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Tour de France 2025 – Thymen Arensman firma l’impresa a La Plagne

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Pogacar resiste, Vingegaard guadagna due secondi, Lipowitz blinda il podio. Roglic crolla e scivola all’ottavo posto

La Plagne – Thymen Arensman conquista in solitaria l’arrivo di La Plagne al termine di una frazione breve ma durissima, resa ancora più complicata dalla pioggia che ha flagellato la seconda parte di gara. L’olandese della Ineos Grenadiers ha saputo gestire al meglio gli attacchi, resistere alle alture e approfittare delle marcature tra i big per cogliere il suo primo successo in questa edizione della Grande Boucle. Ma la tappa alpina ha avuto anche un impatto pesantissimo sulla classifica generale, certificando il dominio di Tadej Pogačar e definendo il podio finale, a due giorni dall’arrivo a Parigi.

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La Maglia Gialla ha corso con intelligenza, protetta da una UAE Team Emirates XRG attenta e dominante. Pogacar ha seguito da vicino ogni accelerazione, ha risposto personalmente agli scatti di Arensman e Vingegaard e, pur non riuscendo a vincere la tappa, ha consolidato la sua posizione in vetta. L’unica, piccola ombra arriva dai due secondi guadagnati da Jonas Vingegaard nel finale, sufficienti solo a interrompere l’egemonia totale dello sloveno ma assolutamente ininfluenti ai fini della generale. Più significativi invece gli sviluppi dietro di loro, con Florian Lipowitz che consolida il terzo posto e completa un podio che ormai pare scolpito nella roccia. Il tedesco, in maglia Red Bull–Bora–Hansgrohe, è stato abile a inserirsi nel gruppetto dei migliori nel finale, resistendo alla selezione operata da Gall, Healy, Johannessen e Onley. Ha persino trovato l’energia per rilanciare nel finale, scrollandosi di dosso un Onley in calo e mettendo tra sé e gli altri rivali secondi preziosi per blindare il piazzamento e la Maglia Bianca. E mentre i giovani scalano la classifica, un veterano la vede crollare sotto i pedali: Primoz Roglic incappa in una giornata nera. Lo sloveno della Red Bull–Bora–Hansgrohe ci prova con coraggio sin dalle prime rampe, rilancia l’azione in discesa e cerca di sorprendere gli avversari. Ma la sua fiammata si spegne ai piedi dell’ultima salita, quando la UAE impone un ritmo insostenibile. Roglic si stacca, perde minuti su minuti, e scivola inesorabilmente fino all’ottavo posto. Una débâcle inattesa per chi, fino a ieri, ambiva ancora al podio. La corsa era iniziata a ritmo alto, complice il tentativo della Lidl–Trek di lanciare Jonathan Milan verso i punti del traguardo volante. L’italiano non ha trovato opposizione e ha consolidato la sua leadership nella classifica a punti, mentre alle sue spalle la corsa si incendiava presto con gli attacchi di Julian Alaphilippe e Michael Storer, seguiti da un folto gruppo di fuggitivi. Tra questi anche Arensman, Roglic e Lenny Martinez, in un drappello che ha dato vita a una serie di scatti e controscatti sulle prime salite. Dopo una lunga fase interlocutoria, si forma una fuga consistente con dentro nomi importanti: Sepp Kuss, Tobias Foss, William Barta, Einer Rubio, Valentin Paret-Peintre, e naturalmente Arensman e Roglic. Ma la coesione non dura e le azioni si susseguono, finché Arensman non emerge come l’uomo più brillante. Con una gestione attenta, si scrolla di dosso prima Martinez e Roglic, poi resiste al ritorno di Pogacar e Vingegaard che, nel frattempo, sono rimasti da soli davanti. Il finale è una corsa a tre, con Arensman davanti e la coppia Pogacar-Vingegaard alle calcagna. Ma la loro marcatura stretta, la riluttanza a collaborare e il ritmo altalenante finiscono per favorire proprio l’olandese, che rilancia più volte e riesce a mantenere una trentina di secondi di margine. Il suo forcing trova una parziale risposta solo sotto la flamme rouge, quando Vingegaard rompe gli indugi e supera per la prima volta Pogacar al traguardo. Ma è troppo tardi per colmare il divario, e Arensman può alzare le braccia al cielo con merito, cogliendo una vittoria tanto voluta quanto inattesa. Dietro, si rimescola il gruppo dei migliori. Felix Gall continua la sua risalita, lottando per la Top5 e imponendo un ritmo che stacca definitivamente Roglic. Ben Healy e Tobias Johannessen si confermano tra i più in forma, mentre Oscar Onley, dopo aver lavorato a lungo, cede negli ultimi chilometri e viene scavalcato anche da Lipowitz. Da segnalare anche il grande lavoro di Frank van den Broek, prezioso gregario di Onley che ha fatto da ponte per riportare il britannico sul gruppo dei leader. A due giorni da Parigi, la classifica generale prende dunque una forma definitiva. Tadej Pogacar è sempre più vicino al suo terzo Tour de France, Jonas Vingegaard lo segue da lontano e Florian Lipowitz può prepararsi a festeggiare il primo podio in carriera in un Grande Giro. Roglic invece dovrà accontentarsi di un ruolo da comprimario, mentre Arensman si gode la gloria di un giorno che non dimenticherà mai.

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