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L’Associazione contro tutte le mafie “Paolo Vive” – Barcellona P.G. in memoria di Paolo Borsellino e della sua scorta

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Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota a firma Tindaro Di Pasquale dell’associazione “Paolo Vive” in relazione all’odierno anniversario della strage di Via d’Amelio.

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Oggi, 19 luglio, ci stringiamo insieme per ricordare e onorare Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, uccisi barbaramente il 19 luglio 1992 in via D’Amelio.

Lo facciamo con profondo rispetto, ma anche con un’intenzione precisa: ricordarli per ciò che erano come esseri umani, oltre che come servitori dello Stato.

Non eroi irraggiungibili, ma uomini e donne veri, fragili e forti, che hanno scelto di non arrendersi alla paura.

Paolo Borsellino era un uomo che viveva con dignità e semplicità. La figlia Lucia ha raccontato spesso di come, anche nei giorni più duri, lui tornasse a casa cercando normalità: cucinare una pasta veloce, guardare un film con i figli, scherzare con il suo accento palermitano, sempre con l’ansia negli occhi ma senza mai trasmetterla agli altri.
Eppure sapeva. Lo sapeva benissimo.

Quando un giorno disse:

“Parlate di mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”,
stava chiedendo a tutti noi di non dimenticare, di rompere il silenzio. Sapeva che il silenzio è complice. E lui scelse di parlare, fino alla fine.

Gli agenti della sua scorta non erano “guardie del corpo”. Erano persone che avevano imparato ad affezionarsi a quell’uomo mite, ironico, che condivideva con loro caffè e stanchezza.
Emanuela Loi, 24 anni, era entrata in Polizia per aiutare economicamente la famiglia. Quando le dissero che avrebbe fatto parte della scorta di Borsellino, disse alla sorella:

“Mi hanno messa a fare una cosa importante, stavolta non è come le altre.”
Sapeva anche lei. Ma non si è tirata indietro.

Claudio Traina lasciò una moglie incinta del loro secondo figlio. Quando la moglie venne chiamata in ospedale dopo l’attentato, raccontò che la prima cosa che pensò fu:

“Sapevamo tutti che sarebbe potuto succedere, ma nessuno di noi voleva crederci davvero.”

Non erano ignari del pericolo, ma avevano fatto una scelta di vita. E quella scelta continua a brillare anche oggi, nella memoria e nella gratitudine di tutti noi.

In questo giorno così carico di emozione, l’Associazione “Paolo Vive” vuole dire grazie, con il cuore in mano, a tutte le donne e gli uomini della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Magistratura, che anche oggi, nel 2025, lottano ogni giorno nei nostri quartieri, nelle aule dei tribunali, nelle stazioni, nei piccoli gesti, portando avanti il sogno e l’eredità morale di Paolo Borsellino.

Un sogno fatto di giustizia, di coraggio, ma anche di umanità.

E oggi, nel silenzio che accompagna la memoria, non possiamo non rivolgere un pensiero spezzato al presente.

Barcellona Pozzo di Gotto ha perso due dei suoi figli, Mattia e Simone, due ragazzi di appena 17 anni, volati via troppo presto, in un momento che lascia sgomenta un’intera comunità.
Alle loro famiglie, ai loro amici, a chi ha condiviso con loro i sorrisi della giovinezza, va il nostro abbraccio più sincero.
Nessuna parola può colmare il vuoto. Ma nel ricordo e nell’affetto, Mattia e Simone continueranno a vivere.
Paolo vive, non solo nei discorsi, ma nelle scelte quotidiane di chi non si volta dall’altra parte.
Emanuela, Agostino, Vincenzo, Claudio e Walter vivono, nei volti di chi ogni giorno sceglie di servire lo Stato con onestà.
Mattia e Simone vivono, nel dolore e nell’amore di chi li ha conosciuti e non smetterà di portarli nel cuore.

E noi, come Associazione e come cittadini, continueremo a camminare, con umiltà, con rispetto e con la forza silenziosa di chi crede ancora che la giustizia sia possibile.
Sempre.

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