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FALLIMENTO “CENTRO CONVENIENZA” a Barcellona: Un ASSOLTO e due rinvii a giudizio

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Ieri il gup Giuseppe Sidoti, al termine di una lunga camera di consiglio, per la vicenda del fallimento di cinque società di grande distribuzione ha disposto il rinvio a giudizio per l’imprenditore messinese 74enne Nunzio Scozzafava, considerato amministratore di fatto del gruppo, e per il 61enne Carmelo Bellinvia, di Castroreale, amministratore di diritto delle stesse imprese poi finite in dissesto. Entrambi rinviati davanti al Tribunale di Barcellona a gennaio. Il gup ha invece prosciolto da ogni accusa il terzo indagato, il 35enne Augusto Scozzafava, originario di Messina e residente a Milazzo, figlio dell’imprenditore, in quanto non è emersa alcuna prova che lo colleghi a ruoli gestionali effettivi nelle società fallite.

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L’inchiesta svolta dal pm Emanuela Scali, coordinata dalla Procura di Barcellona, riguarda il fallimento di cinque società: Esse quattro srl (Centro Convenienza), Industrie Domino srl, Pelka Distribuzione srl, Gds Group spa e Centro Servizi Sud srl. Tutte riconducibili al gruppo imprenditoriale facente capo a Nunzio Scozzafava. Ai due imputati vengono contestati, a vario titolo e in concorso, i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale, documentale e preferenziale, false comunicazioni sociali e aggravamento doloso del crac previsti dalla legge fallimentare e dall’art. 2621 del codice civile.

Secondo l’accusa, Scozzafava e Bellinvia avrebbero, negli anni precedenti ai fallimenti, distratto somme per milioni di euro, svalutato crediti verso società del medesimo gruppo rinunciando al loro recupero, alterato i bilanci societari per occultare le perdite, e favorito taluni creditori a danno di altri. Per la Esse quattro srl, dichiarata fallita nell’ottobre 2020, la Procura quantifica in oltre 4 milioni e mezzo di euro l’ammontare delle somme distratte o dissipate; per la Pelka Distribuzione srl, il danno supera i 16 milioni di euro. Per le due società danneggiate la curatela fallimentare affidata all’avvocato Filippo Bisognano, attraverso l’avvocato Antonino Maio, si è costituita parte civile, chiedendo un risarcimento di 30 milioni. Sia Scozzafava che Bellinvia sono assistiti dagli avvocati Isabella Barone e Antonio Gatto di Messina. Avevano chiesto il non luogo a procedere sostenendo che molte delle operazioni contestate andavano lette nel contesto di un gruppo in ristrutturazione. Per il figlio Augusto Scozzafava, difeso dal legale Alessandro Cattafi, il giudice ha invece accolto la linea della difesa: non basta la contiguità familiare, per attribuire la qualifica di amministratore di fatto se non vi sono atti di gestione che provino un ruolo operativo.

(Giovanni Luca Perrone)

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