Si contano febbrilmente le ore che ci separano dall’ “incontro” con il maestro di Milo, allo straordinario concerto “Voglio vederti danzare”, in programma il 30 luglio presso il Castello di Milazzo.

Dopo lo strepitoso successo della prima di dicembre a Roma e degli altri di Milano, Napoli, Genova e Catania, per citarne alcuni, sarà replicato in uno scenario da favola l’ “omaggio a Franco Battiato”, voluto dalla produttrice Gilda Petronelli di “Menti Associate”, per l’80° anniversario dalla sua nascita, e realizzato sotto la direzione artistica di Rossana Raguseo, in collaborazione con “Good Vibrations Entertainment” e “Arena Eventi”.
Un concerto nel quale la voce del messinese David Cuppari restituisce, con sensibilità, l’autentica più profonda anima dei capolavori di Battiato.
Con lui Giorgia Zaccagni, in Sicilia altre volte con il prestigioso gruppo Pink Floyd Legend, che per David “è una bellissima persona, bravissima cantante e una grande performer; insieme abbiamo avuto da subito un ottimo feeling sul palco, grazie al quale è stato possibile affinare sempre di più, di data in data, l’evolversi dello spettacolo”.
Ad accompagnarli l’affiatata talentosa band, composta da Simone Temporali alle tastiere, Antonello Pacioni e Leonardo Guelpa alle chitarre, Glauco Fantini al basso e cori, Mario Luciani alla batteria.
Mentre, gli archi dell’ “Ensemble Etna Contemporanea”, diretta dal M° Giovanni Cernicchiaro (che firma anche gli arrangiamenti insieme a Temporali), arricchisce il suono di profondità ed eleganza, estasiante nell’esecuzione del brano, che dà il titolo al concerto, sul quale si inserisce la suggestiva e spirituale danza sufi di Silvia Layla e Grazia Cernuto.
Ma chi sono i protagonisti e che rapporto hanno con il “personaggio principale” dello spettacolo?
Da una nostra intervista, è emerso un “innamoramento” generalizzato nei confronti dell’artista ed un tratto profondo e delicato – non poteva essere diversamente – della personalità di David Cuppari, che vogliamo raccontare.
David, dove si trova il coraggio e la sicurezza per interpretare Battiato?
“La commozione è sempre stata la nostra forza e questo fa sì che arrivi al pubblico la verità della nostra interpretazione. Nel mio lavoro, essere allo zenit emotivo è uno degli obiettivi principali; se mi emoziono io sono certo di emozionare gli altri. Tutto vibra quando si canta Battiato in questo modo; è un’esperienza ascetica che fa superare ogni esitazione”.
Cantare a Milazzo per un messinese ha lo stesso effetto che esibirsi a Roma o Milano? Sicuramente saranno tanti gli amici al Castello di Milazzo, pronto per questa nuova performance?
“Prontissimo, a Milazzo mi sento proprio a casa! Dopo tante date, ho interiorizzato bene lo show, ma gli amici presenti mi faranno emozionare lo stesso. Certo, a Catania, che è la casa di Battiato, ho toccato con mano il peso della sua grandezza. Mentre nelle grandi metropoli come Roma e Milano, così come in tutte le altre città, ho avuto un carico importante di responsabilità, per riuscire a fare un grande spettacolo, in grado di lasciare il pubblico entusiasta, vibrante, commosso, esaltato. Ma per Milazzo, devo dire, mi sento onorato e fortunato di poter cantare le opere di Franco Battiato, nella terra dove sono nato e cresciuto”.
Ma lei non è nato a Milazzo!
“Sì infatti, ma il sentimento è lo stesso, sono nella mia terra. In verità, sono nato e cresciuto a Itala Marina, su una spiaggia solitaria, con la musica di Battiato, che ascoltava continuamente mia mamma, insieme ad altra sempre di ottima qualità. E lui è fiorito dentro di me: ogni canzone mi riporta indietro da qualche parte nel mio tempo, racconta una finestra affacciata sul mio mare e sul mondo intero, che lo contiene”.
Insomma, cosa rappresenta per lei Battiato?
“Battiato è intoccabile ed io cerco solo di accarezzarlo, con più delicatezza e rispetto possibili, è molto difficile rimanere concentrati, vivere in modo intenso i suoi testi sul palco, scorgere l’emozione della gente che ascolta e non entrare troppo dentro quel vortice”.
Entusiasta del risultato del concerto la direttrice artistica Rossana Raguseo, che, in occasione della data catanese, ha voluto visitare a Milo la casa del maestro, insieme all’amica Petronelli.
Rossana, perché questo spettacolo? Quali le peculiarità?
“Voglio Vederti Danzare nasce dall’amore e passione per la musica e la filosofia di Franco Battiato. Ha la peculiarità di essere un concerto spettacolo che percorre 30 anni di storia del maestro Battiato, facendo entrare lo spettatore in un percorso esperienziale ricco di riflessione, emozione, canto e danza. Ci si introietta all’interno del proprio sè con il ‘Re del Mondo’, tanta emozione con ‘La Cura’, si canta con ‘Cuccuruccucu’ e ‘Bandiera Bianca’ e si balla tutti in piedi con ‘Voglio Vederti Danzare’ “.
Ha avuto la possibilità di conoscere personalmente Battiato e lui è venuto in contatto con protagonisti di questo concerto?
“No. Purtroppo non ho avuto la fortuna di conoscerlo, ma molti dei musicisti del concerto hanno collaborato con lui. Per quanto mi riguarda, posso dire di aver passato tutta la mia adolescenza, come David e Giorgia, in compagnia della sua musica: ‘Gli Uccelli’ il mio brano preferito, con il senso di leggerezza e volo che mi suscita e il derivante desiderio di libertà e trascendenza dei confini terreni”.
Nello Nicotra, contrabbassista dell’ “Ensemble Etna Contemporanea”, è uno di loro: “Ho conosciuto e collaborato con Franco Battiato – ha detto – in occasione di uno spettacolo in diretta RAI, con l’Orchestra del teatro Bellini. Nei giorni di preparazione sentivamo un tipo di concentrazione trascendente, dove la musica accadeva, un invito a farci attraversare dal suono. Questo, grazie a Franco, è stato motivo e inizio di una grande ricerca”.
A questo punto non rimane che dare uno sguardo al “dicono di noi”.
E qui si leggono recensioni entusiastiche con riferimento alle voci, musiche, scenografia e approccio.
Mentre un vecchio diffidente fan di “Zio Franco”, membro del news group “It.fan.musica.battiato”, è rimasto piacevolmente impressionato del concerto tenuto a Lecce.
Giuseppe Piccinno, autore insieme a Vincenzo La Monica, del romanzo “La scomparsa misteriosa e unica di Franco Battiato”, ne è uscito entusiasmato: “Qualcun altro suona ancora le tue canzoni. E a volte ci emoziona. Ed è in queste occasioni – ha detto nostalgico – che vale la pena venirti ancora a cercare! Sono stato a vedere ‘Voglio vederti danzare’ nella tappa di Lecce: l’impianto sonoro è obiettivamente sontuoso e l’apertura della serata è benedetta dall’ ‘Ombra della luce’, mentre in scena volteggiano due dervishes torneurs (due donne! diversamente dalla tradizione Sufi), con un effetto scenico potentissimo. Ed è già tutto ciò che serve affinché accada l’apertura di certe porte del cuore che si pensavano ormai sigillate. Tuttavia il concerto non imprigiona volontariamente lo spettatore nelle orbite gravitazionali delle sfere mistiche, dove si perderebbe volentieri. La magia di ‘Voglio vederti danzare’ sta essenzialmente nella leggerezza, anzi nell’allegrezza dell’incontro musicale, quasi come quella stessa che il Battiato della maturità prodigiosamente spargeva sulla platea festante, seduto calmo sul tappeto persiano dal quale osservava mondi e dimensioni da dieci passi di distanza. E quando il cuore sembrerebbe sazio di musica e canto, ritmi e danze, ricordi lontanissimi e assenze vicinissime, ecco il finale, ecco il medley de ‘La voce del padrone’. Ed è qui che la dolce malinconia dei ricordi trabocca nella sfrenatezza dell’antico rito di gioia: si va a ballare sotto al palco! E quando calerà il sipario su questo ‘omaggio’, non ci sarà il rischio di essere assaliti dalla tristezza, perché si potrà dire: Franco! C’eri pure tu, stasera!”.
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