Apprezzamento viene espresso dalla Cgil e dalla Flai (Federazione dei Lavoratori dell’Agroindustria) di Messina per l’attività messa in campo dalle forze dell’ordine, a seguito delle notizie riguardanti l’operazione dell’alba che ha condotto nel barcellonese all’arresto di un tunisino e tre imprenditori titolari di aziende florovivaistiche per esercizio del caporalato, sfruttamento del lavoro e immigrazione clandestina.
Il sindacato, dopo aver evidenziato che gli operai extracomunitari, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbero stati costretti a lavorare per dieci ore al giorno senza pause per 5 euro l’ora e a vivere in condizioni disumane, ricorda le denunce delle sistematiche gravi violazioni nel comparto agricolo, incidenti sulla dignità dell’uomo, che nel lavoro regolare e sicuro trova la sua affermazione.

“Il quadro che emerge da questa indagine è pesante e mette in luce una realtà drammatica e ormai sistematica – dicono il segretario generale della Cgil Messina Pietro Patti e la segretaria generale della FLAI Pina Isgrò -, da anni denunciamo lo sfruttamento dei lavoratori immigrati, ma anche dei lavoratori italiani, impegnati nel settore agricolo. Su questa grave problematica abbiamo promosso diverse iniziative per dare voce e dignità a questi lavoratori, fornendo loro informazioni sui diritti contrattuali e sulla sicurezza sul posto di lavoro”.
Cosa che evidentemente non è stata sufficiente, occorrendo, secondo gli esponenti sindacali, un aumento dei controlli ispettivi per la piena applicazione della L. 199/2016 in tutti i suoi articoli.
E una rete, aggiungono, con le istituzioni e le associazioni del settore, nella direzione tracciata dal Protocollo Operativo sottoscritto lo scorso 22 ottobre, che determina ruolo ed impegni dei vari soggetti, con la finalità di potenziare l’attività di emersione e di protezione dei lavoratori sfruttati.
(foto Regione Siciliana)



