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USCITO un nuovo libro di ANTONIO CATALFAMO su GOLDONI 

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Continua incessante l’attività critica di Antonio Catalfamo, docente universitario, poeta e scrittore barcellonese. È uscito, nella collana universitaria Atheneum dell’editore Marco Solfanelli di Chieti, un suo nuovo libro intitolato Carlo Goldoni: ideologia borghese e popolo, ancora fresco di stampa.

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Catalfamo, oltre ad essere abilitato, tramite concorso nazionale (ASN), all’insegnamento come Professore Associato di Letteratura italiana e Letteratura italiana contemporanea, è specializzato in teatro, tanto che ha insegnato Letteratura teatrale italiana all’Università di Messina, tenendo un corso monografico su Dario Fo, oggetto di un volume. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni, che riguardano tutto l’arco della letteratura italiana, dalle origini ai nostri giorni. È, inoltre, autore di un Corso di base di letteratura italiana, adottato da Università italiane e straniere. I suoi libri sono stati acquistati dalle biblioteche di molti istituti universitari diffusi in tutto il mondo.

Antonio Catalfamo (nella foto assieme a Giorgio Bárberi Squarotti, dell’Università di Torino, e a Marina Beelke, dell’Università di Berlino, in occasione del convegno per celebrare il centenario della nascita di Cesare Pavese, nella casa natale dello scrittore piemontese) è coordinatore dell’«Osservatorio permanente sugli studi pavesiani nel mondo», organo interno della Fondazione Cesare Pavese di Santo Stefano Belbo (Cuneo), per conto del quale ha curato sinora ventidue volumi di saggi internazionali di critica pavesiana, ai quali hanno collaborato docenti universitari e critici di chiara fama provenienti da tutti i continenti. Il ventitreesimo volume è in corso avanzato di preparazione nell’ambito della collana «Quaderni pavesiani» da lui diretta presso Guida Editori di Napoli.

Antonio Catalfamo ha tenuto e tiene tuttora lezioni, seminari, relazioni a convegni, anche per via telematica, per diverse Università, fra cui l’Università di Torino, l’Università di Cassino, l’Università del Salvador (Argentina), la Sichuan International Studies University (Cina), l’Università di Tirana (Albania), la Sorbonne Nouvelle (ramo umanistico della Sorbona di Parigi). Ha relazionato in congressi tenuti dall’Associazione di Italianisti (ADI), che raggruppa docenti universitari di tutto il mondo. Ha partecipato con apprezzati interventi ad importanti convegni organizzati a Palazzo Ghilini dalla Presidenza del Consiglio provinciale di Alessandria, durante il mandato del senatore Adriano Icardi (nella foto Catalfamo assieme al Prof. Franco Della Peruta, docente di Storia del Risorgimento presso l’Università Statale di Milano, in occasione delle celebrazioni ufficiali per il bicentenario garibaldino).

È direttore del Centro Studi «Nino Pino Balotta» di Barcellona Pozzo di Gotto, per conto del quale ha organizzato importanti convegni internazionali e pubblicato studi critici dedicati alla figura dello scienziato e umanista barcellonese.

Ma andiamo al presente volume, che rappresenta una svolta nell’ambito degli studi goldoniani. Carlo Goldoni è considerato quasi unanimemente il fondatore del teatro borghese italiano, il riformatore della drammaturgia nazionale, che languiva rispetto a quella europea, essendosi impantanata nelle secche della Commedia dell’Arte, fondata sull’improvvisazione. Il volume di Antonio Catalfamo si propone di approfondire i caratteri effettivi di questa riforma, superando, da un lato, alcuni luoghi comuni consolidati, a partire dall’opinione critica diffusa secondo cui Goldoni ha costruito la figura del borghese «virtuoso» sul modello del mercante veneziano suo contemporaneo, e, dall’altro, le letture della sua opera in termini esclusivamente formali, «strutturali» e linguistici. Individua una svolta fondamentale nel teatro goldoniano,  avvenuta con Le baruffe chiozzotte, che spostano le simpatie del drammaturgo dalla borghesia al popolo, al quale egli riconosce indipendenza di sentimenti e di valori, una «comicità autonoma» e «gagliarda», avvalorando il giudizio, seppur sintetico, espresso da Gramsci nei Quaderni del carcere a proposito del carattere «popolare», «democratico» e progressivo dell’opera di Goldoni, ancor prima di aver letto Rousseau e della Rivoluzione francese. Antonio Catalfamo approfondisce con ampia documentazione e argomentazione critica questa prospettiva, procedendo ad un’analisi «integrale» del teatro goldoniano ed individuando un’«unità inscindibile» tra «forme» e «contenuti ideologici».

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