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Basket – Francesco Pianese sul tetto d’Europa con la Nazionale di Basket con sindrome di Down

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In finale annichilita la Turchia (48-8). Quarto titolo europeo consecutivo per la nostra Nazionale, che qualche ora prima aveva vinto gli Open battendo l’Argentina

Ferrara – L’Italia del basket con sindrome di Down scrive ancora una volta la storia. Alla Bondi Arena di Ferrara la Nazionale FISDIR ha dominato la finale del Campionato Europeo travolgendo la Turchia con un netto 48-8. Una vittoria che non è soltanto sportiva, ma simbolica, culturale, emotiva. È il quarto titolo europeo consecutivo per una squadra che, stagione dopo stagione, ha saputo costruire un’identità forte, riconoscibile, solida sotto il profilo tecnico e umanamente straordinaria.

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Il successo contro la Turchia, arrivato dopo un percorso impeccabile nel torneo, suggella un dominio che ormai non conosce rivali nel continente. Ma la giornata di gloria per l’Italia non si è fermata lì. Nelle ore precedenti alla finale, infatti, gli azzurri avevano già conquistato un altro prestigioso trofeo: il “Trofeo Open”, battendo l’Argentina con il punteggio di 39-18. Due finali, due vittorie. Due coppe alzate in poche ore, che testimoniano il valore assoluto di questo gruppo, capace di affrontare le sfide più impegnative con determinazione, qualità, consapevolezza.

Il commissario tecnico, Giuliano Bufacchi, ha voluto rimarcare con decisione la crescita del progetto tecnico: “Abbiamo la certezza ancora maggiore di essere la squadra più forte al mondo”, ha dichiarato a fine gara, con la voce spezzata dall’emozione ma anche dalla fierezza. Il commento di Bufacchi riflette una consapevolezza matura, nata da anni di lavoro, di allenamenti intensi, di strategia e inclusione. Non è solo una questione di vittorie, ma del modo in cui sono state costruite. Dietro il punteggio schiacciante di 48-8 contro la Turchia c’è molto più di una prestazione dominante, c’è un progetto sportivo che tratta i suoi atleti con la stessa serietà, lo stesso rigore e lo stesso entusiasmo riservato a qualsiasi selezione di alto livello. Lo dimostrano la preparazione atletica impeccabile, la lucidità tattica, l’attenzione ai dettagli. Lo dimostrano la coralità del gioco, la capacità di adattarsi all’avversario, il temperamento con cui la squadra ha reagito alla fatica del doppio impegno, in una giornata particolarmente calda e impegnativa.

Non è un caso se Bufacchi ha ammesso che il suo unico timore, alla vigilia della finale europea, era legato proprio alla condizione fisica della squadra. Giocare due gare in un solo giorno, peraltro con un’intensità elevata e sotto il sole di giugno, poteva rappresentare un ostacolo insidioso. Invece, l’Italia ha risposto nel modo più bello, con la grinta, la concentrazione e una prestazione che ha lasciato senza parole. Una squadra carica, lucida, mentalmente presente dal primo all’ultimo minuto, ha letteralmente annichilito l’avversario, imponendo un ritmo inaccessibile alla Turchia. Il percorso che ha portato a questo trionfo è fatto di nomi, di storie personali, di territori che si intrecciano che hanno portato in campo non solo talento e tecnica, ma anche uno spirito di squadra raro, un senso di appartenenza che si percepisce in ogni azione, in ogni passaggio, in ogni canestro. Non si vince per caso per quattro volte consecutive. E non si dominano avversari di livello mondiale senza un lavoro profondo, strutturato, portato avanti con amore e serietà.

Alla fine della giornata, con due trofei in bacheca e il sorriso stampato sui volti di giocatori e staff, resta l’immagine più bella, quella di una squadra che ha saputo unire l’Italia sotto una bandiera diversa, fatta di valori, inclusione e orgoglio. Nel palmarès della Nazionale FISDIR si aggiunge dunque un altro gioiello: il quarto titolo europeo, che va ad affiancarsi ai tre Mondiali già vinti e all’oro dei Trisome Games. Ma forse il successo più grande non sta nelle medaglie, nei trofei o nei numeri. Sta negli sguardi degli atleti, nell’abbraccio tra compagni dopo l’ultima sirena, nel sorriso fiero di chi sa di aver fatto qualcosa di importante. E soprattutto, nel messaggio potente che questa squadra continua a lanciare, dentro e fuori dal campo: lo sport, quello vero, appartiene a tutti.

GRAZIE FRANCESCO!!!!

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