La crisi complessivamente morde meno e in Sicilia cala il ricorso alla cassa integrazione. Secondo i dati Inps, si è passati dagli oltre 9,3 milioni di ore non lavorate nel 2023 a poco più di 7,7 milioni nel 2024 con un calo del 17,49%. Praticamente quasi un milione di giornate di lavoro perse in un solo anno. Ma le cose sembrano andare un po’ meglio che in passato. Anche se la situazione non è proprio omogenea e alcune province sono in sofferenza. Il dato peggiore è quello di Enna, dove il ricorso agli ammortizzatori sociali è cresciuto del 182,37%, seguita da Ragusa (+45,89%), Trapani (+14,57%) e Messina (+11,49%). Tutte le altre realtà fanno registrare una contrazione del numero di ore di “cassa” autorizzate dall’Istituto di previdenza. Con Agrigento in testa (-58,77%), seguita da Caltanissetta (-42,48%), Siracusa (-35,04%) e Palermo (-29,93). Sostanzialmente stabile Catania che vede un calo di appena poco meno di quattromila ore non lavorate.

Numeri che confermano nella sostanza i segnali positivi fatti registrare dall’economia siciliana nel corso dell’ultimo anno, ma non si possono per questo sottovalutare alcuni indicatori che certificano comunque lo stato di sofferenza delle piccole aziende. Lo dimostra la decisa impennata della Cassa integrazione in deroga: 880.810 ore autorizzate lo scorso anno, rispetto alle 672.829 del 2023 (+31%). Questo strumento viene concesso alle imprese che per piccola dimensione e settore di attività non avrebbero normalmente accesso alla Cassa integrazione, riservata solitamente all’industria, al manifatturiero e all’edile. Si va quindi dal turismo al comparto dei servizi in generale. La crisi di questi settori ha colpito soprattutto Catania, che da 0 ore del 2023 si è ritrovata a doverne contare 250.637 alla fine del 2024.
Il ricorso alla Cassa integrazione ordinaria, concessa alle imprese quando è necessario far fronte a momenti di crisi dettati anche dal particolare ciclo produttivo che può registrare cali fisiologici nell’arco dell’anno, è invece crollato del 32,32%. Un dato che indica un sostanziale stato di salute ma anche un incremento delle produzioni praticamente in tutta l’Isola, ad eccezione della sola Enna dove si registra un +109,36%. Notevole, invece, la performance registrata nel Palermitano, dove il ricorso all’Ordinaria è calato di quasi due terzi passando da 734.921 a 282.403 ore autorizzate.
Più contenuta, ma pur sempre con un ottimo segno meno, la contrazione del numero di ore di lavoro perse nelle aziende che hanno dovuto far ricorso alla Cassa integrazione straordinaria (-16,64). Questo strumento viene concesso alle imprese che dimostrano di versare in una gravissima situazione di crisi, tanto da richiedere interventi straordinari per la salvaguardia dei posti di lavoro e per il rilancio dell’attività produttiva. E ancora Enna a registrare il dato peggiore (+8.937%) di ore di “Cassa”, anche se in totale il numero si ferma a poco più di 63mila, ma a vivere un anno complicato sono state anche le province di Ragusa (+344,57%), Trapani (+247,87%) e, staccatissima, Messina (+24,27%).
(Ettore Iacono)
