In seduta comune alla presenza del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Parlamento riunito in seduta comune nel pomeriggio di oggi a Roma, presso l’Aula di Montecitorio alla Camera dei Deputati per la commemorazione di Papa Francesco, presenti i due Presidenti Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa.

Proprio il Presidente della Camera dei Deputati ha preso per primo la parola tracciando una biografia di Bergoglio e illustrandone le caratteristiche, a partire dal nome che scelse, Francesco. “È stato pastore tra la sua gente, pellegrino di pace e testimone di misericordia”, ha chiuso Fontana. A seguire Ignazio La Russa, Presidente del Senato, che ha sottolineato come “la profondità del Suo messaggio di fede e di speranza ha saputo toccare le corde più profonde dei nostri cuori.”
A questo punto è stato osservato un minuto di silenzio e poi tutti in piedi, deputati, senatori e ministri, per l’applauso. Quindi sono partiti gli interventi dei rappresentanti dei gruppi, a partire da Galeazzo Bignami di Fratelli d’Italia, seguito dalla leader dem Elly Schlein, Simonetta Matone per la Lega, Giuseppe Conte per i pentastellati, Lupi, Gasparri, Renzi, Bonetti e Zanella.
Bignami, in rappresentanza di Fratelli d’Italia, ha affermato che “il Papa non è di una parte, non parla a una parte, ma parla a tutti”. Francesco “non si è mai sottratto al confronto con chi aveva sensibilità diverse”, ha concluso, “la sua cifra è stata la semplicità e l’amore incondizionato per la sua gente”. Forti le parole di Elly Schlein in rappresentanza del Partito Democratico: “Merita il nostro ricordo e il nostro cordoglio, non merita l’ipocrisia di chi di chi non ha mai dato ascolto alle sue parole in vita e deporta migranti, nega l’emergenza climatica e nega le cure a chi non se le può permettere”.
Matone per la Lega, si è così espressa: “La pace era la sua ossessione così come lo erano la giustizia e la libertà umane, è stato severamente misericordioso e misericordiosamente severo”. Anche Giuseppe Conte per il Movimento 5 Stelle ha affermato: “Con grande forza d’animo ha spinto la Chiesa a rifuggire le vecchie tentazioni di trasformarsi, parole sue, in una élite intellettuale o mondana, invitandola a essere presente nei luoghi anche più reconditi, dove albergano ingiustizie e sofferenze”.
Per Noi Moderati Maurizio Lupi ha manifestato “gratitudine a Papa Francesco, per la sua vita e il magistero. Trovo superfluo discutere se sia stato un Papa progressista o conservatore: è stato entrambe le cose, perché la Chiesa è abituata a progredire nella storia e consegnare la tradizione, Francesco non ci ha offerto sociologiche ma ci ha invitato a tornare all’essenziale”. Anche Maurizio Gasparri di Forza Italia ha sottolineato i temi della “famiglia e della vita” affrontati “con tanto coraggio”, la questione dell’aborto, parte di quella “cultura dello scarto”. “Forti le sue espressioni sulla pace”, “è stato un Papa osannato su alcune questioni e oscurato su altre. Qualcuno” oggi “ha usato la parola ipocrisia, le ipocrisie sono state tante, anche di chi lo cita sempre e non ha mai seguito il percorso della fede”.
Matteo Renzi, nella commemorazione in Aula in ricordo di Papa Francesco, ha addirittura citato Fabrizio De Andrè e il testo della canzone “Il testamento di Tito”: “Il Papa per mestiere ci insegna come vivere, prova a indicarci come vivere” e “l’uomo Bergoglio ci ha insegnato come morire. E’ molto buffo che ciascuno cerchi di accaparrarsi un pezzettino della sua eredità: chi lo ricorda per i carcerati dimentica le sue parole sull’aborto, chi lo ricorda per la per famiglia dimentica le sue parole sui lager libici”. Ma proprio perché “era il capo della cattolicità ci ha insegnato il valore della laicità. Parlare con lui era un dono, non è che avesse un caratterino facile… era un uomo anche bello tosto, aveva una straordinaria cura per i bambini e per la famiglia”, ha concluso Renzi.
Chiusura con Elena Bonetti (Azione): “un pastore che ha aperto Chiesa a tutti anche alle donne. E’ stato operatore di fraternità. Segno indelebile fu l’enciclica ‘Fratelli tutti’, resta come guida del nostro cammino” e con Zanella (AVS), che con commozione: “Senza di lui potenti incontrastati. Speravamo che rimanesse ancora a lungo con noi, il mondo ne avrebbe un estremo bisogno. Ora l’intero pianeta è più a rischio, l’umanità tutta lo è. I potenti della terra che non lo hanno amato potrebbero procedere incontrastati con il loro delirio di onnipotenza.”
La commemorazione del Pontefice si è chiusa con le parole della premier Giorgia Meloni che ha fatto riferimento ai conflitti in corso: “Papa Francesco non ha smesso di invocare la pace, la fine delle guerre che finiscono l’umanità, dalla martoriata Ucraina al Medio Oriente, passando per il Sael; lo ha fatto anche quando sapeva che alcuni avrebbero potuto non capire e che le sue parole potevano essere travisate e strumentalizzate. Ma i suoi molteplici appelli alla pace oggi sono ulteriore monito alla responsabilità. Tentare di essere all’altezza di questo insegnamento è il nostro modo di dire grazie a questo straordinario uomo e Pontefice, che ora è tornato alla Casa del Padre, certo, ma continuerà a sorriderci e a guidarci. Addio, Papa Francesco!”.
Tante belle parole, molti bei discorsi, probabilmente quello di Matteo Renzi il più incisivo e certamente il più “vero”, quando ha sottolineato che ciascuno tira per la giacchetta il Papa a seconda delle proprie tesi, e che, in verità, con il suo epilogo, Francesco ci ha fatto vedere dal vivo il dolore di un uomo che muore. Ed è questa, a nostro parere, la cosa più vera che abbiamo ascoltato questo pomeriggio a Montecitorio, in mezzo alle tante, troppe parole, tipiche dei politici di questi nostri tempi.
