vers Sodome et Gomorrhe, dans les antres desquels embrasés les damnés remuent le sexe et la lascivité de tout assouvissement du plaisir. di ogni germoglio d’oro, per decretare la sorte del pianeta. Per loro ogni uomo è un burattino e la vita umana è carne per i cani. Solo loro hanno il diritto di godere
la vita con gli appalti miliardari assegnati iniquamente ai camerieri asserviti al potere, il buon Ministro sa distribuire equamente le fette della torta infiorettata e brindare. con champagne molto invecchiato con il sovrano degli illuminati, già lanciati verso Sodoma e Gomorra, nelle cui bolge infuocate i dannati rimescolano il sesso e le mollezze di ogni piacere. Nella villa dorata sui colli di Roma, baciata dal sole da mattina a sera. L’uomo riduce in cenere la sua “dolce vita”.
10) O, cara Roma, maestra di sapienza e di cultura. O amata Roma, un tempo unica perla, quando agli dei tu eri devota quando cavalcavi orgogliosa per l’Europa ed eri divina per i popoli terrestri.
Dans la villa dorée sur les collines de Rome, baignée de soleil du matin au soir. L’homme réduit en cendre sa “dolce-vita”. Désormais, chère Rome, maîtresse de puissance et de culture désormais tu es une maison vespasienne.
O Rome aimée autrefois perle adorée,
quand à tes dieux tu étais dévouée quand tu chevauchais avec fierté à travers l’Europe et étais divine pour les peuples terrestres. Aujourd’hui tes enfants qui sortent de chez eux sont envahis par des relents et par des cimetières de déchets
sans plus voir le bleu du ciel, les touristes qui jadis couraient heureux pour boire tes eaux cristallines vertes et pures de la magnifique “fontaine de Trevi” se sentaient héros au Colisée et sirotaient des bribes de culture encore gargouillant dans le cénacle de Mécène.
Riches de beauté et d’air pur ils revenaient dans leur habitations et heureux racontaient à leurs enfants l’histoire et les beautés de la ville éternelle.
Oggi i tuoi figli che escono di casa sono invasi da odori e da cimiteri di rifiuti senza vedere più l’azzurro cielo, i turisti che un tempo correvano felici per bere le tue acque verdi e pure della stupenda “Fontana di Trevi si sentivano eroi al Colosseo e sorseggiavano lacerti di cultura ancora gorgheggianti nel clan di Mecenate. Ricchi di bellezza e di aria pura rientravano nelle loro abitazioni e raccontavano felici ai loro figli la storia e le bellezze della città eterna, le materne carezze ai suoi gioielli. Ora sei stata abbandonata sul ciglio della Rupe Tarpea, e sei rimasta vespasiana culla vilipesa dai croushar di ogni paese, e vedi i colletti bianchi scendere le scale per orinare come ladri in fuga alla stazione, senza passare davanti al Parlamento dove si gioca con divertimento a inutili carte costituzionali e l’uomo politico del pisciatoio che da mesi si aggira a vuoto Désormais tu as été abandonnée au bord de la Roche Tarpéienne du charme des Sirènes séductrices préférée des croushars de toute ville, et tu vois les cols blancs descendre les marches vite veloutées pour uriner libres et filer à la gare,
sans passer devant le Parlement sacré où l’on joue en s’amusant à d’inutiles documents constitutionnels et l’homme politique de l’urinoir qui depuis des mois tourne en rond dans les salles enfumées du pouvoir la fosse infernale dans laquelle l’homme brûle acceptant d’être une toupie libre et de dévorer le pain dérobé avec ses amis rongeurs.
Et toi, Divin Aveugle de la poésie qui voit loin dans les pages de l’histoire du futur, toi, aède dieu des héros
qui plantèrent pendant les siècles sombres des palmiers d’amour, de célestes amours de vertus sublimes, qui remplis les siècles de héros per le fosche stanze del potere nei padroni assoluti senza autore, sul trono dei nuovi satrapi, che hanno per sempre incatenato al quotidiano martirio anche Lele.
11)
E Tu, Divino Cieco della poesia che vedi lontano nelle pagine della storia del futuro, Tu, aedo dio degli eroi che piantarono nei secoli bui palme di celeste amore, di virtù eccelse, che riempisti i secoli di eroi della famiglia, della patria, del mastice infrangibile di amicizia vera, tremante vegliardo del rogo di Didone vittima di un accecante amore, ma anche cantore del lindo sentimento della gentile Nausicaa dalle bianche braccia, di Penelope, stupenda sposa eroina di affetti, aedo profetico d’amore di Telemaco, ma anche in pena per la triste sorte di Laerte e di Argo fedele acciambellato sulla soglia immerso in un sonno di dolore
de la famille, de la patrie, de l’indéfectible lien d’amitié immortelle, vieillard tremblant du trône de Didon victime d’un tragique et immortel amour, mais chantre aussi du sentiment pur de la gente Nausicaa aux bras blancs, de Pénélope, épouse merveilleuse héroïne d’affection,
aède prophétique d’amour de Télémaque, mais aussi peinée pour le triste sort de Laërte et d’Argus fidèle qui lové sur le seuil plongé dans un sommeil de douleurs pour le camarade-patron lointain la trace d’une larme collée au coin de son oeil.
Et comment ne pas penser aux séductions irrésistibles
que toi, avec tes dieux, tu préparas comme épreuve de résistance aux sens fragiles de ton héros.
Ainsi tu éclairas l’homme de toutes les époques sur les pièges dissimulés dans l’éblouissement de la beauté et du chant suave prêts à séduire et à étrangler les amants
per il compagno-padrone lontano con il grumo di una lacrima incollata all’angolo dell’occhio.
E come non pensare alle irresistibili seduzioni che tu, con i tuoi dei, preparasti come prova di resistenza ai fragili sensi del tuo eroe. Così illuminasti l’uomo di ogni tempo sulle insidie avvolte nell’abbaglio della bellezza e del soave canto dell’incanto delle Sirene ingannatrici pronte a sedurre e a strangolar gli amanti caduti nella loro diabolica rete, che tu, Ulisse, figlio di una dea, riuscisti ad eludere, e insegnasti al mondo, nove secoli prima del Grande Giorno che portò sulla terra anche il tuo dio. Tu, fratello terreno o immortale maestro, insegnasti al tuo discepolo che siamo nati
“non per viver come bruti, ma per seguir virtude e canoscenza”. Il Poeta Divino seguì le tue nitide impronte e riuscì a salvarsi dai mostri della Selva per indicarci le impervie orme della speme. Tra i molti, anche il barone di Brusuglio resistette ai dolori della vita con la Provvidenza sepolta nelle vene. capturés dans leurs rêts diaboliques que toi, Ulisse, fils d’une déesse, réussis à éluder, et tu appris au monde, neuf siècles avant le Grand Jour qui amena sur la terre même ton dieu.
Toi, frère terrestre ou maître immortel, tu appris à ton disciple que nous sommes nés “pour ne pas vivre comme des brutes, mais pour suivre la vertu et la connaissance”.
Le Poète Divin suivit tes traces visibles et réussit à se sauver des monstres de la Forêt pour nous indiquer les repères exigeants de l’espoir.
Un parmi tant d’autres, le baron de Brusuglio résista aux douleurs de la vie grâce à la Providence enfouie dans ses veines. Mais à l’ombre du mûrier du Chaos, son cœur et son esprit vacillèrent et glissèrent dans le piège du doute que la raison humaine attendit longtemps pour pouvoir expliquer à l’homme qui s’obstina
jusqu’à la fin à rester échoué dans ses personnages sans auteur.
Ma all’ombra della verde cupola del Caos, il cuore e la mente vacillarono e scivolarono nella trappola del dubbio che la ragione umana attese invano di poter spiegare all’uomo che si ostinò fino alla fine a rimanere incagliato nei suoi personaggi senza autore. Ma l’autore è sempre esistito arso nei cicloni tossici delle ciminiere dove con il buio e il gelo del mattino con gli occhi accecati va a tentoni dietro il cancello della fabbrica e in silenzio trema nell’attesa di entrare per poter bere un altro sorso di liquido mortale desiderando soltanto di finire, perché da anni vive con il fiele della vita non con il miele mai, mai, amore, ma soltanto vittima di un illusorio perverso bene dell’orrido fantasma che celava sotto le ali dell’upupa o del gufo le sembianze sataniche di un pene giorno e notte alle labbra appeso. Il fischio trombeggiante del trenino di Gabriel corre sulle rotaie giocattolo
Le sifflement haletant du train de Gabriel file sur les rails jouet sous mon regard éteint m’attirant au point qu’émergeant de suite du cri concave dans lequel je m’étais égaré j’esquisse un sourire sur mes brûlantes lèvres et je dis: Nives, je te confie Gabriel ton petit frère, guide-le toujours sur le chemin sûr rends-le joyeux par ta douceur, ainsi toi aussi tu seras heureuse sur le parcours qu’ensemble vous prendrez.
Que l’azur vous aspire en son sein où aucune contagion ne vous atteint.
Si votre pas risque de glisser dans la fange de la terre, appelez en hurlant votre mère Elena, votre papa, votre grand-mère qui chaque matin dolcemente vous accompagne à
l’école avec un baiser et vos confie à la nonne souriante et à la sortie vous attendra encore dans le soleil, le vent, le froid,
et dans la bora, et, en accrochant vos mains aux siennes
sotto il mio sguardo spento con invitante richiamo ed io, riemerso subito dalla concavità del grido in cui mi ero immerso, fingo un sorriso sulle scarlatte labbra e dico: Nives stai vicino a Gabriel il tuo fratellino, guidalo sempre sul sentiero luminoso rendilo allegro con la tua dolcezza, così anche tu sarai felice sul percorso che insieme accidentato imboccherete. Vi risucchi l’azzurro nel suo seno dove nessun contagio vi raggiunge. Se il passo rischia di scivolare nel fango della terra, chiamate urlando la mamma Elena, il papà, la nonna che ogni mattina dolcemente vi accompagnava a scuola con un bacio vi affidava alla suora sorridente e all’uscita vi aspettava fuori con il sole, con il vento, con il freddo, con la bora e, aggrappate alle sue le manine vi riconduceva a casa, dove sulla tavola il pranzo era ancora caldo. Io salirò su questo treno nuovo ad alta velocità e mi avvierò nel paese dei balocchi e frugherò
vous reconduira à la maison, où sur la table le dîner est encore chaud. Je monterai dans ce train nouveau à grande vitesse et je m’acheminerai vers le pays des jouets: je fouillerai du regard chaque étal des vendeurs, chaque recoin du rêve des enfants, jusqu’à trouver les jouets que vous préférez.
Je ne sais quand je pourrai revenir, ne m’attendez pas, continuez à inventer de nouveaux jeux, lisez les livres des contes et de l’école, les poèmes de Gianni Rodari et d’autres poètes déposés sur les étagères de notre bibliothèque lisez donc seulement les titres des nouvelles sur les journaux et jetez-les à la corbeille quand ils vous déversent beaucoup de turpitudes.
Cependant je serai loin et je ne verrai plus la férocité des fauves les pièges, les supercheries et les trahisons des nouveaux Judas envers les oisillons déplumés qui piaillent dans leur nid la bouche bée attendant la nourriture de leur maman.
con lo sguardo tutti i banconi dei venditori ogni angolo del sogno dei bambino, fino a trovare i giocattoli da voi preferiti. Non so quando potrò tornare, non aspettatemi, continuate ad inventare nuovi giochi, leggete i libri delle favole, della scuola. Le poesie di Gianni Rodari e di altri poeti stipati negli scaffali della nostra libreria leggete pure solo i titoli delle notizie sui giornali e gettateli nel cestino dei rifiuti quando vi trasmettono molte porcherie. Intanto io sarò lontano e non vedrò più intrighi, trappole e inganni, il mio sguardo il mio cuore, la mia mente, rimarranno qui accanto a voi per continuare a gioire ed a parlare, e a regalarvi il racconto della mia vita ed ascoltare il dolce suono della vostra voce impegnata a raccontarmi le avventure e il peregrinare dei vostri sogni nella celeste concavità del cielo frizzante di una luce d’oro.
Mon regard, mon cœur, mon esprit, resteront ici près de vous, je tuerai le serpent venimeux qui rampe sur le tronc jusqu’au nid, et continuerai avec vous le dialogue muet
en feuilletant le récit de ma vie et en écoutant le doux son de votre voix occupée à me raconter les aventures et la pérégrination de vos rêves dans la céleste concavité du ciel pétillant d’une lumière d’or.
Traducion di JEAN IGOR GHIDINA
Agosto 2020 – Aprile 2021
NOTA CRITICA di NINO MOTTA
Giornalista professionista
Un rapporto con i nipotini intenso di abbracci, di tenerezza, di bisbigli d’amore sussurrati, di gioco, insieme alla consapevolezza di potere trasmettere loro non beni materiali, ma valori morali, per esserne depositari e continuatori.
Sono i due elementi su cui si impernia il Poemetto “Tra il bene e il male”, di Carmelo Aliberti. Il poeta siciliano, esule volontario a Trieste, per stare vicino ai nipotini, ai quali il Poemetto è dedicato, sa che il suo “giorno, che incomincia ad annottare/lo trattiene ancora sul ciglio del tramonto/per portarlo nella notte buia”.
Sono versi intrisi di malinconia esistenziale. La vita terrena è precaria. Il poeta ne è consapevole, ma vorrebbe ritardare il più possibile la “partenza” da questo mondo, per poter dedicare il tempo che gli rimane agli adorati nipotini.
“Prima della scalata alle alte cime/illuminate dal cielo cristallino/vorrei ancora sostare accanto a voi/per donarvi lunghi attimi di gioia/raccontarvi fiabe a lieto fine”.
E vorrebbe naufragare “nei laghi limpidi” dei loro occhi “balbettanti di luce e di speranza”.
Versi di struggente tenerezza. In quella “scalata alle alte cime”, si intravede, però, quell’àncora di salvezza, per l’umanità, rappresentata dalla forza della fede.
Ma il poeta sa che il mondo che lascerà è “popolato di bruti che ci hanno strappato/dagli occhi e dalla gola/il germe del sorriso”: “di nuovi barbari assetati di bottino”; “di appalti miliardari assegnati ai burattini asserviti al potere come camerini”.
E non può non pensare ai nipoti. E a ciò che li attende. I valori loro trasmessi, però, di questo ne è certo, li renderanno immuni dalle insidie e dai pericoli in agguato. Valori che sono l’amore, l’amicizia, la giustizia, la fede e più di tutti la poesia, che ha una missione eternatrice. Nel canto del poeta, la cui “armonia vince di mille secoli il silenzio”, continueranno a vivere eterni non solo la gloria di quanti compirono gesta eroiche, ma anche i valori che essi affermarono. Un poemetto, dunque, quello di Aliberti, che ci riporta al celebre Carme di un altro poeta esule: Ugo Foscolo.
CARMELO ALIBERTI
Biografia
È nato nel 1943 a Bafia di Castroreale (ME). Laureatosi in Lettere, ha insegnato nei licei di Barcellona P.G. (ME). Dopo un soggiorno a Trieste, ha definitivamente deciso di risiedere nella città giuliana, dove continua a svolgere la sua attività letteraria. È cultore della materia in letteratura italiana presso l’Università di Messina. È stato insignito dell’onorificenza di Benemerito della Scuola, della cultura e dell’Arte da parte del Presidente della Repubblica. A Trieste, da 10 anni, ha fondato e dirige la Rivista Letteraria e di Cultura
Varia NO PROFIT TERZO MILLENNIO, a cui collaborano insigni docenti di Università italiane e straniere. Ha scritto circa 80 volumi di critica letteraria, di saggistica, di poesia, di tradizioni popolari e ha curato per molti anni, nella piazza del suo paese, il dramma sacro: Vita, Passione, Morte e Resurrezione di Gesù in 37 scene variabili ad ogni edizione. Con i suoi allievi del Liceo Scientifico di Barcellona ha fondato la Rivista Scolastica IL LEONARDO e realizzato un grosso volume di circa 456 pp., intitolato AUTORI DI BARCELLONA E DINTORNI, vincitore del Premio Letterario Per le Scuola Superiori IL CONVIVIO (2005), pubblicato dalla Bastogi. Le sue opere sono state tradotte in molte lingue. In Francia nella circostanza della traduzione della sua poesia, ad opera del docente Jean Igor Ghidina, nella collana universitaria CELIS della Blaise Pascal, è stato organizzato un convegno sull’opera di Aliberti e nella circostanza del recente Convegno sulla gravità delle frontiere, il suo intervento su la frontiera in Fulvio Tomizza, è stato pubblicato recentemente, in francese e in italiano, negli Atti, pubblicati dalla Università organizzatrice. Ora il poeta, scrittore e giornalista Gabriel Impaglione fondatore e direttore della rivista ISLA NIGRA, organo ufficiale dei poeti internazionali dell’UNESCO, ha tradotto in spagnolo, con prefazione dello stesso traduttore e postazione del prof. Nino Grillo (Università di Messina) e del docente Jean Igor Ghidina, da qualche settimana la Bastogi-Libri di Roma ha pubblicato un suo saggio su Andrea Camilleri.
TRA LE SUE OPERE/POESIE
Una spirale d’amore (1967), Padova – Il giusto senso (1970), Firenze.
C’è una terra (1972), Milano. Teorema di poesia (1974), Milano. Il limbo la vertigine (1980-1981), Castroreale (ME). Caro dolce poeta 1981-1991 Bastogi Editrice Italiana – Poesie d’amore (1984), Castroreale. Aiamotomea (1986), Castroreale – Elena suavis filia (1988) Rhegium Julii, Reggio Calabria. Il pianto del poeta, 2002 Foggia – La ferita del tempo (2005), Bastogi Foggia “Itaca”
(poemetto, tradotto in 15 lingue). Il Convivio 2006. Letteratura siciliana contemporanea, Pellegrini 2008, L’altra Letteratura Siciliana Contemporanea La Medusa Editrice, 2013. Michele Prisco, lo scrittore della memoria e dell’anima.
CRITICA LETTERARIA
Come leggere Fontamara di Ignazio
Silone, Mursia editore (edizioni 1977, 1989, 1998); Guida alla lettura di Lucio Mastronardi (1986), Bastogi, Foggia; Come leggere la Famiglia Ceravolo di Melo Freni (1988)-Ignazio Silone (1990, Bastogi, Foggia; Michele Prisco (1993), Bastogi Foggia). Testi, traduzioni e interviste a poeti e scrittori contemporanei (1995), Bastogi Foggia; La questione meridionale e altre questioni in letteratura, (1997), Barcellona P.G. Messina. Sul sentiero con Bartolo Cattafi (2000,2001,2014), Bastogi, Foggia Fulvio Tomizza e la frontiera dell’anima (2001, Bastogi, Foggia(tradotto in croato nel 2006 a cura dell’Università Popolare, Patrocinio M.P.I. – Umago-Croazia); Fulvio Tomizza e la frontiera dell’anima, Edizioni Terzo Millennio La narrativa di Carlo Sgorlon (2003), Bastogi, Foggia; Poeti siciliani e non del Secondo Novecento, (5 volumi); Letteratura siciliana contemporanea e postcontemporanea. Da Capuana a Verga, a Quasimodo, a Camilleri, Luigi Pellegrini Editore (2008). Ha curato l’edizione scolastica di “Stalag 307, diario di prigionia di Carmelo Santalco“, Bastogi editore, Foggia 1998 100 Poeti per L’Europa del Terzo Millennio. Ha fondato ed è direttore editoriale della Rivista Internazionale di Letteratura e Cultura Varia. TERZO MILLENNIO, 2009. Ha pubblicato su Terzo Millennio, molte Monografie su scrittori contemporanei) Letteratura e società Italiana Dal II Ottocento ai nostri giorni” 5 VOLUMI DI 3500 pp.
PREMI
Premio “Rhegium Julii. Una vita per la cultura” (Reggio Calabria, 1999) – Premio Mediterraneo, 2001, Premio alla Carriera. Premio Internazionale
“Il Convivio 2004” per la saggistica (per La narrativa di Carlo Sgorlon (Catania) Premio alla carriera “Messana”, Messina 2005 – Premio letterario nazionale per la critica letteraria “Giorgio La Pira” (Milazzo, 2008). Premio Colapesce (assegnato a Messina alle personalità che si sono distinte a livello mondiale per la loro attività, utile allo sviluppo della civiltà umana. PREMIO AQUILA AUREA, “Una vita dedicata alla cultura.” Saggi sull’opera di Carmelo Aliberti; Orazio Tanelli, Carmelo Aliberti, poeta cosmonauta; Placido Conti, Carmelo Aliberti un uomo, un poeta, un cittadino – Paola Bianco, Da Quasimodo, a Cattafi, ad Aliberti (USA) Francesco Puccio, Carmelo Aliberti, poeta della dialettica esistenziale (2004 Giorgio Barberi Squarotti: Carmelo Aliberti: poeta civile sul sentiero metafisico. Recentemente ha pubblicato: Letteratura e società italiana dal II Ottocento ai nostri giorni, in 5 Volumi; il saggio MICHELE PRISCO, uomo e scrittore nel buio della coscienza. Ha anche esordito in narrativa con il romanzo: Briciole di un sogno, con Prefazione di Jean Igor Ghidina, Blaise Pascal University, Francia BASTOGILIBRI maggio 2021.
INDICE
Prefazione di CRISTINA SAJA 1
Poemetto “TRA IL BENE IL MALE” 6
Nota critica di NINO MOTTA 62
CARMELO ALIBERTI – Biografia 64



