Madrid – Un finale che nessuno si sarebbe mai aspettato. La Vuelta a España 2025 si chiude nel caos e nelle proteste, con l’ultima tappa di Madrid cancellata e la cerimonia di premiazione annullata.

A 58 km dal traguardo , l’ingresso di un gruppo di manifestanti sul percorso ha costretto il plotone a fermarsi. La corsa, inizialmente neutralizzata per poche centinaia di metri, è stata poi definitivamente sospesa. Il circuito conclusivo disegnato nel cuore della capitale spagnola, con arrivo previsto a Plaza de Cibeles, era ormai impraticabile per le condizioni di sicurezza. Alcune strade erano state invase dai manifestanti, che hanno accolto con applausi e cori la notizia dell’annullamento. I corridori, colti di sorpresa, hanno abbandonato la strada per raggiungere i bus delle rispettive squadre. In quel momento il gruppo era ancora compatto, senza episodi rilevanti dal punto di vista sportivo: nessuna fuga, nessun attacco, nessun accenno di sprint. La sensazione diffusa, tra atleti e addetti ai lavori, è stata di grande amarezza per una festa che si è trasformata in un epilogo amaro. L’organizzazione ha confermato subito dopo che non si sarebbe svolta neppure la tradizionale cerimonia di premiazione, prevista sul palco di Plaza de Cibeles. I grandi protagonisti di questa edizione non hanno così potuto vivere il loro momento di gloria davanti al pubblico. Tra delusione e incredulità, il gruppo ha però reagito con uno spirito diverso: improvvisando una sorta di “premiazione privata” nel parcheggio di un hotel di Madrid. In un clima informale e frugale, senza palco né trofei ufficiali, i corridori hanno comunque celebrato i vincitori, scambiandosi applausi e abbracci. Un gesto simbolico che ha mostrato la compattezza del gruppo e il rispetto reciproco, trasformando un finale mancato in una scena di grande umanità sportiva.
La Vuelta 2025 passerà alla storia non solo per le imprese vissute sulle montagne e nelle cronometro, ma anche per questo epilogo surreale, con un ultimo atto cancellato e un podio ricostruito tra bus e parcheggi. Una pagina amara e allo stesso tempo unica del ciclismo moderno.
