Striscioni e passione alla vigilia del derby
Milazzo – Milazzo e Igea si preparano a vivere una domenica dal sapore speciale. Al “Marco Salmeri” andrà in scena uno dei derby più sentiti del calcio dilettantistico siciliano, una sfida che da sola basta a mobilitare città, quartieri e generazioni di tifosi. L’attesa è già febbrile e, come spesso accade, non sono solo i numeri del campo a dettare il ritmo della vigilia, ma le voci e i colori delle curve.

Da Barcellona Pozzo di Gotto arriva il messaggio diretto e senza filtri del gruppo “Igeani Club Vecchia Guardia”, che richiama con forza la storica rivalità con Milazzo: “Da sempre a Milazzo giochiamo in casa” si legge nel comunicato, una frase che suona come rivendicazione e al tempo stesso come sfida. Gli igeani denunciano le “solite inutili restrizioni” legate alla trasferta, con soli 100 biglietti a disposizione, ma promettono comunque di far sentire la loro voce. Il finale è un grido di battaglia che racchiude orgoglio e appartenenza: “Vamos Igeani sosteniamola!!! Fino all’ultimo respiro!!! Oltre il novantesimo!!! Oltre il risultato!!!”
All’ombra del Capo, Milazzo non resta a guardare. Nella notte le vie principali della città si sono colorate di striscioni e messaggi firmati dal gruppo “Passione e Fedeltà”. Piazza Roma, Piano Baele, San Papino, l’area portuale e perfino l’esterno del Municipio sono stati tappezzati da inviti a stringersi intorno alla squadra. Il leitmotiv è chiaro: “Tutti allo stadio”. Per i sostenitori rossoblù il derby non è solo una partita, ma un appuntamento identitario, da vivere come comunità: “Un derby da onorare” è lo slogan che accompagna l’appello a riempire il “Salmeri”.
Due città, due cuori, due modi diversi di raccontare la stessa attesa. Da un lato la spinta orgogliosa degli igeani, che non vogliono sentirsi ospiti, dall’altro la chiamata corale di Milazzo, che rivendica il ruolo di padrona di casa. Sullo sfondo, una rivalità antica che continua ad accendere la passione di migliaia di tifosi.
Domenica pomeriggio, quando l’arbitro darà il fischio d’inizio, non ci sarà spazio per proclami e striscioni: parlerà il campo. Ma il derby, ancora una volta, avrà già scritto il suo copione emotivo molto prima del novantesimo.
