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Premierato? O democrazia o teatro, decidano gli elettori

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Ah, la riforma del premierato, un’idea “forte” che pare volesse identificarsi come un’elisir di lunga vita, per quello che è rimasto della politica italiana.
Eh sì, quello che è rimasto, per la continua distruzione della classe dirigente che viviamo da anni e che, in pratica, inizia dalla cosiddetta “Seconda Repubblica”.
Il premierato, alla destra maniera, promette governi forti e stabili, decisioni rapide e incisive e una leadership riconosciuta, come se oggi non esistessero solo i leader praticamente, per il resto, quasi il nulla.
Grande proclama, di un’ennesima riforma istituzionale, che dovrebbe essere corredata da una riforma elettorale, questa si che bisogna modificarla e anche di corsa. Però qualcuno paventa che dai piani alti del Quirinale, il Presidente sarebbe contrario a varare una riforma elettorale a ridosso del voto. Come se non fosse mai successo. In realtà è quasi sempre stato così. Mi piace ricordare solo il “Mattarellum”, entrata in vigore a pochi mesi dalle elezioni.
Ma oltre al “Premier” cosiddetto eletto direttamente, basta inserire un bel “premio di maggioranza” in un Parlamento che oramai ha quasi perso tutte le sue peculiarità? perché sappiamo tutti che sono i governi a decidere e incidere sulla politica nazionale.
Se di riforma dobbiamo parlare, a questo punto facciamola seria e proponiamo l’elezione diretta del Capo dello Stato, mantenendo l’impalcatura della Repubblica Parlamentare, oppure in modo ancora più radicale, inseriamo il vero e proprio Presidenzialismo e non se ne parla più. Ma siamo sicuri che l’Italia è pronta a fare una riforma del genere?
Voliamo bassi, con i mezzi che abbiamo.
Una delle poche scelte da poter fare è quella dell’elezione diretta del Presidente della Repubblica, togliendo il settennato che ultimamente si sta trasformando in “quattordicennato” e anche di più, se qualcuno scopre qualche medicina che allunga la vita.
Il Presidente della Repubblica eletto direttamente, potrebbe essere dotato di una responsabilità politica e non soltanto di Palazzo, come è avvenuto negli ultimi anni…quasi da sempre in realtà e cioè da quando l’Italia è divenuta una Repubblica.
In questo modo, chi governa avrebbe una legittimazione chiara, personale incontestabile e univoca e la finiamo con i governi costruiti nei retrobottega dei partiti e in alcune stanze del Quirinale.
Eh comunque, mentre i nostri cari politici discutono di riforma elettorale da mettere accanto alla riforma del premierato, non ci ricordiamo che gli italiani avevano già scelto, tramite referendum, di bocciare il sistema elettorale maggioritario e quindi l’uninominale. Quindi, chi ancora parla di maggioritario ecc…, lo fa fregandosene del popolo?
Ma i referendum popolari, non sono solo consigli per gli acquisti, ma dovrebbero essere vincoli morali per chi ci governa.
Ma la riforma dell’elezione diretta del premier, che da noi non è ancora un vero e proprio Premier, ma Presidente del Consiglio dei Ministri, Primus Inter pares, che quindi guida e coordina gli altri ministri, non li “comanda”, non dimentichiamolo, deve essere accompagnata da una vera riforma elettorale, in teoria proporzionale.
Sarebbe il caso di reinserire le preferenze, basta liste bloccate, basta politici che si autoeleggono tramite i segretari di partiti, permettiamo ai cittadini di scegliere ed eleggere chi li rappresenta, già è bastato il taglio dei parlamentari che ha ridotto la rappresentanza di circa 1/3.
Quindi, alla fine della fiera, la questione non è “premierato sí o no”, ma come farlo diventare credibile e soprattutto legittimo, il resto è solo spettacolo da circo politico, dove ci rimettono solo i cittadini e non i teatranti.
Se la destra o qualche altro partito, vuole un premierato forte, non deve fermarsi solo a metà, ma fare una vera e propria riforma che dia responsabilità diretta e reale, rispettando gli elettori.
Altrimenti….. altrimenti ci arrabbiamo e il “premierato” resterà solo un bel titolo di giornale e nulla più.

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