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Santa Lucia del Mela. Grande successo per la Mostra “Reviviscentia” dell’artista Giuseppe La Spada a S. Maria dell’Arco

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Si è chiusa lo scorso sabato 8 marzo 2025 la Mostra dal significativo titolo “Reviviscentia” che l’artista intermediale Giuseppe La Spada ha realizzato nell’ex Chiesa di Santa Maria dell’Arco di Piazza Milite Ignoto a Santa Lucia del Mela in provincia di Messina.

Proprio nella giornata conclusiva dell’esposizione, che era stata aperta al pubblico il 9 Febbraio 2025 alla presenza del Sindaco on. Matteo Sciotto, dell’amministrazione comunale, dell’artista e dello sponsor Francesco Caragliano PFA di Finecobank, i partecipanti hanno potuto visionare una versione rinnovata delle Opere in Mostra, partecipando a un talk finanziario per immaginare nuovi scenari sostenibili, prendendo parte a una taste experience con praline a forma di fiore appositamente create dall’artista per l’evento. Al termine si è tenuto il concerto “Emotional landscapes” del duo “Yet to Come” che ha espresso in musica le suggestioni evocate dalle opere.

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“Reviviscentia” (riportare alla vita, rinascere), sta ad indicare proprio una mostra interattiva che attraverso la rappresentazione metaforica dei Fiori quali elementi indicativi di bellezza e caducità. Un’indagine che parte dalla domanda “perchè esistono i fiori?” e si sviluppa attraverso un processo di trasmutazione digitale dell’immagine che porta alla dissoluzione della forma e delle cromie originarie. Vengono così generate nuove e astratte immagini di cui sono riconoscibili i processi intermedi. L’Estrazione di specifici fotogrammi è finalizzata a salvare immagini che altrimenti verrebbero perse e parallelamente alla creazione di una narrativa estetica del processo stesso.

L’attenzione dello spettatore viene quindi indirizzata su quella che è una costante dell’esperienza di questa vita, la transitorietà di tutte le cose. Il fine di questo lavoro è riuscire a creare un parallelismo tra noi e i fiori, tra la loro e la nostra bellezza, tra la loro impermanenza e la nostra. Attraverso le immagini di fiori, viene rappresentato un essere umano che non riesce più a connettersi con la Natura e la propria essenza più intima, a causa delle innumerevoli interferenze che subisce quotidianamente. Ciò nonostante la smaterializzazione non è in grado di far svanire l’essenza originaria: possiamo e dobbiamo dilatare qualitativamente il tempo di osservazione, comprendere e interiorizzare la direzione verso cui intendiamo procedere.

Perché esiste il Fiore? Nessuno resta insensibile di fronte al corpo di un fiore: rappresenta in ogni vita l’iniziazione alla bellezza con uno stupore inalterato nel tempo. La parafrasi di uno sguardo maturo ne risalta l’impermanenza e la caducità. È arrivato il momento di riuscire a trascendere la visione dei fiori quali “oggetti” e incoraggiare una visione nuova che li riconosca come esseri dotati di soggettività in cui specchiarsi per ritrovarsi: dalla contemplazione profonda nasce quella risonanza capace di innescare in noi l’atto più alto del sentire, ovvero l’Amore universale.

Il processo di trasmutazione delle immagini presentate evoca il passaggio dal visibile all’invisibile: è così che l’artista invita noi tutti a una collaborazione con la nostra interiorità per ricongiungere l’Io con un contorno più puro e se possibile finito. Ci chiediamo mai come intendiamo procedere o ci muoviamo con passi indifferenti? Continuare a snaturarci o intraprendere il Re-vivere? Attraverso due imperanti simbolismi quali la purezza dell’Acqua e la bellezza del Fiore, Reviviscentia è l’invito a una riconnessione con quella Natura entro cui siamo stati generati ma che non siamo più in in grado diriconoscere. Reviviscentia quale ritorno alla nostra purezza, la stessa che viene rappresentata dall’elemento che tutto governa: l’Acqua.

Perché esiste l’Acqua? Semplicemente per rendere possibile la Vita stessa. È “il principio di tutte le cose; le piante e gli animali non sono che acqua condensata e in acqua si risolveranno dopo la morte” (Talete). Reviviscentia quale riconnessione alla nostra bellezza, la stessa di quella che in Natura viene posseduta in maniera intrinseca e incorruttibile dal Fiore. Nasciamo in una meravigliosa dimensione che chiamiamo Natura, un mondo in cui esplodono milioni di forme e colori in un continuo movimento generatore di vibrazioni-ritmo-informazioni. Ogni elemento che trasmuta in Natura è interconnesso e interdipendente e al contempo risponde alla legge della transitorietà.

Nessuno resta insensibile di fronte al corpo di un fiore: rappresenta in ognivita l’iniziazione alla bellezza con uno stupore inalterato nel tempo. La parafrasi di uno sguardo maturo ne risalta l’impermanenza e la caducità. È arrivato il momento di riuscire a trascendere la visione dei fiori quali “oggetti” e incoraggiare una visione nuova che li riconosca come esseri dotati di soggettività in cui specchiarsi per ritrovarsi: dalla contemplazione profonda nasce quella risonanza capace di innescare in noi l’atto più alto del sentire, ovvero l’Amore universale. Generati in totale immersione nella Natura, in divenire veniamo trasportati in una dimensione diversa, che chiamiamo Società. L’Uomo si veste di orpelli fisici e mentali, si condiziona con schemi e regole che determinano la perdita della propria identità. Allontanandosi dalla fonte primigenia, si “snatura”.

In definitiva possiamo dire che Giuseppe La Spada con la sua “Reviviscentia” ha colto nel segno, indicandoci una strada, quella dell’Arte che si fa portatrice di nuove emozioni e di molteplici esperienze trasportando il visitatore in una dimensione di grande suggestione. Complimenti!

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