“L’Anno Zero”… ha evidenziato aspetti privi di spessore sociale ed umano portando alcune persone ad informarsi e confrontarsi su tematiche fino a quel momento delegate a figure professionali.
Sanità, Scuola, Giustizia: difficile parlarne quando non si ha un pezzo di carta che ti identifica come avvocato, insegnante, medico, ma in un’epoca in cui si apre una falda enorme che indica non più la categoria ma la qualità e la professionalità del soggetto che ne fa parte, le domande e gli interrogativi nascono spontanei e tutto diventa discutibile per il bene dell’umanità… ed ecco che la persona in qualità di genitore, di nonno, le stesse figure professionali si sentono “obbligate” a farsi delle domande ed a chiedersi se affidarsi alla cieca a professionisti del settore (figure che hanno riposto poca fiducia nella nostra Costituzione dimostrando poca forza nel difendere, tutelare, curare) fosse ancora la cosa più giusta e dignitosa.

Per puro spirito di sopravvivenza alcune persone sono andate alla ricerca di chiarezza in un mare di cinismo per tutelarsi da un male che diffondeva sempre più: la presunzione del sapere!
Spesso si andava incontro a notizie prive di fondamento ma con grande responsabilità ed ammettendo i propri limiti hanno trovato delle risposte pagando in prima persona la decisione di aprirsi alla conoscenza pur non avendo il “titolo”, quel pezzo di carta fondamentale per potere essere qualcuno in un contesto sociale fatto di livelli, gradini e fronzoli… ma inutile per chi ha scelto di rendere “visibile” la sua posizione: a testa alta, fieri per non avere abbassato la guardia anche quando le offese e gli insulti arrivavano senza un “Ma” nè un “Perchè”, senza una logica umana, una spiegazione scientifica, un confronto civile… ferite che ancora oggi fanno male ma che portano il segno dell’orgoglio di un sapere lontano dall’indottrinamento che toglie qualsiasi possibilità di critica.
Ecco il pensiero di Ana Acosta Rodriguez (che invito a leggere) dedicato alla madre Pecora Nera, la madre che nuota controcorrente, che rinuncia alle regole quando ritiene che le stesse non siano educative e produttive per i propri figli, la madre che sceglie il sesto senso, l’istinto, la pancia, l’intuizione; la madre che sà di essere additata ma accetta quel bisbiglio alle spalle perchè ha affrontato con coraggio il peso dei traumi familiari ed il peso della solitudine… perchè essere una pecora nera è essere solitari ma alzando la testa si riesce a vedere la magia, quella luce che accende la coscienza e l’evoluzione dello spirito.
(Carmen Trovato)
