Cade il reato associativo in Appello, dopo le undici pesanti condanne del primo grado, al processo per un vasto traffico dello spaccio di droga tra Messina e Torregrotta, smantellato dai carabinieri e dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina nell’aprile scorso che fruttava un giro d’affari di 20 mila euro mensili. Pesanti gli “sconti” di pena nell’inchiesta denominata “Principale”, che fu il risultato di un’indagine condotta dai militari della Compagnia di Milazzo da cui emerse l’operatività di un sodalizio, dedito all’intenso smercio di cocaina, crack, hashish e marijuana nella base di Torregrotta. I militari dell’Arma scoprirono a seguito di segnalazioni di alcuni cittadini che la droga era venduta ad acquirenti della zona o provenienti da Milazzo e altri comuni, da Messina e Barcellona Pozzo di Gotto.

Erano in tutto 11 gli imputati in questo troncone d’inchiesta, che all’epoca avevano scelto il giudizio abbreviato per ottenere agevolazioni di un terzo della pena.
In concreto otto riduzioni di pena, una dichiarazione di morte del reo, e due conferme: Salvatore D’Amore, di Milazzo (9 anni e 18mila euro di multa in “continuazione” con una precedente condanna a 4 anni, ha registrato una forte decurtazione rispetto al primo grado, la pena effettiva del processo è di 5 anni); Giuseppe Di Blasi, di Messina (condanna confermata); Roberto Duchino, di Messina (4 anni e 14mila euro); Filippo Iannelli, di Messina (6 anni e 15mila euro); Concetta Maestrale, di Messina (un anno e 2mila euro); Salvatore Minutoli, di Messina (3 anni e 4 mesi, più 12mila euro); Antonino Papale, di Messina denominato nelle conversazioni da D’Amore “U principali” (10 anni e 24mila euro); Maurizio Papale, di Messina (dichiarazione di “morte del reo”); Roberto Papale, di Messina (conferma della sentenza di primo grado); Francesco Spadaro, di Messina (6 anni e 12mila euro); Damiano Rizzo, di Messina (2 anni e 8mila euro).
Hanno difeso i legali Tancredi Traclò, Salvatore Silvestro, Gianmarco Silvestro, Alessandro Trovato, Rita Pandolfino, Alessandro Faramo e Antonello Scordo.
(Giovanni Luca Perrone)
