La permanenza di Giacomo Matteotti a Messina.
Nella settimana dello studente, mercoledì 12 febbraio 2025, il Liceo Medi di Barcellona Pozzo di Gotto ha avuto l’onore di ospitare il professor Giuseppe Restifo, storico di rilievo, per una conferenza dedicata a un episodio poco conosciuto della vita di Giacomo Matteotti: la sua permanenza a Messina.


Giuseppe Restifo ama definirsi un “cuntastorii”, termine che in dialetto siciliano significa “racconta storie”. Il suo approccio alla storia è stato caratterizzato, dall’attenzione alle psicologie collettive, alla sensibilità ed alla mentalità religiosa, agli uomini comuni e alla vita quotidiana. In questa maniera, sono stati recuperati alcuni soggetti, come le donne, i contadini e i poveri, in genere, che, in passato, non sono stati considerati degni di attenzione dalla storiografia tradizionale, perché rimasti, appunto, ai margini della grande Storia, e, perciò, sic et simpliciter trascurati.
Gli studenti hanno visto sgretolarsi la concezione eroica della storia e il recupero dei nuovi soggetti storici, gli uomini comuni, la gente semplice, i soldati delle retrovie, il popolo, “reietti”, “ivermi della terra”, gli “avanzi della storia”.

Professore universitario in pensione e autore di numerose pubblicazioni, si è occupato in particolare della storia della Sicilia e del Mediterraneo, analizzando con rigore scientifico i fenomeni politici e sociali che hanno segnato queste realtà. Grazie alla sua approfondita conoscenza delle dinamiche storiche, ha saputo offrire una prospettiva originale sugli eventi trattati, arricchendo “il racconto” con dinamiche personali di Matteotti, durante il soggiorno siciliano.
L’iniziativa, voluta dagli studenti, si inserisce in un più ampio percorso di approfondimento storico e civile, volto a riscoprire figure chiave della nostra storia nazionale. Durante l’incontro, il professor Restifo ha illustrato con grande chiarezza il contesto storico in cui si inserisce il soggiorno messinese di Matteotti, figura simbolo della resistenza al regime fascista.

Matteotti, noto per la sua ferma opposizione a Benito Mussolini e per il celebre discorso alla Camera che gli costò la vita nel 1924, trascorse un periodo a Messina dal 1917 alla primavera del 1919. Durante la sua permanenza, fu confinato nella fortezza di Campo Inglese, vicino alla città, a causa delle sue posizioni politiche contrarie alla guerra. L’hotel in cui soggiornava (Sant’Elena) era stato ricostruito in legno dopo il terremoto di Messina, ciò evidenzia le condizioni economiche e sociali della città in quel periodo.
Ebbe modo di entrare in contatto con intellettuali e figure politiche locali, tra cui studiosi e militanti socialisti, con cui condivise idee e prospettive sul futuro politico dell’Italia. In particolare, Matteotti si interessò alle problematiche del lavoro e alla situazione dei soldati braccianti, spesso analfabeti. Conscio dell’alto tasso di analfabetismo dei siciliani, decise di acquistare banchi e sedie per organizzare lezioni destinate a migliorare il livello di istruzione di questi lavoratori.

Questo gesto dimostrò concretamente il suo impegno per la giustizia sociale e l’educazione delle classi meno abbienti al punto che i contadini, riconoscendone la cultura e la passione educativa, lo chiamassero affettuosamente “il professore forestiero”. Nonostante fosse un confinato politico, riuscì a farsi apprezzare dalla popolazione locale, che vedeva in lui una figura disponibile e desiderosa di migliorare le condizioni della gente comune, a tal punto che negli annisuccessivi i messinesi intitolarono un villaggio con il suo nome.
Inoltre Restifo “racconta” il grande amore della moglie cattolica praticante, che pur di non perderlo rinuncia al matrimonio in chiesa; l’amore coniugale vissuto in furtivi incontri clandestini; “racconta” il suo amore per il cielo, il mare siciliano; la richiesta di quest’ultimo alla moglie di un costume per poter godere della bellezza del mare siciliano.
La conferenza ha permesso agli studenti di comprendere meglio non solo la figura di Matteotti, ma anche il ruolo della Sicilia come crocevia di idee e fermenti politici nel primo Novecento. L’incontro con il professore Restifo ha rappresentato un’importante occasione di confronto, stimolando l’interesse degli studenti: infatti il modo straripante e coinvolgente con cui lo storico ha raccontato gli eventi ha entusiasmato tutti gli animi.
Il successo dell’iniziativa testimonia il desiderio degli studenti di approfondire tematiche storiche spesso non trattate nei programmi scolastici, e sottolinea il valore di incontri con esperti per arricchire il proprio bagaglio di conoscenze. Alla luce di questa esperienza, il Liceo Medi auspica di poter organizzare in futuro altri eventi di questo genere, coinvolgendo figure di spicco del panorama storico e culturale per offrire agli studenti una formazione sempre più completa e consapevole.Il merito dell’incontro va riconosciuto ai rappresentanti d’istituto (Antonino Puliafito, Matteo Genovese, Filippo Siracusa, Carmelo Aliberti), alla professoressa Rosalba Buemi ed all’immenso professore Peppino Restifo.
(Articolo degli alunni: Asprea Laura, Calabrò Domenico, Calpona Chiara, Cambria Alessandro).



