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Acqua da bere e sistemi di trattamento domestici

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Il nostro tesoro più grande? Certamente l’acqua.

Essa permette la vita nei mari e sulla terra, funge da volano termico regolando il clima, è il principale costituente del corpo umano.

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È elemento base per la vita ed è il primo composto che si cerca nelle esplorazioni e indagini extraterrestri.

Detto ciò, risulta naturale che ognuno di noi cerca la migliore acqua da bere! Sono ormai lontani i tempi quando i miei nonni riempivano bottiglie e damigiane di vetro alla fontanella di quartiere o dal rubinetto dell’acqua “corrente” di casa. Oggi si preferisce acquistare acqua minerale; ce ne sono per tutti i gusti sul mercato: dalla super leggera, alla poverissima di sodio, passando per la ricca in calcio ed effervescenti naturali e variamente addizionate. Tutte uniche e quindi priva di senso ogni classifica a riguardo.

In Italia si possono contare oltre 200 etichette di acqua confezionata e noi italiani siamo grandi consumatori di acqua minerale.

Qualcosa sembra però volgere al passato: noto sempre più di frequente che ristoranti e pizzerie somministrano acqua in eleganti bottiglie di vetro con in etichetta la dicitura “acqua microfiltrata” in luogo delle solite minerali e questa moda (ovvero quella dell’acqua trattata) va diventando sempre più casalinga.

Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di acqua distribuita dall’acquedotto comunale ma trattata prima dell’imbottigliamento.

Di sicuro, questa nuova abitudine riduce l’emungimento dalle fonti minerali, contiene il consumo di plastica e l’inquinamento dovuto al trasporto, azzera il fastidio di sollevare pesanti fardelli e incrementa il consumo di acqua comunale. Pare si sia finalmente innescato un circolo virtuoso volto a non sprecare il nostro bene più prezioso. Tutto sta in piedi però grazie agli apparecchi che si prendono in carico il “trattamento” della risorsa idrica promettendo caratteristiche qualitative eccezionali dell’acqua prodotta.

Dato il proliferare di stand nelle sagre e nei centri commerciali, l’economia che sta dietro il settore del trattamento acque domestiche è certamente non marginale e, a rafforzare questa congettura è il fatto che, sono certo, ognuno di noi ha ricevuto almeno una telefonata dove ci veniva annunciata la vincita di un’unità di trattamento acqua o del suo uso in comodato (gratuito!) a patto di siglare un contratto per la manutenzione dell’unità e sostituzione delle parti a consumo.

La cosa interessante, e non trascurabile, è che esistono sistemi di trattamento per ogni esigenza e portafoglio partendo dalle caraffe filtranti, passando per i vari filtri da rubinetto o sotto lavello a carboni attivi, a cartucce e ceramici, unità di ultrafiltrazione, sistemi addolcitori a scambio ionico e magnetici, sistemi ad osmosi inversa, sistemi precedenti variamente integrati perché, ricordiamolo, non tutti fanno tutto e bisogna sempre tenere a mente le definizioni: sono proprio i tecnicismi che spesso fanno la differenza!

Entrando in maggior dettaglio, le caraffe filtranti sono caratterizzate dalla presenza di un filtro che trattiene per lo più il particolato solido. Nelle caraffe il piccolo ingombro richiesto al filtro ne limita la capacità. Lo stesso discorso di massima vale per i sistemi filtranti da rubinetto o sotto lavello che, godendo però di maggior spazio, consentono l’applicazione di filtri specifici e per più esigenze: particolato, cloro in eccesso, … e possono gestire portate maggiori.

L’ultrafiltrazione è una filtrazione piuttosto spinta che consente di arrivare a filtrare perfino i corpuscoli delle dimensioni dei batteri ma richiede energia.

Gli addolcitori consentono, per scambio ionico, di ridurre la durezza dell’acqua trattata; in particolare tali moduli, utilizzando resine scambiatrici, sostituiscono gli ioni calcio e magnesio con ioni sodio. Le resine periodicamente vanno poi rigenerate o sostituite.

Le unità ad osmosi inversa utilizzano invece la capacità di certe membrane polimeriche di essere selettivamente permeabili. Queste unità, consumando energia elettrica, dissalano l’acqua in ingresso producendo un permeato a minor tenore salino e scaricando in fogna il concentrato scartato.

Ciascuna di queste tecnologie ha un suo campo d’azione ben definito e a questo occorre riferirsi al momento di un eventuale acquisto.

Ricordiamo che i sistemi filtranti non rendono più salubre l’acqua e i filtri vanno periodicamente cambiati per evitare rotture e rilascio del filtrato.

I sistemi a scambio ionico, sostituendo calcio con sodio, modificano la composizione chimica dell’acqua e risultano poco adatti a chi vuole o deve seguire diete povere di sodio o contrastare l’osteoporosi.

I sistemi ad osmosi inversa impoveriscono l’acqua di tutti i minerali contenuti che vengono eliminati dal sistema consumando altra acqua (si può arrivare a consumare anche 3 litri di acqua per produrne un litro demineralizzata!).

Ad un’analisi più approfondita forse questi sistemi sembrano non essere così meravigliosi o necessari.

Nonostante ciò, come mai sono così diffusi?

Una prima risposta potrebbe essere legata all’ignoranza o, per meglio dire, alla non conoscenza dell’argomento da parte del consumatore medio nonché alla capacità dialettiche dei venditori abili nel presentare l’uovo di colombo che tale non è; una seconda risposta potrebbe invece collegarsi alla mancanza di fiducia del consumatore nella qualità dell’acqua fornitagli dall’acquedotto.

A tal proposito, l’acqua distribuita dagli acquedotti comunali è normalmente potabile e di buona qualità nonché costantemente controllata. Invito chiunque a chiedere all’ente di riferimento e pertanto qualunque trattamento a valle risulta quantomeno inutile se non controproducente!

Riassumendo: ridurre sprechi è il primo passo per preservare qualità e quantità della risorsa idrica a nostra disposizione nonché ridurre l’inquinamento correlato; informatevi sulla qualità dell’acqua distribuita dal comune e, se intendete comunque acquistare un sistema di trattamento domestico, affidatevi ad esperti qualificati del settore soppesando pro e contro di ogni soluzione proposta, perché non è tutto oro ciò che luccica e, a bilanci fatti, oltre ad un conto salato potreste non essere voi a bere un buon bicchier d’acqua!

(Giovanni Gargano)

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