In un pomeriggio domenicale, al centro commerciale di Milazzo, alquanto gremito e superaffollato, si è tenuta la presentazione del libro della dottoressa Sofia Mezzasalma,
Schegge Traumatiche. Kim Noble e le sue venti personalità, già al suo sesto incontro.
L’avv. Giancarlo Orlando ha aperto l’interessante appuntamento letterario e il costruttivo dibattito, assieme all’avv. Elisa Miceli (book blogger) che ha dialogato con l’autrice ponendole degli stimolanti quesiti.


Trattasi di uno scritto unico nel proprio genere, nel quale Sofia Mezzasalma propone la propria ipotesi sul Disturbo Dissociativo dell’Identità (DID), sia con l’occhio clinico-psicologico di una addetta ai lavori, ma soprattutto con la sensibilità, la passione e la giusta ricerca, condite da quell’approfondimento tipico che contraddistingue una giornalista d’inchiesta, come la Mezzasalma ama definirsi infondo.

É qualcosa di più del classico resoconto clinico, o fatto di cronaca: esso è “la notizia che sta dietro al fatto”.
Il fatto è il successo di Kim Noble artista londinese, e i suoi dipinti così particolari nel loro genere per essere inquietanti, in quanto trattano scene crude di violenza su minori o donne, ma soprattutto per i differenti stili pittorici che caratterizzano ciascun Alter.

La vera “notizia“ è che Kim Noble è affetta dal Disturbo Dissociativo della personalità dove in lei convivono più di venti personalità differenti “alter” che possono avere caratteristiche differenti, come nome, età, sesso e persino linguaggio o accento.

Sebbene il mondo conosca la storia di Kim Noble, nessuno ha mai avuto il coraggio di ricercare e analizzare le cause del profondo dolore che trasuda dai dipinti (per l’occasione esposte all’occhio attento del pubblico presente) e tantomeno di indagare sulla sua storia, caratterizzata da un’infanzia traumatica fatta di violenze fisiche e psicologiche.

Lo scopo del libro?
Far conosce e riconoscere la storia di questa donna vittima di continui abusi e violenze ed al contempo prendere per mano il lettore di qualsiasi fetta della società e accompagnarlo attraverso un iter di progressiva conoscenza del trauma e dei meccanismi difensivi, attraverso i quali, la psiche risponde ad un dolore altrimenti intollerabile.



Ne risulta uno scritto scorrevole, un eloquio semplice, malgrado la complessità dell’argomento, ma soprattutto originale nel suo genere, in quanto la scrittrice ha saputo illustrare il concetto di identità dissociata, con la brillante metafora inedita dello specchio (l’io del bambino) e del sasso (un trauma talmente forte da generare una frammentazione), raffigurando la cosi detta “sommatoria traumatica”, secondo la quale il comporsi e sovrapporsi di più traumi iterati nel tempo, originano le diverse personalità “alter”, una per ogni frammento traumatico, separate tra loro, non dialoganti, e con barriere mnestiche che ne impediscono il riconoscimento ed il ricordo.

Ha arricchito l’incontro sia la presenza dell’architetto e artista Maria Grazia Toto, affezionata sostenitrice della Mezzasalma, sia l’artista Laura Marchese, che in una estemporanea pittorica, ha dato la sua personale interpretazione del volto sofferto di Kim Noble, raffigurandola in tempo record.
(Lucilla Anzalone)



