15.9 C
Milazzo

CAPOLARATO sui benzinai a Barcellona: UDIENZA A GENNAIO PER MARCHETTA E BIONDO

Pubblicato il :

Nuovo capitolo nell’inchiesta sul capolarato a Barcellona. Il gip Giuseppe Caristia, su richiesta del procuratore capo Giuseppe Verzera, ha disposto il giudizio immediato nei confronti di Maurizio Sebastiano Marchetta e Salvatore Biondo, entrambi 56enni di Barcellona, accusati del reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, il caporalato, ai danni di 9 lavoratori impiegati come benzinai nella stazione di rifornimento di Viale Sicilia gestita dalla società “Sikelia Oil” s.r.l. La richiesta di giudizio immediato è stata avanzata dalla Procura dopo la conferma del quadro cautelare da parte del Tribunale del Riesame di Messina, che ha ritenuto sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari nei confronti dei due amministratori barcellonesi. I due imputati citati in giudizio dovranno davanti al Tribunale in composizione monocratica, in persona della dottoressa Silvia Spina, nell’udienza del 13 gennaio 2026.

- Advertisement -

A fare da presupposto alla richiesta di giudizio immediato formulata dal dottor Verzera è stato il precedente passaggio davanti al TdR, presieduto dalla giudice Maria Vermiglio. Il collegio, chiamato a pronunciarsi sui ricorsi presentati dai legali difensori Ugo Colonna e Nino Aloisio, ha disposto il dissequestro delle somme pari a 352.359,23 euro, bloccate sui conti della Sikelia Oil s.r.l. e vincolate ai fini della confisca diretta al momento degli arresti, ritenendo non più necessario il mantenimento di quel vincolo patrimoniale. In occasione del sequestro, il Gip aveva accolto la richiesta della Procura di prevedere, in caso di incapienza dei conti societari, la possibilità di un sequestro per equivalente sui beni personali di Marchetta e Biondo fino al medesimo importo. Il Riesame ha però limitato l’ambito delle misure reali, disponendo il dissequestro delle somme giacenti sui conti della società. Diverso, invece, l’esito per le misure personali: il TdR ha rigettato la richiesta di annullamento dei domiciliari, confermando la misura cautelare, ritenendo ancora attuale il rischio di reiterazione dei reati e il quadro indiziario ricostruito dalla Procura. Marchetta e Biondo restano dunque ai domiciliari, con obbligo di braccialetto elettronico, divieto di allontanarsi dalle loro abitazioni senza preventiva autorizzazione e divieto di comunicare con persone diverse da conviventi o assistenti autorizzati. Proprio questa decisione del TdR ha indotto il procuratore Verzera a chiedere al gip Caristia il giudizio immediato, ritenendo il quadro probatorio già sufficiente per sostenere l’accusa in dibattimento senza passare dall’udienza preliminare e nel rispetto del termine di 180 giorni dall’esecuzione della misura.

Un’indagine che dopo la coraggiosa denuncia nel 2023 di uno dei dipendenti licenziati è andata avanti anche con intercettazioni telefoniche e ambientali delle Fiamme Gialle.

In più occasioni i dipendenti avrebbero incontrato Marchetta e Biondo manifestando loro le rimostranze e il malcontento soprattutto per le trattenute giustificate da ammanchi di cassa, per non aver ricevuto il pagamento degli straordinari e dei permessi mai goduti. Ma i due amministratori, sostiene l’accusa, “erano soliti rispondere testualmente “se vi piace è cosi. Se non vi piace, siete liberi di andarvene”.

Marchetta, architetto già vice presidente del consiglio comunale in quota An ed iscritto alla massoneria del Longano, è per cosi dire una vecchia conoscenza delle cronache barcellonesi. Passò dall’essere l’enfant prodige della destra barcellonese a dichiarante e poi collaboratore di giustizia con l’operazione antimafia “Sistema” ma non è stato ritenuto attendibile nelle sue dichiarazioni.

(Giovanni Luca Perrone)

- Advertisement -

Articoli Correlati

- Advertisement -spot_img
- Advertisement 4 -spot_img