Varres – L’ultima montagna del Giro d’Italia 2025 non perdonerà. Dopo venti giorni di battaglia, di sfiancanti frazioni appenniniche, volate al fotofinish e sfide alpine ancora senza un padrone definitivo, sarà il Colle delle Finestre, domani, a decidere il nome del vincitore della 108ª edizione della corsa rosa. La tappa numero 20 porterà i corridori da Verres al Sestriere attraverso 203 km durissimi e una sequenza di salite che rimarranno nella memoria e, soprattutto, nelle gambe di chi le affronterà. La classifica generale, dopo il tentativo di Richard Carapaz e Isaac Del Toro sull’ultima rampa di Antagnod, resta ancora aperta. Il messicano conserva 43 secondi di vantaggio sull’ecuadoriano, con Simon Yates a 1’21”, Derek Gee a 2’27” e Damiano Caruso quinto a 3’36”. In top ten c’è anche Giulio Pellizzari, ma i suoi 5’32” dalla vetta sembrano un margine troppo ampio per rientrare nella lotta per il podio. Eppure, la tappa che attende il gruppo potrebbe ancora sconvolgere tutto.

Il tracciato di questa ventesima frazione è stato disegnato per concludere il Giro in modo epico. Dopo una prima parte in discesa e poi pianeggiante, da Verres si scende verso il Canavese, attraversando la bassa Valle d’Aosta e la pianura torinese. I primi 60 chilometri sono favorevoli a chi vorrà provare la fuga, ma il vero spartiacque arriverà molto più avanti, quando la strada inizierà a salire verso le Valli di Lanzo. La prima asperità sarà il Colle del
Lys, salita regolare ma insidiosa con i suoi 13 chilometri al 4,3% di pendenza media, con punte che raggiungono il 12% in alcuni tornanti. Si scollina quando mancheranno ancora 90 chilometri all’arrivo. Dopo una lunga discesa tecnica e un tratto di pianura che porterà il gruppo alle porte della Val di Susa, inizierà la vera montagna che deciderà le sorti del Giro, il Colle delle Finestre. Questa salita non ha bisogno di presentazioni. E’ uno dei simboli del ciclismo italiano moderno, una delle più dure e affascinanti del panorama europeo. Lunga 18,5 chilometri, presenta una pendenza media del 9%, ma ciò che la rende unica è la sua parte finale con gli ultimi 8 chilometri si snodano su uno sterrato durissimo, tra ciottoli e ghiaia, che moltiplicano la fatica e l’incertezza. I corridori saliranno fino ai 2178 metri di quota, il punto più alto toccato in questa edizione del Giro. Una salita che non ammette tatticismi: chi ne ha, deve attaccare. Chi cede, rischia di perdere minuti. La discesa che segue è breve ma tecnica, e porta rapidamente a fondo valle, dove inizierà l’ultima scalata verso il traguardo di Sestriere. Qui le pendenze si faranno meno dure. 16 chilometri al 3,8% di media, con tratti che arrivano fino al 9% negli ultimi cinque chilometri. È una salita pedalabile, ma dopo il Finestre diventerà un muro per chiunque avrà esaurito le energie.
In termini di strategia, la tappa si annuncia come un duello serrato tra i primi due della generale. Richard Carapaz non ha alternative. Dovrà attaccare sul Finestre, dove già in passato ha costruito le sue imprese più belle. L’ecuadoriano è in forma, ha mostrato brillantezza e coraggio, ma dovrà fare i conti con un Del Toro solido, supportato da una squadra forte e preparata, che in questi giorni ha saputo proteggerlo in ogni momento. Il messicano ha corso con l’intelligenza di un veterano e con la freschezza di un predestinato e sa che basterà non andare in crisi per arrivare in maglia rosa a Roma. Dietro, Simon Yates rappresenta la mina vagante. A poco più di un minuto dalla vetta, potrebbe approfittare di un duello troppo marcato tra i due di testa per piazzare un colpo da lontano. Tuttavia, l’impressione è che l’inglese sia più intenzionato a difendere il podio piuttosto che rischiare tutto. Anche Gee e Caruso, ormai staccati, dovranno valutare se provare un attacco disperato o consolidare la loro posizione. Per i corridori più distanziati in classifica generale, la libertà tattica potrebbe trasformarsi in un’occasione d’oro. Giulio Pellizzari, ormai fuori dalla lotta per il podio, potrà provare a inseguire una vittoria di tappa di prestigio. Stesso discorso per Einerson Rubio, uno scalatore sempre generoso, e per Egan Bernal, che ha già fatto vedere buone cose ma non è mai riuscito a concretizzare con un risultato pieno. Chi vestirà la maglia rosa sul traguardo del Sestriere salirà sul podio più alto di Roma.
Il Giro si deciderà sullo sterrato del Finestre, come nelle migliori storie di ciclismo. E come sempre, sarà la strada a scrivere il verdetto finale.



