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Messina. Alessandra Calafiore sulla gestione della struttura “Fratelli Tutti”

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L’assessora alle Politiche Sociali Alessandra Calafiore: “Non avrei mai creduto che la senatrice Musolino potesse arrivare a usare persino i bisogni dei più fragili per conquistare un titolo di giornale”.

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Le dichiarazioni della senatrice Dafne Musolino sulla gestione della struttura “Fratelli Tutti” rappresentano un ennesimo escamotage per un pò di visibilità ma non è altro che un sistema profondamente offensivo nei confronti di chi, ogni giorno, lavora con professionalità e dedizione accanto alle persone più fragili della nostra città.

Senza la pazienza necessaria e con la foga di chi ha più bisogno di anticipare alla stampa il proprio “diritto all’esistenza politica” che di conoscere la realtà dei fatti, la senatrice – ormai autocandidata da sola alle prossime amministrative – ha centrato l’ennesima clamorosa cantonata.

Negli ultimi giorni, a seguito della scadenza naturale di alcuni contratti, l’Azienda Speciale Messina Social City ha proceduto – come prevede la legge – ad assumere nuovi operatori attingendo dall’ordine di graduatoria pubblica del profilo professionale Educatori D2.

Non si tratta quindi di decisioni arbitrarie né di improvvisazioni, ma di atti amministrativi trasparenti e regolari, frutto di selezioni pubbliche e non di nomine clientelari.

Sorprende e lascia sconcertati che una rappresentante delle istituzioni scelga di sminuire il lavoro degli operatori sulla base dell’età anagrafica e ignori i titoli di studio, formazione specifica e capacità professionali. È un approccio superficiale e offensivo, che tradisce una visione anacronistica e discriminatoria del servizio sociale.

In una struttura complessa come “Fratelli Tutti” è del tutto naturale che si verifichino momenti di turnover del personale. Questi passaggi vengono pianificati e gestiti con rigore, sotto il coordinamento di figure professionali qualificate come la coordinatrice dei servizi complessi e un’assistente sociale, e con l’affiancamento costante di operatori a tempo indeterminato per garantire continuità e trasferimento di competenze.

La verità è che la senatrice Musolino, ancora una volta, tenta di strumentalizzare un tema sensibile come quello della marginalità estrema per ritagliarsi visibilità politica, gettando discredito su un servizio che funziona, è trasparente e mette al centro la dignità delle persone accolte.

È un atteggiamento grave, irresponsabile e irrispettoso non solo nei confronti della Messina Social City e dei suoi operatori, ma soprattutto delle persone che abitano la casa di accoglienza e che meritano rispetto e non di essere trasformati in argomento da talk show o in terreno di scontro elettorale.

Credo sia opportuno, a questo punto, ricordare alla senatrice ciò che evidentemente le sfugge: abbiamo completamente cambiato la logica dell’accoglienza, costruendo un modello che mette davvero al centro le persone, i loro percorsi di autonomia e il reinserimento sociale, superando pratiche del passato che si limitavano a garantire un tetto senza offrire reali prospettive.

E forse la sola risposta che merita è che si è dimenticata di quando vestiva i panni della “sceriffa” anche con le persone in marginalità estrema che oggi finge di difendere, e di quando io stessa sono dovuta intervenire più volte per rimediare ai danni di quel suo modo di gestire.

Chi oggi tenta di impartire lezioni di welfare farebbe bene, prima di parlare, a guardarsi allo specchio e ricordare il proprio passato. Senatrice, passi pure al prossimo tema, dal momento che la sua attività preferita sembra essere ormai quella di tentare, senza successo, di screditare l’operato dell’amministrazione Basile, senza mai offrire un contributo costruttivo, né sul piano politico né attraverso la sua attività parlamentare.

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