«Da anni denunciamo le storture del numero chiuso e dei nuovi meccanismi di accesso a Medicina. Oggi siamo al paradosso: test venduti su Telegram per poche decine di euro e foto delle prove che circolano sui social durante e subito dopo gli esami. È uno scandalo che mette definitivamente in crisi la credibilità dell’intero sistema di selezione». Lo dichiara Calogero Leanza, deputato regionale del Partito Democratico e vicepresidente della Commissione Sanità dell’ARS, primo firmatario del ddl voto per l’abolizione del numero chiuso e per un accesso realmente meritocratico ai corsi di Medicina.

«Mentre migliaia di ragazze e ragazzi affrontano il semestre filtro tra sacrifici economici e psicologici, c’è un mercato nero di domande e risposte che prospera nelle chat. Nelle stesse ore delle prove, compaiono foto dei test scattate in aula, messaggi di chi dichiara apertamente di aver copiato o sostenuto l’esame “in gruppo”. Tutto questo non è solo un’irregolarità: è una vergogna per il Paese e un insulto a chi studia onestamente».
«Chiedo al Governo e alla ministra Bernini – prosegue Leanza – un intervento immediato: piena trasparenza su quanto accaduto, verifiche rigorose negli atenei, tutela per gli studenti danneggiati e una revisione radicale di questo modello. Non si può continuare a parlare di merito mentre si tollera un sistema che permette a chi paga e bara di avere un vantaggio sugli altri. Così il semestre filtro si trasforma nell’ennesimo numero chiuso mascherato e in un enorme generatore di ingiustizie. Si annullino le prove e si garantisca il diritto allo studio». «Se le istituzioni non saranno all’altezza – conclude – sarò al fianco degli studenti in ogni sede. È ora di dire basta a un meccanismo che ogni anno produce scandali, ricorsi e sfiducia. Lo ripeto senza giri di parole: questo è uno spettacolo indegno, una vergogna che va fermata subito».
La situazione a Messina fotografa perfettamente la crisi nazionale: su 991 partecipanti al primo appello, solo l’11,6% ha superato Fisica. Meglio Chimica (18,6%) e Biologia (35,7%), ma il quadro resta critico. Se il trend venisse confermato anche per la sessione di ieri, si verificherebbe un cortocircuito storico: i posti disponibili negli atenei potrebbero superare il numero degli studenti idonei.



