La Francia brinda alla caduta di Bayrou ma il giorno dopo scende in piazza a protestare contro le scelte politiche di Macron.
Ovviamente non mancano i brindisi con i migliori champagne francesi da parte delle opposizioni, che di fatto sono la maggioranza dell’Assemblea Nazionale e probabilmente anche della popolazione, dopo la sfiducia al governo Bayrou. Infatti il governo Bayrou è stato sfiduciato dall’assemblea Nazionale francese con 394 voti (più delle previsioni) contro i 194 parlamentari che appoggiavano la politica economica lacrime e sangue del primo ministro francese.

La prima sfiducia per la V Repubblica francese, un avvenimento unico.
Ma delle scelte che il Presidente Macron poteva fare, si affida alla continuità con il governo precedente, infatti ieri 9 settembre, Emmanuel Macron ha nominato premier l’ex Ministro della difesa, Sébastien Lecornu, un nome che dice già tutto e che serve a trovare degli accordi con le forze politiche per garantire le politiche da portare avanti nella giungla in cui si trova l’Assemblea Nazionale, alla vigilia di una grande manifestazione di protesta antigovernativa organizzata per oggi 10 settembre sotto lo slogan “Blocchiamo tutto”.
Ma chi è Lecornu?
L’enfant prodige, 39 anni, ex Ministro della difesa con il governo di Bayrou, nato nei Repubblicani, ma passato sotto l’ala protettrice di Macron dal 2017 e questa data è sempre stato presente in tutti i governi.
Molto abile nei rapporti diplomatici tra i vari gruppi parlamentari, ma questa volta dovrebbe convincere l’Assemblea ad approvare la “legge di bilancio”, compito alquanto arduo, nonostante, come ha affermato Bayrou la crisi mette a rischio “il futuro stesso della Francia”.
Come facilmente intuibile, i partiti di opposizione hanno fortemente criticato la scelta di nominare un altro governo, che ricordiamo non ha bisogno del voto di fiducia del Parlamento, come avviene in Italia, ma si insedia ed eventualmente viene sfiduciato come è accaduto per Bayrou.
La destra del “Rassemblement national” di Marine Le Pen e Bardella e la sinistra radicale di “La France insoumise” hanno fortemente criticato la nuova nomina annunciando di ricorrere alla sfiducia se non avverrà una svolta politica, i tendendo probabilmente una dimissione del Presidente Macron con il successivo scioglimento del Parlamento.
“Il presidente si sta giocando l’ultima carta del macronismo”, ha ironizzato sui social Marine Le Pen, che chiedeva lo scioglimento del Parlamento.
Il leader della sinistra radicale, Jean-Luc Mélenchon, ha commentato “una triste commedia di disprezzo del parlamento”, tornando a chiedere “le dimissioni di Macron”.
Anche i socialisti, possibili interlocutori di Lecornu e Macron, hanno accusato il Presidente di essersi assunto “il rischio della rabbia sociale e del blocco istituzionale”.
Vedremo se Lecornu sarà in grado di inventarsi qualcosa, ma nel frattempo la popolazione protesta con una mobilitazione antigovernativa che ha portato a circa 200 arresti in tutto il paese e soprattutto nella capitale. Protesta nata sui social sotto il nome di “Blocchiamo tutto”.



