Quando le strade tradiscono la storia e si infiamma lo scontro politico: da Sergio Ramelli a Norma Cossetto, vittime dimenticate due volte.
Nell’epoca di internet, Elon Musk, Trump, Putin e compagnia bella, le nostre istituzioni locali e non, si azzannano mettendo assieme e purtroppo tante volte scambiando, la politica con la storia.

Gli episodi di cui vogliamo occuparci sono quelli delle intitolazioni di due strade a personaggi storici, mi piace chiamarli così perché la storia è storia e non ha ideologia.
Milazzo e Messina al centro della diatriba politica in cui, come spesso accade a livello nazionale, destra e sinistra se le danno di santa ragione, perdendo, a mio parere, la bussola del buonsenso.
Come dicevo prima, la storia è storia e nessuno la può cancellare, né tantomeno censurare. A Milazzo la polemica nasce per la proposta portata in consiglio comunale dai consiglieri del gruppo di FdI, con Mario Sindoni primo firmatario, di intitolare una strada al giovane Sergio Ramelli, ucciso durante gli “anni di piombo” nel 1975, a soli diciotto anni, dalla sinistra extraparlamentare legata ad avanguardia operaia, solo per essere un esponente del Fronte della Gioventù e per aver condannato pubblicamente le “Brigate Rosse”. Ma la storia dobbiamo conoscerla fino in fondo, chi era Sergio Ramelli?

Ramelli era un giovane studente che, prima di iscriversi al FdG, aveva avuto la colpa di aver criticato, in un tema scolastico, il mondo politico per non aver espresso cordoglio verso l’uccisione di due militanti del Msi nel 1974 a seguito di un assalto alla sede del Msi di Padova. Questo fatto ha indotto Ramelli ad iscriversi al FdG per avere una sorta di protezione, visto che era stato tacciato di essere fascista, pericoloso ecc… ma nulla di tutto ciò, non era mai stato immischiato in situazioni pericolose e gravi.
Torniamo ai nostri giorni e al Comune di Milazzo. Qualche giorno fa, dopo che il gruppo consiliare di FdI, ha presentato una mozione per l’intitolazione di una via Sergio Ramelli, nasce una forte polemica, a innescarla è la sezione di Milazzo del Partito Comunista Italiano che grida allo scandalo per propaganda dell’ideologia fascista, “apologia di regime” viene definita.
Pensiero espresso dal segretario cittadino del PCI, Cristoforo Tramontana (ieri sul nostro giornale abbiamo pubblicato la nota integrale) che parla della riesumazione di un personaggio “lapalissianamente legato a formazioni nostalgiche del fascismo ed alla divulgazione di quelle aberranti dottrine”.
Ma veramente si è convinti che un giovane studente diciottenne assassinato per avere idee diverse possa passare da vittima a carnefice?
“La Sezione del PCI di Milazzo, ritiene che tale proposta avanzata dal consigliere Sindoni, sia profondamente ingiuriosa e lesiva della memoria storica e dei valori fondanti dell’antifascismo”.
Abbiamo forse perso la bussola del buon senso scambiando quello che è un brutto episodio rimasto nella storia, come ne sono accaduti tanti altri da una parte e dall’altra, con una sorta di “proselitismo fascista”.
Altro episodio importante che neanche a farlo apposta avviene negli stessi giorni a Messina, dove la commissione comunale toponomastica boccia la proposta di intitolazione di una strada ad un’altra vittima, per così dire, della politica.
Questa volta parliamo di una vittima delle foibe, Norma Cossetto.

Quello di Messina può anche sembrare un episodio ancor più grave, perché parliamo di una giovane studentessa istriana di 23 anni “infoibata” dai partigiani jugoslavi probabilmente dopo essere stata stuprata e seviziata.
La colpa di Norma? Avere il padre fascista, come del resto la maggior parte degli italiani di quel periodo e aver scritto la tesi di laurea dal titolo “Istria Rossa”, senza aver voluto partecipare al movimento partigiano.
Ma perché la situazione di Messina è ancora più paradossale di quella milazzese?
Perché Norma Cossetto nel 2005 è stata insignita della medaglia d’oro al merito civile dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, ovviamente un noto fascista!
Ma allora qual è il motivo per cui la commissione toponomastica del Comune di Messina ha bocciato quest’iniziativa?
Anche i consiglieri di FdI sono increduli sull’accaduto e parlano di “reiterato ed immotivato” rigetto della proposta.
Ma in fin dei conti, siamo in grado di fare pace con la nostra storia e considerare le vittime vittime e i colpevoli colpevoli, qualunque sia la fede e la parte politica e non fare due pesi e due misure?
Alla fine possiamo dire che la posta in gioco non è la via, la targa e quant’altro, ma il rispetto per la nostra storia e le vittime che possono essere di qualsiasi colore politico. Leggere sempre con gli occhiali ideologici significa offendere la memoria e il principio della verità.
La storia è un’eredità comune che non bisogna trasformare in battaglia ideologica anche quando è scomoda.
E come scrisse lo storico Eric Hobsbawm: “L’oblio è il carburante del revisionismo. La memoria è il fondamento della libertà.”



