Parole di fuoco tra Donald Trump e Vladimir Zelensky, all’indomani del vertice di Riad, nel quale si sono incontrate le delegazioni americane e russe per discutere e negoziare sulla trattativa di pace in Ucraina (e forse non solo).
Aspra discussione a distanza tra i due Presidenti con Trump che definisce Zelensky dittatore e Zelensky che accusa Trump di alimentare la disinformazione russa.

Le scoppole virtuali, ma pesanti, iniziano con la conferenza stampa di martedì scorso a Mar-a-lago in Florida, infatti, dopo i commenti di delusione del Presidente Ucraino che non è stato convocato al vertice in Arabia Saudita, il tycoon si è detto “amareggiato” attribuendo le responsabilità del prolungarsi della guerra proprio al Presidente Zelensky.
“Oggi ho sentito dire: non siamo stati invitati. Beh, sei lì da tre anni… Non avresti mai dovuto iniziarla. Avresti potuto trovare un accordo” sono queste le parole espresse dal tycoon sulle quali si è scatenato il putiferio che ha visto intervenire anche il nostro Ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
“Con tutto il rispetto per il presidente Trump come leader, sta però vivendo in una bolla di disinformazione” controbatte Zelensky, “non dobbiamo mai dimenticare che la Russia è governata da bugiardi patologici: non ci si può fidare di loro”, continua sui social. Si infuocano ancora di più gli animi con Putin che spiega che “nessuno sta escludendo l’Ucraina” criticando le reazioni del Presidente ucraino, rimarcando di essere pronti ad iniziare le trattative.
Zelensky prova a giocare d’astuzia, “non posso svendere il mio Paese”, utilizzando la carta dell’economia e di quelle terre rare sognate da tanti e soprattutto da Trump che spera di ottenerne una percentuale.
Ma le tensioni sono aumentate a dismisura arrivando anche agli insulti, con alcuni esponenti del vecchio continente che in gran parte si sono schierati dalla parte dell’Ucraina, certo dopo aver speso tutti quei soldi, gli Stati Europei possono restare fuori dalla “spartizione” economica? Intanto lì l’Europa e soprattutto l’UE non sono gli attori principali dei negoziati e probabilmente non avranno la forza politica per imporsi, vista la divisione interna, altro che vertice a Parigi, dove Macron ha tentato di diventare un interlocutore(Sic!).
Ma le bombe (di parole) non sono finite qui!
“Pensateci: un comico moderatamente di successo, Vladimir Zelensky, ha convinto gli Stati Uniti d’America a spendere 350 miliardi di dollari per entrare in una guerra che non poteva essere vinta, che non doveva mai iniziare, ma una guerra che lui, senza gli Stati Uniti e senza Trump, non sarà mai in grado di risolvere” attacca nuovamente il tycoon ricordando che “gli Stati Uniti hanno speso 200 miliardi di dollari in più rispetto all’Europa. Perché Sleepy (assonnato) Joe Biden non ha richiesto un’equa ripartizione, considerando che questa guerra è molto più importante per l’Europa che per noi? Noi abbiamo un grande e bellissimo oceano che ci divide”. Elemento importante che definisce la strategia di politica estera che gli americani stanno mettendo in atto e che possono significare un avvertimento al Vecchio Continente , come a dire: non esistete solo voi nel mondo e continua a rincarare la dose a Zelensky, “un dittatore, che farebbe meglio a muoversi in fretta o rischia di non avere più un Paese”. “Ma Zelensky ha fatto un lavoro terribile, la sua nazione è distrutta e milioni di persone sono morte inutilmente”, riferendosi alle colpe del prolungarsi della guerra ed alle continue sospensioni delle elezioni ucraine.
Ma anche in casa nostra c’è qualcuno che si muove, infatti il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha respinto le parole di Trump, “non condivisibili”, sottolineando che l’Italia non deve entrare nelle polemiche, ma lavorare per una pace giusta nell’interesse primario che l’Europa resti unita. “Questo è uno scontro verbale tra Zelensky e Trump che non tocca l’Europa”.
Ma sarà veramente così?
