Momenti di forte tensione si sono registrati nella prima serata di martedì all’interno del terzo reparto della casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto, dove si sono verificati gravi disordini che hanno fatto temere una vera e propria sommossa. La protesta dei detenuti, degenerata rapidamente in atti vandalici, è proseguita anche nelle prime ore di ieri mattina, rendendo necessario un massiccio intervento della polizia penitenziaria. Il reparto interessato, destinato alla Casa lavoro, ospita circa quaranta detenuti impegnati in attività lavorative e caratterizzati da un maggiore livello di autonomia rispetto ad altre sezioni dell’istituto. Proprio in questo contesto si sarebbe scatenata la rivolta: secondo quanto emerso, i detenuti avrebbero provocato ingenti danni agli arredi delle celle e degli uffici, distruggendo diverse telecamere di videosorveglianza e mandando in frantumi numerose vetrate. In una fase particolarmente critica della protesta, alcuni detenuti sarebbero riusciti ad allontanare temporaneamente gli agenti in servizio, per poi raggiungere un cortile interno adibito ad agrumeto, dove hanno dato vita a una sorta di sit-in di protesta. Una situazione che ha ulteriormente innalzato il livello di allerta, spingendo i vertici della polizia penitenziaria a richiamare in servizio anche il personale libero dal turno, al fine di ristabilire l’ordine e garantire la sicurezza all’interno dell’istituto. Alla base dei disordini vi sarebbe l’introduzione di un nuovo sistema di videochiamate da remoto con i familiari. Secondo quanto riportato da Radiocarcere, il nuovo sistema non avrebbe garantito ai detenuti i consueti colloqui telefonici settimanali. Al malcontento generale si sarebbero aggiunte anche altre criticità, tra cui problemi nella distribuzione dei sussidi ai detenuti indigenti e ritardi nella consegna dei pacchi e del cibo inviati dai familiari. La notizia dei disordini è rimasta riservata fino alla tarda mattinata di ieri ed è stata resa pubblica dal sindacato PolGius, che ha parlato genericamente di “nuovi disordini” all’interno della casa circondariale di Barcellona. A intervenire è stato il presidente del sindacato PolGius confederato Con.Si.Pe., Giacomo Sturniolo, che ha posto l’accento sulle crescenti difficoltà affrontate quotidianamente dal personale di polizia penitenziaria. Secondo il sindacato, la protesta avrebbe avuto come pretesto un cambiamento organizzativo relativo alle modalità di svolgimento dei video-colloqui. Tuttavia, precisa Sturniolo, la riorganizzazione non avrebbe in alcun modo limitato i diritti dei detenuti ai colloqui con i familiari, che restano pienamente garantiti. «Siamo di fronte a un comportamento pretestuoso da parte di alcuni detenuti noti e facinorosi – afferma – che tentano costantemente di destabilizzare la gestione della Casa circondariale barcellonese». Il sindacalista sottolinea inoltre come il personale, già numericamente insufficiente, sia costretto a fronteggiare criticità quasi quotidiane, arrivando spesso al limite delle proprie forze. Da qui l’appello a un’evoluzione strutturale e organizzativa dell’istituto, chiamato a superare definitivamente i vecchi standard dell’ex Opg per adeguarsi ai requisiti di una moderna casa circondariale. Tra le priorità indicate anche la riduzione della promiscuità dei circuiti penitenziari, ritenuta uno dei principali fattori di pressione sul personale e una delle cause di una gestione sempre più complessa della sicurezza interna.



