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Palermo – Boss dettava ordini dal carcere. Sei gli arresti, indagato il sindaco di Camporeale

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Il capomafia di Camporeale Antonino Sciortino, da anni in carcere, riusciva costantemente a mandare ordini e messaggi ai suoi sodali con l’aiuto della moglie, Anna Maria Colletti.

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Ordini e messaggi soprattutto al cugino Antonino Scardino che, dall’arresto di Sciortino, aveva assunto la guida del mandamento.

A fare queste rivelazioni è l’inchiesta della Dda di Palermo sulla cosca di Camporeale che oggi ha portato a sei arresti con l’accusa del reato di associazione per delinquere di tipo mafioso. Ad eseguire l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i sei componenti della famiglia mafiosa di Camporeale, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, sono stati i carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Monreale.

Sciortino avrebbe mantenuto un collegamento costante con gli uomini d’onore liberi, attraverso il cugino, finalizzato alla gestione degli affari illeciti, soprattutto la gestione dei pascoli. Gli indagati avrebbero esercitato un considerevole potere di controllo anche nella gestione dei fondi agricoli ubicati nell’area camporealese, autorizzando o negando l’utilizzo di terreni per il pascolo.

Dalle indagini è anche emersa la vicinanza al Sindaco di Camporeale, Luigi Cino, anch’esso indagato, che sarebbe stato eletto con l’aiuto del boss.

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