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Esteri. Tra pranzi, tagli e cetrioli, Macron gioca le ultime carte per salvare Bayrou

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Pranzi e consultazioni non bastano più, un piano di bilancio da 44 miliardi rischia di affondare l’esecutivo. Parlamento pronto alla “ghigliottina” politica.

Mentre Emmanuel Macron cerca di divincolarsi assieme ai “volenterosi” nella politica internazionale, probabilmente per dimostrare la forza che non ha più all’interno del suo paese, la politica interna francese è in una fase di buio assoluto.

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Lo stesso Macron nelle ultime ore, organizza pranzi, cene e panini al kebab, facendo delle consultazioni con tutti i gruppi parlamentari, per cercare di mantenere saldo sulla poltrona il Primo Ministro François Bayrou. Sondando il terreno prima del voto, avrà ormai capito che il governo ha le ore contate, infatti la prossima settimana (8 settembre)si voterà la fiducia al governo, richiesta da Bayrou stesso e che molto probabilmente non passerà.

Non passerà perché sia da destra, sia da sinistra, passando per alcune zone del centro, compresi molti pezzi dell’attuale maggioranza, i parlamentari francesi hanno le scatole piene del Governo e a quanto pare anche del Presidente Macron.

Fulcro della fiducia e il discusso piano di bilancio 2026, per risanare i conti pubblici, con un taglio alle spese di circa 44 miliardi di euro. Bayrou “scientemente” ha chiesto la fiducia su questo provvedimento, pensando forse di riuscire a tirare fuori dal cilindro qualche coniglio, che a quanto pare si sta trasformando in cetriolo, a meno di clamorosi voltafaccia dell’ultimo minuto.

La situazione dell’ economia francese è tutt’altro che florida, debito pubblico al 114% del Pil e il deficit che si aggira attorno al 6%, con un buco nel sistema previdenziale di circa 400 miliardi.

Per quanto riguarda le posizioni dei partiti, il Rassamblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella non appoggeranno Bayrou, anzi hanno chiesto “uno scioglimento estremamente rapido” del Parlamento e probabilmente chiederanno anche le dimissioni di Macron.

Gli altri partiti , oltre al RN (primo gruppo parlamentare con 123 seggi su 577) che hanno già annunciato un voto contrario sono sinistra radicale La France insoumise (LFi), il Parti socialiste (PS) e altri partiti di sinistra che non hanno partecipato alle consultazioni.

Per quanto riguarda la coalizione centrista messa assieme da Macron, pare che si spacchi, infatti anche alcuni Républicains (Lr) neogollisti non appoggeranno il leader di Mouvement démocrate (MoDem) e la stessa cosa faranno i partecipanti al cartello elettorale di Macron Renaissance dove ci saranno defezioni, soprattutto da La République en marche (Lrem), Horizons e MoDem, nonché tra gli indipendenti del gruppo Libertés, indépendants outre-mer et territoires (Liot).

l’Assemblée nationale più balcanizzata della storia francese che riesce a “ghigliottinare” tre premier in un anno.

Caduto Bayrou, il Presidente Macron avrà tre opzioni, sciogliere il Parlamento, nominare l’ennesimo Premier senza maggioranza parlamentare e dimettersi, ma questa ultima opzione è stata già esclusa da Macron stesso per il bene della Francia (sic!).

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