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Classica di Amburgo 2025 – Rory Townsend firma l’impresa con una fuga da 200 km e vittoria al fotofinish

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Amburgo – La Classica di Amburgo 2025 ha vissuto un pomeriggio che entrerà di diritto nella storia della corsa tedesca. A imporsi, contro ogni pronostico, è stato l’irlandese Rory Townsend, trentenne della Q36.5 Pro Cycling, protagonista assoluto di una fuga nata dopo pochi chilometri e portata a termine con straordinaria determinazione. Dopo quasi 200 km passati all’attacco, l’irlandese ha saputo resistere per un soffio al ritorno del gruppo, beffando i velocisti lanciati a tutta velocità negli ultimi metri.

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La corsa è partita come spesso accade ad Amburgo, con un’avanguardia formata da corridori di seconda linea pronti a sfruttare lo spazio lasciato dal gruppo. Dopo il via ufficiale, si sono mossi Dries De Pooter (Intermarché-Wanty), Johan Jacobs (Groupama-FDJ), Nelson Oliveira (Movistar) e lo stesso Townsend. Il loro margine è salito rapidamente, superando i tre minuti e toccando il massimo vantaggio di 5’25” attorno al km 80. Dietro, le squadre dei velocisti hanno preso in mano la situazione: UAE Team Emirates XRG, Alpecin-Deceuninck e Lidl-Trek hanno organizzato l’inseguimento, riducendo progressivamente il distacco nel primo dei cinque passaggi sullo strappo del Waseberg. Il circuito attorno ad Amburgo, con i suoi continui rilanci, ha cominciato a erodere le energie del gruppo. Al primo passaggio sul traguardo, il margine dei fuggitivi era tornato sopra i cinque minuti, ma la seconda tornata ha visto un nuovo sforzo degli inseguitori, capaci di riavvicinarsi a quattro minuti ai meno settanta dall’arrivo. Con il lavoro aggiuntivo di Soudal Quick-Step, Astana e Picnic PostNL, la velocità è aumentata sensibilmente. È stato il momento in cui la corsa ha perso un protagonista atteso. Jonathan Milan, designato come capitano della Lidl-Trek, ha ceduto improvvisamente sul terzo Waseberg, abbandonando i propri compagni senza la punta per la volata. La squadra tedesca non si è però arresa. Mathias Vacek ha provato a rimescolare le carte con un attacco deciso, portando via con sé Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility), Robert Stannard (Bahrain Victorious), Damien Touzé (Cofidis) e Toon Aerts (Lotto). Per alcuni chilometri l’azione ha preso corpo, ma il gruppo non ha lasciato spazio e il tentativo si è chiuso a 56 km dalla fine. In quel momento i battistrada conservavano ancora circa tre minuti, scesi poi a due durante il ritorno verso il circuito del Waseberg. La penultima scalata ha segnato il primo cedimento tra i fuggitivi. De Pooter, esausto, ha perso contatto, lasciando Townsend, Oliveira e Jacobs soli a gestire il margine. All’ultimo passaggio sul Waseberg, i tre hanno scollinato con appena trenta secondi sul gruppo, sempre più ridotto e animato da scatti e contro-scatti. Ancora una volta Vacek ha provato a sorprendere con un’accelerazione, riuscendo a scremare il drappello principale, ma la mancanza di collaborazione ha vanificato anche questa iniziativa. All’uscita dall’ultima difficoltà, i tre battistrada hanno potuto imboccare il tratto finale verso Amburgo con meno di venti secondi di vantaggio. Le squadre dei velocisti rimasti hanno provato a lanciare l’inseguimento, ma con pochi uomini disponibili e tante energie già spese, non sono riuscite a completare la rimonta. A 5 km dall’arrivo, il distacco era sceso a dieci secondi, restando immutato fino all’ingresso nell’ultimo chilometro. La volata finale è stata un vero esercizio di resistenza. Townsend, consapevole che il gruppo stava rinvenendo a doppia velocità, ha scelto di partire lungo a cinquecento metri dalla linea d’arrivo. Ha staccato Oliveira e Jacobs, presto inghiottiti dagli inseguitori, e ha dato fondo a tutte le energie rimaste. Dietro, Arnaud De Lie ha lanciato un ultimo sprint rabbioso, rimontando con potenza e trascinando con sé Paul Magnier. L’irlandese, però, ha trovato la forza di resistere sino all’ultimo metro, tagliando il traguardo con pochi metri di vantaggio sugli avversari.

Il successo di Townsend ha il sapore dell’impresa epica: una fuga di quasi 200 km trasformata in vittoria contro il pronostico e contro il gruppo dei velocisti, solitamente imbattibili sul traguardo di Amburgo.

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