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Merì. L’Amministrazione comunale ha celebrato la Giornata della Legalità. La nota dell’Associazione “Paolo Vive”

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Lo scorso 23 maggio 2025 l’Amministrazione comunale di Merì ha celebrato la Giornata della Legalità nel ricordo del triste anniversario della strage di Capaci nella quale persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, gli agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani.

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L’Amministrazione meriese scrive: “Adesso Paolo Borsellino e Giovanni Falcone sono insieme nella nostra aula consiliare. Lo scorso 19 luglio avevamo intrapreso un percorso di legalità con la metà del quadro in cui viene raffigurato il sorriso di Paolo, oggi è stata svelata l’altra metà con il sorriso di Giovanni”.

La “svelatura” è stata riservata all’Assessore Mariella Gugliotta e alla Vice Presidente del Consiglio, Maria Catena Bucca, sottolineata dall’applauso dei presenti. In aula consiliare anche il Sindaco Filippo Bonansinga, il Vice Sindaco Nino Siracusa, gli assessori Vincenza Quaglieri e Salvatore Crisafulli  e la consigliera di opposizione, Giusy Cicciari.

Hanno partecipato all’evento anche gli alunni dell’Istituto Comprensivo “D’Alcontres” guidati dalla Dirigente Scolastica Prof.ssa Patrizia Italia e dai docenti, la giovane poetessa Giorgia Cappellano, Padre Damiano, le forze dell’ordine, i volontari del Club Radio CB, il giornalista Benedetto Ortitullo, che ha fatto da moderatore ed infine le associazioni “Liberi Tutti” e “Paolo Vive” con i rispettivi Presidenti Sofia Capizzi e Tindaro Di Pasquale.

E proprio Tindaro Di Pasquale, a nome della propria associazione, ha scritto un comunicato che pubblichiamo integralmente.

“Ogni anno, il 23 maggio non è solo una data sul calendario.

È un pugno nello stomaco.

È un ricordo che fa rumore, che scava dentro.

È quel tratto di autostrada tra Palermo e Capaci che non potrà mai essere solo asfalto.

È un grido che torna a farsi sentire, forte, profondo, necessario.

In quel giorno del 1992, la mafia tentò di spegnere la luce. Fece saltare in aria una parte dello Stato.

Uccise Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti di scorta: Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.

Ma non riuscì a spegnere le idee. Non riuscì a far tacere le coscienze.

Oggi, come Associazione Paolo Vive, non siamo qui per commemorare con la retorica.

Siamo qui per ricordare con forza, con passione e con impegno, perché quelle vite, strappate troppo presto, ci hanno lasciato un compito: non arrenderci mai.

Da qui, da ogni scuola, da ogni piazza, da ogni voce che si alza per dire “No alla mafia”, possiamo ancora costruire giustizia. Possiamo ancora scegliere da che parte stare.

Il nostro pensiero più profondo va alle Forze dell’Ordine e alla Magistratura. A chi ogni giorno, spesso lontano dai riflettori, rischia la vita per proteggere la nostra. A chi lavora senza clamore, con coraggio, rigore e senso del dovere, perché la libertà e la dignità di ogni cittadino siano garantite, ovunque e per chiunque. Dietro ogni operazione contro la criminalità organizzata, c’è uno sforzo umano e istituzionale enorme, fatto di intelligenza investigativa, sacrificio personale, notti insonni, famiglie lontane, pressioni e minacce. A voi, donne e uomini in divisa, giudici, magistrati, investigatori, agenti, ufficiali, va il nostro ringraziamento commosso. Perché il vostro lavoro non è solo repressione del crimine, ma costruzione quotidiana della democrazia. Siete il muro portante della legalità repubblicana. E su di voi poggia la fiducia della società civile. Non siete soli. L’Italia onesta è con voi. Noi siamo con voi.

Un messaggio forte vogliamo rivolgerlo anche alle Istituzioni. Quelle locali, che devono presidiare ogni territorio. Quelle nazionali, che devono assicurare mezzi, presenza, sostegno e visione. La lotta alla mafia non può essere delegata solo alle aule dei tribunali. È una sfida culturale, sociale, educativa. Occorrono scelte coraggiose, leggi giuste, politiche inclusive. Non bastano i proclami: servono azioni reali che restituiscano dignità e opportunità ai più fragili, per strappare terreno fertile alla criminalità.

E infine, la scuola. La scuola è il cuore pulsante della legalità. È il primo avamposto contro la mafia, perché educa alla libertà delle coscienze, al pensiero critico, alla responsabilità sociale. In ogni aula in cui si studia la Costituzione, in ogni classe in cui si ricorda Falcone, Borsellino, Impastato, Livatino, in ogni parola detta contro l’omertà, nasce un’Italia migliore. È nella scuola che si impara il valore della verità, il senso della giustizia, la forza della nonviolenza. È nella scuola che si impara a riconoscere che la legalità non è un’imposizione, ma una scelta di libertà. Per questo dobbiamo difendere la scuola, sostenerla, investirvi. Non lasciarla sola. Ogni euro investito in educazione è un colpo inferto alla criminalità. Ogni insegnante valorizzato è un presidio contro la cultura mafiosa. Ogni studente ascoltato è un cittadino che si alzerà in piedi, non piegato.

Ai giovani, il nostro appello più forte. Abbiate coraggio. Non cedete all’indifferenza. Siate costruttori di giustizia e speranza. Impegnatevi. Sporcatevi le mani nel sociale. Scendete nei quartieri difficili. Aiutate chi è indietro. La mafia teme la solidarietà, teme l’umanità, teme chi si prende cura.

Falcone diceva: “Gli uomini passano, le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini.” Quelle gambe siete voi.

Il 26 maggio, l’Associazione Paolo Vive, con l’Amministrazione Comunale di Merì, sarà nelle scuole, tra gli studenti, per portare la memoria, per seminare legalità, per dire insieme: noi continuiamo. Noi resistiamo. Noi ci crediamo.

Paolo Vive. Falcone Vive. La giustizia vive. La scuola resiste. Le coscienze si liberano. L’Italia si rialza.”

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