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Milazzo RICORDA gli EROI Rizzo, Tusa e Visalli, l’IRA dei fedeli al cimitero:”NESSUN AVVISO”

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Questa mattina, presso il Cimitero Monumentale di Milazzo, si è svolta una solenne cerimonia commemorativa in onore dell’Ammiraglio Luigi Rizzo di Grado e di Premuda, nativo di Milazzo ed eroe nazionale della Marina Militare ltaliana.

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Alla cerimonia hanno preso parte l’ammiraglio Davide Da Pozzo, Comandante della Quarta Divisione Navale, I sindaco di Milazzo Pippo Midili con una rappresentanza dell’amministrazione comunale, il Comandante della Capitaneria di Porto di Milazzo Capitano di Fregata Alessandro Sarro, Francesco Rizzo, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto, insieme alle autorità civili
militari della città e della provincia.
Presenti i familiari dell’eroe milazzese, numerose associazioni combattentistiche e d’arma nonché docenti e alunni dell’Istituto Tecnico Nautico “Leonardo da Vinci”, guidato dalla dirigente Stefania Scolaro, che hanno voluto testimoniare la vicinanza del mondo della scuola ai valori e alla tradizione della Marina Militare.
La cerimonia è stata ufficiata da padre Carmelo Russo, che ha guidato un momento di preghiera e di benedizione alla memoria dell’Ammiraglio Rizzo e di tutti i caduti.
Numerosi anche i cittadini che hanno voluto unirsi al momento di raccoglimento per rendere omaggio all’eroe milazzese.
La commemorazione si è aperta con la resa degli onori militari alla tomba dell’Ammiraglio Rizzo, cui è seguita la deposizione di corone d’alloro al Sacrario dei Caduti di tutte le guerre, situato anch’esso all’interno del Cimitero Monumentale.
La cerimonia si è poi conclusa con un momento di raccoglimento e di onore presso la tomba del Sergente Giuseppe Tusa, giovane milazzese che perse la vita nel tragico crollo della Torre Piloti del porto di Genova nel 2013.
Nel pomeriggio, inoltre, sono stati resi gli onori anche alla tomba del Secondo Capo Aurelio Visalli presso il cimitero di Venetico. Alla presenza del Comandante della Capitaneria di Porto di Milazzo, Capitano di Fregata Alessandro Sarro, e di una rappresentanza dei militari della Capitaneria, è stato deposto un cuscino di fiori per rendere omaggio al sottufficiale Medaglia d’Oro al Valor di Marina, tragicamente scomparso cinque anni fa, nel 2020, durante un’operazione di soccorso in mare.
La cerimonia, che si svolge ogni anno ed e organizzata dalla Marina Militare nel quadro delle celebrazioni del 2 novembre, Giornata della Commemorazione dei Defunti, rinnova il legame profondo tra la comunità milazzese, la Marina Militare e la memoria di coloro che hanno servito la Patria con onore e coraggio. Intanto monta la veemente protesta di quasi un centinaio di fedeli che recandosi nel primo pomeriggio al Gran Camposanto in attesa della funzione religiosa per la solenne commemorazione dei defunti, si sono visti rispondere dal custode che la Santa Messa si era svolta questa mattina. Alcuni di loro hanno chiesto informazioni anche agli agenti della Polizia locale in presidio fisso e confermata questa disposizione hanno reagito con amarezza e delusione. “Da diciotto anni sono rimasta vedova e ogni anno mi reco al cimitero per assistere alla Messa che si è sempre celebrata di pomeriggio”- racconta una donna in esclusiva a Sicilia Tabloid- rappresentando le istanze di decine di familiari sconfortati-. “Eravamo quasi cento le persone presenti, in molti abbiano protestato dal custode che sconsolato ci ha risposto che nemmeno lui sapeva fosse stata anticipata al mattino di oggi. Un gruppetto ha chiesto conto e ragione ai Vigili Urbani che anche loro comunicavano dispiaciuti dell’avvenuta celebrazione”-continua la donna-. “In molti ci chiedevamo perché l’Amministrazione comunale non ha avvisato la cittadinanza di questo nuovo orario, dato che tutti davamo per certi la Messa alle 15.30 come da sempre successo- incalza la cittadina milazzese-. Oltre al dolore che ogni anno si rinnova per la perdita dei nostri cari non e’ giusto subire la privazione di un diritto, quello di poter pregare per i nostri cari defunti. Questo nessuno lo può negare”.
(Giovanni Luca Perrone)

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