San Mauro Canavese – La Vuelta a España 2025 saluta l’Italia con una tappa movimentata. La Gran Salida piemontese si conferma campo da gioco per tutti i corridori visto che dopo i velocisti e gli scalatori saranno i cacciatori di classiche a trovare pane per i propri denti nei 134,6 km tra San Maurizio Canavese e Ceres, con un arrivo in costante ascesa che apre a più scenari. La presenza di alcune salite, non durissime, ma comunque interessanti, nella seconda fase di gara, aprono ai cacciatori di tappe, ma ci sono anche uomini veloci resistenti che possono dire la loro ed eventualmente essere interessati a tenere chiusa la corsa.

Subito dopo la partenza da San Maurizio Canavese c’è uno strappo che potrebbe offrire un trampolino di lancio a chi vuole provare a far corsa dura sin da subito, anche se non ci vorrà molto prima che la strada inizi a salire, introducendo una prima parte di gara piuttosto semplice, almeno sino ai piedi dell’unico GPM di giornata. La salita di Issiglio (5,6km al 6,5%, max 13,9) fa da spartiacque alla giornata, segnando probabilmente un momento decisivo per comprendere le intenzioni delle varie squadre, specialmente se davanti non si è formata una fuga particolarmente numerosa. Dopo una discesa piuttosto lunga e segnata da alcuni momenti in contropendenza, la corsa arriva a Cuorgnè, da dove si torna nuovamente a salire, seppur più dolcemente. Ci saranno comunque momenti con pendenza attorno al 6%, per cui inseguire potrebbe costare fatica, soprattutto alle ruote veloci. Arrivati a Pratiglione, si tornerà a scendere, con lo strappo di Rivara nel mezzo, fino a Levone, da cui inizia un nuovo tratto collinare con pendenze crescenti fino a Corio. Anche qui si sale abbastanza dolcemente e in modo piuttosto regolare, ma è una fase che può restare nelle gambe e che può costare energie preziose. La nuova fase discendente terminerà a Villanovo Grosso, a 20 km dal traguardo, da dove si torna a salire con un lungo tratto in falsopiano fino ai piedi dell’ascesa finale. L’arrivo a Ceres sarà così posto al termine di un GPM di 2,6 km che non presenta difficoltà maggiori visto che la pendenza media è del 3,6%, con una massima del 7% nelle sue fasi centrali. Non è dunque un arrivo che vedrà andare in scena gli scalatori, ma ovviamente potrebbe essere troppo duro per la maggior parte delle ruote veloci, anche se ci sono alcuni corridori che possono tenere duro e regolare un gruppo ristretto. Il finale sembra disegnato su misura per Mads Pedersen (Lidl-Trek), che vorrà sicuramente lasciarsi alle spalle le esitazioni della prima tappa e che potrebbe far valere la sua classe in un finale che potrebbe tagliar fuori i velocisti puri e che potrebbe però nel contempo essere troppo “facile” per gli scalatori. Nel mezzo c’è proprio un corridore che sa fare tutto come il danese, capace sia di rispondere agli attacchi, sia di attaccare in prima persona e sia di essere forza dominante in un’eventuale volata ristretta. Al servizio dell’iridato di Harrogate 2019 ci sarà un Andrea Bagioli che ha fatto vedere una buona gamba nel finale di Limone Piemonte e che potrebbe anche mettersi in proprio nel caso l’illustre compagno di squadra incontri qualche difficoltà imprevista. “Velocista resistente” è la definizione di Orluis Aular (Movistar), già protagonista in positivo nel primo arrivo di questa Vuelta. Il venezuelano sa tener duro su salite come quella di Ceres e potrebbe far valere poi il suo spunto nella probabile, anche se non scontata, volata ristretta conclusiva. La squadra spagnola ha in organico anche un altro corridore che potrebbe ritagliarsi uno spazio importante in un finale simile, ovvero lo spagnolo Iván García Cortina. Un blocco che potrebbe risultare molto importante nell’andamento della tappa sarà poi quello della Ineos Grenadiers: un arrivo del genere pare perfetto per solleticare le ambizioni del britannico Ben Turner, che si presenta all’appuntamento con una condizione ragguardevole. In base a quelle che saranno le scelte strategiche della formazione inglese, potrebbero giocarsi le loro carte anche Victor Langellotti, sempre più convincente, e pure Filippo Ganna, per il quale le pendenze di giornata saranno tutt’altro che proibitivo. In chiave velocisti, bisognerà poi vedere quali saranno le intenzioni, e la condizione, di Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck), che ha sì fatto vedere di stare molto bene in occasione della prima tappa, ma che si troverà una frazione con quasi 2000 metri di dislivello positivo complessivo, oltre che una salita finale che non è durissima, ma che è pur sempre una salita. In caso il belga si chiami fuori, le speranze della squadra potrebbero essere dirottate su Edward Planckaert, corridore che sa assorbire bene pendenze non irresistibili. Fra i favoriti va messo di nuovo, con un certo rilievo, anche Tom Pidcock (Q36.5), ancora alla ricerca di un successo pesante in questa stagione: l’inglese si è mosso discretamente nel finale di Limone Piemonte e ha dichiarato di non essere del tutto soddisfatto del suo piazzamento. Chissà che le pendenze più “tranquille”, che dovrebbero tenere fuori dalla tenzone i grandi scalatori, non possano propiziargli lo scenario ideale per riuscire finalmente a incidere. Sulla carta, sarebbe stata una giornata molto adatta per Axel Zingle (Visma|Lease a Bike), ma il francese è caduto malamente nel finale della seconda tappa e le sue condizioni andranno valutate di ora in ora. Bryan Coquard (Cofidis) potrebbe poi far parte del novero dei velocisti resistenti in grado di tenere fino alla fine, ma dovrà sfoderare una gran prestazione, così come, se non di più, il duo della Israel-Premier Tech composto da Ethan Vernon e Jake Stewart, l’arrivo pare infatti fin troppo duro per entrambi, ma, soprattutto Vernon, sembra godere di una condizione invidiabile. Fra i corridori veloci che possono giocarsi le loro carte ci sono Jenthe Biermans (Arkéa-B&B Hotels), Anders Foldager (Jayco-AlUla), Arjen Livyns (Lotto) e anche l’italiano Nicolò Buratti (Bahrain Victorious), che potrebbe avere campo libero dalla squadra per coltivare le sue ambizioni. Ci sono poi diversi atleti che possono mettere in atto un attacco solitario negli ultimi chilometri, provando a scompaginare i piani delle varie squadre determinate a tenere chiusa la corsa. Occhio quindi a Finn Fisher-Black (Red Bull-Bora-hansgrohe) ed a Ivo Oliveira (UAE Emirates XRG), per il quale bisognerà comunque capire se e quali saranno le consegne di squadra, dati i due capitani da tenere al riparo da problemi, soprattutto nel finale. Una “sparata” potrebbe provarla anche Stefan Küng (Groupama-FDJ), che però non sembra vivere uno dei migliori periodi della sua carriera. La squadra francese potrebbe puntare sull’esperienza di Rudy Molard e sulla freschezza di Thibaud Gruel, anche se l’arrivo sembra un pizzico troppo duro per le caratteristiche di quest’ultimo, che è comunque molto giovane e quindi ancora di difficile inquadramento a questo livello. Qualche possibilità, in un finale convulso, almeno per quel che riguarda i piazzamenti, potrebbero averla Dion Smith e Huub Artz (Intermarché-Wanty), Guillermo Thomas Silva (Caja Rural-Seguros RGA) ed Eric Antonio Fagúndez (Burgos Burpellet BH).
Difficile che qualche uomo da classifica voglia provare delle azioni su una salita come detto troppo “morbida”, ma qualche lampo di Jonas Vingegaard (Visma|Lease a Bike), Giulio Ciccone (Lidl-Trek), Egan Bernal (Ineos Grenadiers), Juan Ayuso e Joao Almeida (UAE Emirates XRG) non è escludibile a priori. Improbabile, più che altro perché ci saranno tante squadre che vorranno tenere chiusa la corsa, che sia una giornata da fuga: se però lo scenario dovesse diventare propizio per gli attaccanti, sarà possibile vedere coinvolti nella caccia alla tappa Marco Frigo (Israel-Premier Tech), Hugo de la Calle (Burgos Burpellet BH), Javier Romo (Movistar), Chris Hamilton (Picnic PostNL), Harold Tejada (XDS Astana), Clément Braz Afonso (Groupama-FDJ), Gal Glivar (Alpecin-Deceuninck), Fabio Christen (Q36.5), Jordan Labrosse (Decathlon Ag2R La Mondiale) e Liam Slock (Lotto), oltre a quell’Alessandro Verre (Arkéa-B&B Hotels) che potrebbe andare nuovamente all’attacco inseguendo punti per la classifica dei Gpm, regolandosi poi di conseguenza.
