17.5 C
Milazzo

LA TERRA del Ponte sullo Stretto smaltita a Milazzo, Villafranca e Venetico: ECCO COME

Pubblicato il :

Ponte sullo Stretto: i cantieri operativi saranno dieci, oltre a quelli definiti “industriali”, per un totale di 12 milioni 574 mila metri cubi di materiale che verrà movimentato.

- Advertisement -

Dove? Nel Comune di Villafranca Tirrena e nelle cave di Venetico e a Milazzo. È qui che saranno accatastati via mare e su gomma gli scarti delle opere di bonifica e degli scavi per la discussa realizzazione del ponte sullo Stretto. Prevista a Milazzo l’installazione di pontili mobili per il trasporto degli scarti via mare. Prima la parola passa al pronunciamento della Corte dei conti, che mercoledì scorso ha chiesto una serie di modifiche e integrazioni alla società Stretto di Messina.

Nei giorni scorsi è stato il Comune di Venetico ad ottenere l’ok dell’Assessorato regionale Territorio e Ambiente e dal Comitato tecnico-scientifico sulla destinazione dell’area delle cave abbandonate come deposito temporaneo per gli inerti che saranno prodotti dalla costruzione del ponte sullo Stretto.

L’amministrazione comunale punta a trasformare quell’area in un parco urbano collegato alla pista ciclabile costiera, con la bonifica dell’ex discarica di Senia come primo intervento concreto.

La voce più consistente degli scarti è rappresentata da terre e rocce da scavo (TRD): materiali provenienti dallo scavo di gallerie, trincee e sbancamenti. A questi si aggiungono materiali inerti , calcestruzzo, conglomerati, macerie da demolizione e, in alcuni casi, fanghi e residui classificati come speciali non pericolosi che richiederanno trattamenti specifici prima dello smaltimento o del riuso.

Le stime contenute nella documentazione di progetto indicano ordini di grandezza molto rilevanti: per la sola sponda sicula si parla di oltre 12 milioni di metri cubi di materiale da movimentare, con impatti logistici pesanti sul territorio. Uno dei principali nodi è riferito alla viabilità, con lo spostamento dei mezzi pesanti all’interno della provincia tirrenica.

Per questo la scelta della Stretto di Messina di realizzare dei pontili nell’area di Milazzo per lo spostamento del materiale di risulta.

Il trasferimento e lo stoccaggio di milioni di metri cubi non sono aspetti irrilevanti, anzi, restano aperte questioni politiche, tecniche e ambientali che obbligheranno a ferree verifiche, piani di monitoraggio e procedure di cantiere volte a minimizzare impatto e rischio idrogeologico, aspetti che riguarderanno il progetto esecutivo dell’opera se la delibera Cipess otterrà il pass della Corte dei conti.

Gli scarti del ponte sullo Stretto di Messina saranno accatastati e gestiti in varie aree espropriate e attrezzate principalmente anche nel comune di Villafranca Tirrena, come da elenco catastale contenuto nel Piano Utilizzo Terre (PUT) del progetto definitivo. Le aree destinate al deposito o accatastamento degli scarti includono terreni classificati come cave, agrumeti, vigneti, uliveti, frutteti, e aree urbane di proprietà pubblica e privata, tutte sottoposte a mitigazioni ambientali specifiche. “E’ giusto che la Corte dei Conti in questi due mesi di tempo chieda tutti i chiarimenti possibili. Conto che entro i primi di novembre ci sia l’ok definitivo e a Messina e Reggio Calabria vedranno gli operai per l’apertura dei lavori”. Così il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, a Mattino Cinque News su Canale 5, a proposito dell’avvio dei lavori per il Ponte sullo Stretto di Messina. “L’opera dovrebbe essere pronta in sette anni”, ha aggiunto.

(Giovanni Luca Perrone)

- Advertisement -

Articoli Correlati

- Advertisement -spot_img
- Advertisement 4 -spot_img