La classe 3A dell’IC D’Alcontres con l’intento di partecipare al concorso Tracce di Memoria, per volontà della Dirigente Scolastica Dott.ssa Patrizia Italia, ha approfondito la figura di Nino Pino Balotta “l’illuminista che poetava in dialetto”, lo scienziato che nacque a Barcellona Pozzo di Gotto in provincia di Messina il 17 settembre 1909.


Per approfondire lo studio del personaggio barcellonese, sono state ideate una serie di attività interdisciplinari strutturate dal professore Rosario Andrea Cristelli con il supporto delle professoresse Barbara Maiorana e Anna Memmola. Gli incontri si sono svolti nelle ore di Tecnologia con la professoressa Serena Recupero e di Scienze con la professoressa Marina Simone che sin da subito hanno mostrato disponibilità e interesse verso l’esperienza interdisciplinare.

I professori Cristelli e Maiorana hanno attivato anche un approfondimento artistico che ha portato ad un elaborato autografo materico concettuale e all’editing delle tavole finali. È stato ospitato in classe il Direttore del Network delle Associazioni Culturali della città del Longano Felice Mancuso, autore insieme a Simone Cardullo del libro L’illuminista che poetava in dialetto, Casa Editrice Kimerik. Inoltre, gli alunni, si sono cimentati nello studio di una selezione di poesie proposte dall’autore del libro che hanno declamato in classe durante l’ora di Lettere e commentato con la professoressa Rosalba Mancuso e con il team di docenti intervenuti.

La giornata di studio è stata impreziosita dagli aneddoti personali di Felice Mancuso raccontati con estremo trasporto empatico, simpatia e lucidità nonostante la sua veneranda età, grande esempio e stimolo positivo per le nuove generazioni. È stata tratteggiata l’intera vita di Nino Pino Balotta, dagli studi iniziali di medicina a quelli di medicina veterinaria, che portò a conseguire la laurea nel 1930. Studiò inoltre scienze politiche all’Università di Perugia, città nella quale frequentò ambienti antifascisti, proponendosi come corriere fra l’Italia e la Francia. Durante i suoi viaggi all’estero conobbe lo scienziato Albert Einstein, le cui teorie condivise e difese. Al ritorno di uno dei suoi tanti viaggi, polizia e carabinieri, lo aspettavano per sequestrargli materiali compromettenti in suo possesso, pronti ad arrestarlo. Ma Pino si barricò nella casa di via Operai e distrusse il materiale oggetto di interesse e censura. I poliziotti vennero fermati dalla folla insorta in sua difesa ma nel corso della perquisizione veniva sequestrata la traduzione italiana di un saggio divulgativo della teoria della relatività che proprio Einstain in persona gli consegnò durante l’esilio dello scienziato ebreo in Belgio, autorizzandolo alla pubblicazione in Italia purché i proventi andassero a favore dei poveri. Gli costò 18 mesi di reclusione. Nino Pino Balotta da sempre difendeva i contadini e i poveri dalle angherie dei proprietari terrieri, spalleggiati dalla mafia agraria.

“Il cavaliere non combatte per desiderio di lucro, né per fine a sé stante, né per una utopistica realizzazione di pace, ma anzi per continuare su una base morale nella lotta, in cui è il divenire dell’essere e che lo induce a porgere la mano ai diseredati. Il cavaliere non è il soldato che combatte al servizio di uno stato, ma un apostolo che difende senza burocrazie e gesuitismi una grande affermazione di giustizia e di fraternità” Nino Pino Balotta era un futurista critico che voleva immettere nel movimento quella freschezza antistituzionale dei tempi eroici, tentando di staccare il futurismo dall’ottica del fascismo. Colse i segni di un movimento liberatorio e anticonservatore che avevano polverizzato il futurismo nazionalpopolare: Enrico Cardile di Novara di Sicilia, Guglielmo Iannelli, Giovanni Antonio di Giacomo di Ragusa (Vann’Antò) insieme a Salvatore Quasimodo sono artefici della pubblicazione de “L Balza Futurista” diretta da Messina e stampata a Ragusa con la collaborazione di Boccioni e Balla con Depero. La sua militanza politica lo portò più volte ad essere processato ed incarcerato.

Fondatore e primo segretario della Casa del popolo di Barcellona Pozzo di Gotto, ricoprì la carica di segretario provinciale del Centro Antifascista Italiano fu vicesindaco della sua città. Nel 1947 fu nominato presidente onorario del fronte Democratico Popolare di Messina e provincia. Incarcerato nel 1948 per i moti popolari di Barcellona Pozzo di Gotto, mentre era in carcere venne eletto deputato al Parlamento il 18 aprile 1948, secondo a Togliatti che optò per Roma lasciando a lui il posto, nelle file del Blocco del Popolo e fu deputato dal 1948 al 1963. Fece parte di numerose commissioni parlamentari e delle associazioni nazionali italopolacca e italo-albanese. Fu aiuto e libero docente di ruolo, professore incaricato di Zootecnia generale e direttore incaricato dell’Istituto omonimo dell’Università di Messina. Pubblicista, socio di Accademie scientifiche, letterarie, del Sindacato Italiano Scrittori, della SIAE, dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, dal 1959 al 1967 fu vice presidente nazionale dell’Associazione Poeti e Scrittori Dialettali. Fondò e diresse la rivista “Zootecnia e Vita”. Vincitore di numerosi premi, ricordiamo tra tutti quello ricevuto nel 1952 dall’Accademia veterinaria di Francia.
L’attività politica e quella scientifica di Nino Pino Balotta si integrarono. Come politico si batté contro le sofisticazioni alimentari, contro l’uso degli estrogeni sugli animali, contribuendo alla formazione della legislazione nazionale ed europea. A lui si deve la data di scadenza sul latte. E il parlamento francese gli chiese uno studio sull’inquinamento del Mediterraneo, oggetto di grande considerazione. Dallo studio della sua biografia emerge quindi l’amore per una società libera, a favore dell’uguaglianza, rispettosa dell’ambiente e degli equilibri biologici. Fu quindi un precursore dell’approccio etico all’ecologia. Promuovere la figura poliedrica e leonardesca di Nino Pino Balotta è un atto dovuto verso un uomo che ha lottato tutta la sua vita a favore dei più deboli. Con un testamento olografo del 1980 donò il proprio corpo alla scienza, nominando erede universale l’Università di Messina, e ad essa trasferì tutti i suoi beni e i suoi diritti.
Questo lavoro intende ribadire la necessità del recupero della sua abitazione segnalata dalla lapide commemorativa da cui ha avuto inizio questo racconto e dei suoi beni materiali e manoscritti, affinché si possa costruire uno spazio didattico che possa mettere insieme le tracce di memoria per poter raccontare la sua storia a partire da Barcellona Pozzo di Gotto. Si ringrazia l’autore Felice Mancuso per la sua dedizione e l’Associazione Accad. Music. Art. Cult. “Nino Pino Balotta” per aver donato alla Scuola sia del Suo libro che le quattro antologie poetiche dedicate all’omonimo Premio di Poesia che andranno a implementare la biblioteca d’Istituto.




