Fiume Veneto – La 15a tappa del Giro d’Italia 2025 riporta la corsa rosa sulle strade venete con i 219 chilometri tra Fiume Veneto e Asiago si snodano attraverso scenari affascinanti, ma non propongono difficoltà insormontabili. Il Monte Grappa è il simbolo della giornata, ma affrontato dal versante di Semonzo attraverso la Strada Cadorna, si presenta in una veste più dolce del solito. La salita, pur lunga e impegnativa, non offre pendenze che possano realmente far saltare il banco, 25.1 chilometri al 5.7% di media, divisi in due tronconi abbastanza regolari, con un tratto iniziale più arcigno e uno finale meno cattivo. Una salita che fa selezione per accumulo, non per esplosività. Il contesto altimetrico rende la tappa adatta a diverse interpretazioni. L’inizio è movimentato, con alcune ondulazioni già dopo Vittorio Veneto e il passaggio sul temutissimo Muro di Ca’ del Poggio, breve ma intensissimo, che potrebbe servire da trampolino per i primi attacchi. La corsa si muove poi verso Pederobba, ai piedi del Grappa, dove cominceranno a delinearsi le 
strategie dei vari team. La cima della salita è posta a oltre 90 chilometri dall’arrivo, con una lunga discesa e un tratto in pianura che accompagnano i corridori verso la seconda parte della giornata, caratterizzata da salite più leggere ma comunque selettive se affrontate con ritmo. Il Dori, con i suoi 16.4 chilometri al 5.4%, non spaventa sulla carta. Presenta tratti leggermente più duri nei primi chilometri e nel finale, ma nulla che possa essere considerato decisivo. Più insidioso potrebbe rivelarsi lo strappo di Lazzaretti, posto a una ventina di chilometri dall’arrivo, seguito da un terreno nervoso ma privo di asperità significative. Gli ultimi chilometri sono lievemente ondulati, con un ultimo zampellotto a Pennar, breve e poco pendente, che potrebbe però bastare a lanciare un allungo finale. Siamo alla vigilia del giorno di riposo e questo può influenzare notevolmente l’atteggiamento dei corridori. I grandi nomi della classifica generale, a partire da Isaac Del Toro e Simon Yates, correranno probabilmente in maniera attendista, osservando le mosse altrui senza esporsi troppo. Juan Ayuso, compagno di squadra del leader in maglia rosa, ha visto svanire le ambizioni di leadership unica e sarà costretto a muoversi con prudenza. Chi invece potrebbe approfittare della situazione per tentare un colpo a sorpresa è Egan Bernal, che già sul San Pellegrino in Alpe ha mostrato un atteggiamento aggressivo, oppure Richard Carapaz, che sembra essere tornato su ottimi livelli e potrebbe cercare di piazzare un’altra rasoiata come quella di mercoledì scorso. Altri nomi caldi sono quelli dei corridori che puntano alla classifica degli scalatori. Lorenzo Fortunato ha rifiatato e sembra pronto per cercare un’altra grande giornata, ma dovrà guardarsi anche dagli uomini di classifica, che potrebbero inserirsi nella lotta ai punti della montagna. La fuga sarà come sempre l’elemento chiave della giornata. In molti sognano il colpo grosso da lontano. Alcuni sono nomi noti come Nairo Quintana, Louis Meintjes, Wout Poels e Pello Bilbao, altri come Luke Plapp, Wilco Kelderman, Chris Harper o Einer Rubio potrebbero inserirsi nella lotta per un piazzamento di prestigio, sfruttando una classifica che consente libertà d’azione. Tra i giovani emergenti, Max Poole e Davide Piganzoli potrebbero cercare di consolidare le rispettive posizioni, così come Giulio Pellizzari, che potrebbe muoversi per sé stesso o come pedina tattica al servizio di Primoz Roglic. In un finale non troppo selettivo, non si può escludere nemmeno una nuova sortita di Wout Van Aert, apparso in crescita e sempre più convinto delle sue possibilità. Infine, un occhio di riguardo ai corridori italiani, che spesso nelle tappe di media difficoltà trovano l’occasione giusta per brillare. Andrea Vendrame, Filippo Zana, Edoardo Zambanini, Marco Frigo e Davide Formolo sono nomi che potrebbero accendersi, specie se la fuga prenderà margine.
