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Calcio Serie C – Un Messina spento retrocede in Serie D

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L’ex Emmausso fa gioire il Foggia

Foggia – Non c’è il lieto fine. Il Messina cade 1-0 allo “Zaccheria” di Foggia e retrocede in Serie D dopo tre stagioni consecutive tra i professionisti. A condannare i peloritani è una rete nel primo tempo dell’ex Emmausso, che punisce la squadra di Antonio Gatto al termine di una gara in cui sono mancati spirito, reazione e lucidità. La sconfitta, maturata tra proteste arbitrali e occasioni fallite, sancisce l’addio alla Serie C e apre un baratro sul futuro del calcio cittadino.

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La gara comincia con un Messina ordinato e apparentemente pronto alla battaglia, ma bastano 19 minuti per vedere le certezze sgretolarsi. Emmausso riceve al limite, controlla e batte Krapikas con un sinistro secco e preciso. Il Messina, a quel punto, avrebbe tutto il tempo per reagire, ma la squadra si spegne lentamente, incapace di riorganizzarsi. Nella prima frazione, solo attacchi sterili e cartellini gialli: tre ammoniti biancoscudati, zero tra i padroni di casa. Il clima si scalda, la frustrazione cresce.

Nel secondo tempo, Gatto cambia. Dentro De Sena e Dell’Aquila, poi Vicario e Costantino. I peloritani alzano il baricentro, sfiorano il pari con Luciani al 61’, ma Perina vola a deviare. Al 69’ il Foggia raddoppia con Mazzocco, ma il VAR annulla. Poco dopo, è proprio il VAR a concedere un rigore al Messina per fallo su De Sena. È la chance della vita. Luciani dal dischetto, ma stavolta l’infallibile bomber si fa parare il tiro. La squadra si sfalda. Nel recupero, il nervosismo esplode e Costantino si fa espellere per un colpo a gioco fermo. Il triplice fischio è una sentenza. Il Messina retrocede in Serie D e lo fa nel modo peggiore, senza lottare fino in fondo, senza dimostrare quella fame che aveva caratterizzato le ultime settimane. L’immagine della delusione è duplice. In campo e al “Franco Scoglio”, dove circa un migliaio di tifosi avevano seguito la gara dal maxi schermo.

Ma il dramma vero si consuma fuori dal campo con la società che è allo sbando. La cessione ad “Aad Invest” si è rivelata un’illusione, il presidente Alaimo è sparito senza dimissioni ufficiali, e i debiti, già pari a 2,2 milioni, sono destinati a crescere. Con la perdita dello status professionistico, il club diventa poco appetibile per qualsiasi imprenditore. La retrocessione è lo specchio fedele di un’annata disastrosa costellata da problemi societari, penalizzazioni, una gestione tecnica confusa e una squadra costruita male e rattoppata in corsa. A nulla sono valsi gli sforzi di Gatto e dei suoi uomini per raddrizzare la barca nelle ultime giornate.

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