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MILAZZO ASSEDIATA dai vandali, “Esseri Uguali” invoca l’EDUCATORE DI STRADA

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La violenza giovanile è finita sotto i riflettori anche a Milazzo in seguito a risse e atti vandalici. Ma il disagio tra i ragazzi secondo le autorità non si manifesta solo con la violenza fisica bensì anche con quella psicologica, con l’isolamento, l’abuso di sostanze, il bullismo, l’abbandono scolastico, furti, vandalismo. Fenomeni su cui la città del Capo sta cercando di capire i protagonisti nel loro contesto sociale anziché criminalizzarli – intende ora agire con una nuova figura professionale, quella dell’educatore di strada, o di prossimità, già presente in altre realtà urbane per potenziare l’attività svolta dai servizi sociali comunali, ma facendolo soprattutto sul campo, con l’obiettivo di prevenire il disagio, monitorare il territorio e sensibilizzare di conseguenza, raggiungere quelle «zone grigie» che le istituzioni difficilmente riescono a individuare. In questa ottica si muove l’iniziativa depositata oggi alla Consulta Giovanile del Comune di Milazzo dall’Associazione “Esseri Uguali”, con una proposta concreta e strutturata per l’istituzione della figura dell’Educatore di Strada.

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L’interpellanza, firmata dal presidente Saverio Todaro, nasce dalla consapevolezza che il disagio giovanile non può essere affrontato solo con misure emergenziali o repressive, ma richiede un investimento educativo di prossimità, capace di restituire fiducia, ascolto e appartenenza.

La Consulta Giovanile, cui spetta ora il compito di esaminare il documento, sarà chiamata a convocare un’Assemblea per deliberare sull’iniziativa e, in caso di approvazione, trasmettere la proposta all’Amministrazione Comunale.

Il passo successivo coinvolgerà gli assessorati competenti: il Dott. Francesco Coppolino, Assessore alle Politiche Giovanili; l’Avv. Natascia Fazzeri, Assessore alle Politiche Sociali; e la Dott.ssa Rosa Agustina Siracusa, esperta comunale in politiche giovanili.

Negli ultimi anni, Milazzo ha conosciuto episodi di vandalismo e disagio minorile che hanno sollevato interrogativi e preoccupazioni nella comunità.

Dietro quei gesti, tuttavia, non si nasconde soltanto un problema di ordine pubblico, ma una questione educativa e relazionale.

“Le strade raccontano spesso ciò che le istituzioni non ascoltano in tempo”, si legge nella nota.

L’Educatore di Strada – figura riconosciuta a livello nazionale e regionale – rappresenta la prima linea dell’intervento educativo territoriale: un professionista che opera nei luoghi informali, nei parchi, nelle piazze, nei quartieri, per intercettare precocemente i segnali di disagio, promuovere l’inclusione e accompagnare i giovani nella costruzione di percorsi positivi.

Un modello che in molte realtà italiane – da Torino a Bologna, da Bari a Palermo – ha dimostrato la sua efficacia, integrandosi con scuole, parrocchie, associazioni e servizi sociali, riducendo sensibilmente fenomeni di marginalità, abbandono scolastico e microdevianza.

L’interpellanza presentata a Milazzo non si limita a un richiamo ideale, ma definisce una struttura operativa precisa: una mappatura dei luoghi a rischio e delle aree di aggregazione giovanile informale;

l’impiego di educatori formati in ambito socio-pedagogico, mediazione educativa e servizio sociale;

attività costanti di ascolto, animazione, mediazione e accompagnamento;

la costruzione di una rete stabile tra Comune, scuole, parrocchie, associazioni, forze dell’ordine e servizi sociali.

Un modello di governance territoriale che richiama i principi del migliore interesse del minore, della partecipazione attiva dei giovani e della non discriminazione, in coerenza con la Costituzione Italiana e la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

L’impianto culturale della proposta trova un riferimento ideale nel progetto “Liberi di scegliere”, ideato dal Giudice Roberto Di Bella, Presidente del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria.

Un programma che ha permesso, negli ultimi anni, a oltre cento ragazzi cresciuti in contesti criminali di intraprendere percorsi educativi e di reinserimento sociale, rompendo le catene di un destino ereditato.

“L’educazione può ciò che la repressione non riesce a ottenere – ricordava Di Bella – perché restituisce al minore la possibilità di scegliere.”

Ed è proprio questa la visione che anima la proposta di Milazzo: prevenire prima che punire, accompagnare prima che giudicare.

La decisione finale spetterà ora alla Consulta Giovanile, che avrà il compito di esaminare e deliberare il documento nelle prossime settimane.

Solo in seguito la proposta approderà all’Amministrazione comunale, affinché gli assessorati competenti possano valutarne la realizzazione e la copertura economica, con la prospettiva di un impegno pluriennale e stabile.

“Abbiamo scelto di proporre una strada diversa – afferma Saverio Todaro – fatta di responsabilità, ascolto e presenza.

Ogni giovane accolto e compreso è una vittoria per tutta la comunità. Non servono nuove emergenze, ma nuove presenze.”

Milazzo si trova oggi di fronte a un’opportunità: trasformare il disagio in partecipazione, la solitudine in comunità, la devianza in crescita.

Investire nell’educazione significa investire nella sicurezza, nella legalità e nella qualità della convivenza civile.

L’auspicio è che questa proposta trovi ascolto e concretezza, perché – come sottolinea Todaro –

“Un ragazzo ascoltato è un ragazzo salvato. E quando si salva un ragazzo, si salva una città intera.”

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