“Come acqua aderisco a tutte le forme”, l’ideologia muore e l’opportunismo regna sovrano…
Altro che ideologia, la politica italiana è sempre stata il centro di gravità permanente del “cambio casacca”. Lo sport nazionale che amano molti politici italiani. Dalle nostre parti il trasformismo politico non è visto come un difetto, ma come un’arte nazionale che ha attraversato la storia del nostro paese da Depretis e Giolitti, fino ai giorni nostri con Conte e Renzi.

La regola principale dei nostri politici è molto semplice: “Sopravvivere”.
“Come acqua aderisco a tutte le forme” era la frase esistenziale di uno dei maggiori rappresentanti della DC siciliana.
Quale frase meglio rappresenta quello che è il trasformismo?
Potremmo facilmente scrivere una serie TV raccontando tutti gli spostamenti avvenuti nel corso degli anni, anche focalizzandoci soltanto negli ultimi decenni.
Deputati che cambiano gruppi parlamentari, partiti, coalizioni, maglietta, pantaloncini e anche calzettoni e scarpini, tutto nel giro di poche partite. Non riescono a finire neanche il campionato.
Anche i partiti ormai hanno preso la stessa tendenza cambiando alleanze repentinamente. Poi ci sono anche i partiti che nascono e muoiono in poco tempo.
Il Centro di gravità permanente è proprio il “Centro”. Un terreno invincibile, dove in pochi minuti (calcisticamente parlando), si passa da essere sconfitti a diventare vincitori. In alcuni casi molti veterani e professionisti della politica hanno anche l’ardire di ricostruirsi una verginità politica.
Ma la medaglia di campione del trasformismo degli ultimi anni spetta al Movimento 5 Stelle che da partito antisistema diventa il sistema stesso. Passa dal governo con la Lega, a quello con il PD e per non sbagliare, anche all’appoggio al governo Draghi, come se nulla fosse.
Ovviamente il trasformismo non esclude nessuno dal gioco, anche i partiti storicamente identitari come Fratelli d’Italia ne sono affetti.
Qual è il risultato finale?
Il popolo è sempre più disilluso e stanco di questa commedia all’italiana e per questo sempre più italiani non vanno più a votare, portando in certi casi ad un astensionismo superiore al 50% degli aventi diritto.
Ma non ci sono problemi, “cambiare casacca” ci fa avere il record mondiale di adattabilità che come dicevamo non è un difetto ma pura arte. Peccato che a trasformarsi sia tutto tranne che i problemi della società che restano sempre lì.
“Chi cambia campa”.
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