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Giro d’Italia 2025 – Analisi 7a tappa – Castel di Sangro-Tagliacozzo (168,0 km)

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Dopo giornate interlocutorie e terreno favorevole a velocisti e finisseur, il gruppo affronta finalmente un tappone di montagna che potrebbe cambiare gli equilibri della classifica generale. I 168 chilometri in programma non sono molti sulla carta, ma nascondono un profilo altimetrico selettivo, che mette alla prova sin dai primi chilometri e costringe gli uomini di classifica a scoprirsi. Il via sarà dato da Castel di Sangro, nel cuore dell’Appennino abruzzese. La strada sale subito, senza lasciare respiro, con la scalata a Roccaraso, sette chilometri con una pendenza media del 6,4%. Superata Roccaraso, il gruppo proseguirà in quota per qualche chilometro prima di affrontare una prima discesa verso Sulmona, dove sarà posto il primo traguardo volante. Una breve parentesi di velocità prima di tornare a salire, questa volta con una rampa ben più insidiose. La salita verso Monte Urano, infatti, sarà il primo banco di prova serio per gli uomini di classifica con i suoi 4,5 km al 9,4% di media, con punte che toccano il 14%. È una salita breve ma brutale, di quelle che possono già fare selezione e sfiancare chi non ha gambe. Dopo la discesa tecnica verso Castelvecchio Subequo, la strada torna a salire in modo più regolare verso il Vado della Forcella, salita lunghissima, oltre 24 chilometri, con una pendenza media del 3,7%. In cima, si toccheranno i 1395 metri d’altitudine, e per circa dieci chilometri si resterà in quota, pedalando su un falsopiano fino al traguardo volante di Ovindoli. Da lì inizierà un lungo tratto in discesa che porterà verso il fondo valle. Non si tratterà di una discesa lineare. La strada sarà spesso interrotta da tratti in contropendenza, curve strette e brevi strappi, soprattutto in prossimità del paese di Forme. L’ultima vera discesa terminerà a Tagliacozzo, dove è posto il Red Bull KM. Ma sarà anche il punto in cui inizierà l’ultima salita decisiva. L’ascesa finale verso Tagliacozzo Alta misura 11,9 chilometri, con una pendenza media del 5,5%. I primi 9 km sono più morbidi, attorno al 4,6%, pedalabili ma comunque faticosi dopo una giornata così esigente. La vera selezione è attesa negli ultimi 2,7 chilometri. Qui la strada si impenna con una media superiore al 10%, e con punte che arrivano fino al 13%.

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Le caratteristiche della tappa suggeriscono uno scenario doppio. Se le squadre dei big, come Bora, UAE o Ineos, decideranno di controllare la corsa sin dai primi chilometri, allora il finale sarà un duello tra i grandi nomi della generale. Primoz Roglic, grande favorito, potrebbe già tentare un affondo per testare gli avversari. Attenzione anche a Juan Ayuso, lo spagnolo della UAE che potrebbe trovare terreno fertile per uno scatto nei chilometri più duri dell’ascesa finale. Ma non si può trascurare Giulio Ciccone, che corre sulle strade di casa e che spesso ha saputo accendersi proprio in giornate come questa. Se invece il gruppo lascerà spazio agli attaccanti di giornata, la tappa potrebbe prendere una piega diversa, con una lotta serrata tra uomini da fuga come Lorenzo Fortunato, Einer Rubio, Jay Vine o Pello Bilbao. In particolare, Fortunato conosce bene queste strade e ha già mostrato in passato di poter reggere salite lunghe e finali esplosivi.

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