14.4 C
Milazzo

Tour de France 2025 – Analisi 7a tappa – Saint Malo-Mur de Bretagne ( km 197,0)

Pubblicato il :

Saint Malo – Il Tour entra nel vivo con la settima tappa. Si tratta di una frazione affascinante, nervosa, disegnata tra le strade e le salite della Bretagna, una terra che trasuda ciclismo e che regala spesso giornate dense di significato. La corsa prende il via dalla suggestiva cittadina di Saint-Malo, affacciata sull’Oceano Atlantico, e si conclude sul leggendario Mûr-de-Bretagne, un arrivo già teatro di memorabili battaglie nella storia recente della Grande Boucle. La prima parte del percorso si sviluppa lungo strade prevalentemente pianeggianti, immerse in un paesaggio che alterna mare e campagna, con l’invisibile ma costante minaccia del vento a condizionare l’andamento della corsa. I primi 120 km scorrono via senza grandi dislivelli, mantenendosi sotto i cento metri di quota, ma la tensione potrebbe comunque rimanere alta a causa dell’esposizione al vento laterale, un elemento che in Bretagna può cambiare il volto di una tappa anche in assenza di vere difficoltà altimetriche. È nei 70 km conclusivi che il tracciato cambia volto. La strada inizia a muoversi con maggiore decisione, e il traguardo volante di Pledran, situato al km 139,2, rappresenta un primo punto di interesse tattico. Da lì in avanti si susseguono tratti vallonati e strappi brevi, fino a quando, dopo 177,2 km di corsa, si affronta la Cote du village de Mur-de-Bretagne, un’ascesa di 1,6 km con pendenza media al 4,1%. Si tratta di un preludio al primo passaggio sul Mur-de-Bretagne vero e proprio, due chilometri con pendenza media del 6,9%, già sede del traguardo provvisorio. Da quel punto i corridori dovranno percorrere un anello conclusivo di 13 km per tornare alla base della salita finale, che decreterà il vincitore di giornata e, con tutta probabilità, ridisegnerà anche la gerarchia tra i contendenti alla maglia gialla. Il grande favorito non può che essere Tadej Pogacar. Il campione del mondo ha finora gestito con intelligenza le energie, lasciando spesso spazio ai compagni nelle prime ore di gara e scegliendo con attenzione i momenti in cui colpire. La tappa di oggi sembra cucita sulle sue caratteristiche: salita breve, pendenze secche, finale esplosivo. La UAE Team Emirates XRG appare intenzionata a prendere in mano le operazioni nei chilometri conclusivi, imponendo un ritmo selettivo per mettere il proprio leader nelle migliori condizioni. Lo sloveno, quando arriva sul traguardo in salita in un gruppo ristretto, raramente sbaglia. La forma è buona, la fiducia è massima, e il traguardo del Mur rappresenta una di quelle occasioni in cui potrebbe decidere di assestare un altro colpo pesante alla concorrenza. A provare a resistere ci sarà Mathieu Van der Poel, reduce dalla vittoria a Boulogne-sur-Mer e dalla riconquista della maglia gialla. L’olandese ha già vinto sul Mur-de-Bretagne nel 2021 e conosce bene le insidie di questa salita. Tuttavia, le fatiche accumulate nei primi giorni di corsa iniziano a farsi sentire. Il finale della tappa verso Vire Normandie ha lasciato intravedere un primo segnale di difficoltà, ma Van der Poel resta un campione in grado di sorprendere anche quando appare al limite. In un arrivo come quello odierno, non necessariamente durissimo, potrebbe ancora trovare lo spunto vincente, soprattutto se riesce a gestire lo sforzo nella prima parte della salita. Jonas Vingegaard si presenta all’appuntamento con l’incognita della condizione. Il danese della Visma-Lease a Bike ha faticato nella cronometro di Caen e non sembra ancora il corridore dominante visto nelle ultime due edizioni del Tour. Tuttavia, la squadra potrebbe adottare una tattica più flessibile, lasciando spazio anche a Wout van Aert o a Matteo Jorgenson, entrambi capaci di dire la loro in una tappa mossa come quella odierna. L’obiettivo primario per Vingegaard resta quello di contenere Pogacar, cercando di non perdere secondi preziosi. E se i due dovessero affrontare insieme gli ultimi 2 km, il danese potrebbe anche tentare di sorprendere lo sloveno in una volata tattica. Remco Evenepoel rappresenta una delle variabili più interessanti. Il belga della Soudal Quick-Step ha mostrato grande brillantezza finora e potrebbe trovare in questo finale il terreno ideale per una delle sue accelerazioni secche. Più che attendere lo sprint, potrebbe scegliere di muoversi con anticipo, sfruttando la parte più dura del Mur per scompaginare il gruppo. Altri nomi da tenere d’occhio tra gli uomini di classifica sono quelli di Oscar Onley, che ha dimostrato solidità e una discreta velocità finale, e Kevin Vauquelin, due volte secondo alla Freccia Vallone, che potrebbe trovare nel Mur una versione semplificata dell’amato Mur de Huy. Il francese ha corso con intelligenza e intraprendenza nei primi giorni e sembra vicino alla forma migliore per tentare un colpo importante davanti al proprio pubblico. Romain Gregoire potrebbe essere la sorpresa della giornata. Il giovane corridore della Groupama-FDJ è staccato in classifica generale e potrebbe beneficiare di una certa libertà d’azione. Le sue caratteristiche sono perfette per questo tipo di finale: resistenza, esplosività, senso della corsa. Se riuscirà a rimanere a ruota dei migliori fino allo scollinamento, potrebbe sfruttare la volata per giocarsi la vittoria. Simili speranze coltivano anche Axel Laurance e Thibau Nys. Il primo ha già cercato di inserirsi nelle fasi calde della corsa, mentre il secondo, più nascosto finora, trova per la prima volta un arrivo adatto alle sue doti di corridore da classiche vallonate. Julian Alaphilippe, anche se lontano dai fasti del passato, ha mostrato segnali di crescita e determinazione. Le sue azioni sono state generose, a volte sfortunate, ma mai banali. Il tracciato di oggi gli si addice e potrebbe decidere di tentare il tutto per tutto. Più defilato ma sempre pericoloso è Marc Hirschi, spesso impiegato in ruoli di supporto ma capace di trovare spazi per cercare gloria personale. Anche per lui il Mûr-de-Bretagne potrebbe rappresentare un’occasione per emergere. Le fughe da lontano potrebbero trovare qualche spazio se il gruppo dovesse lasciare margine. In quel caso potrebbero provarci corridori con grande motore e capacità di resistere sul finale come Clément Champoussin, Matej Mohoric o Lenny Martinez. Quest’ultimo, in particolare, sembra aver corso con prudenza nei giorni precedenti, forse proprio per conservare energie per un attacco mirato. In condizioni ideali, la sua accelerazione potrebbe fare la differenza.

- Advertisement -

Il Mur-de-Bretagne è un traguardo carico di simboli e insidie. Non perdona esitazioni e raramente ha tradito le attese. In un Tour che finora ha vissuto di scintille e piccole fratture, questa tappa potrebbe rappresentare il primo vero spartiacque. L’ora della verità si avvicina.

- Advertisement -

Articoli Correlati

- Advertisement -spot_img
- Advertisement 4 -spot_img