La Commissione parlamentare per il contrasto agli svantaggi derivanti dall’insularità invita il Ministro Nordio ad intervenire: “Servono risorse straordinarie per garantire legalità e sviluppo”
Messina – Con l’avvio dei lavori del Ponte sullo Stretto, cresce l’attenzione sulla tenuta del sistema giudiziario e investigativo in riva allo Stretto. A lanciare l’allarme è la Commissione parlamentare per il contrasto agli svantaggi derivanti dall’insularità, che ha inviato una lettera al Ministro della Giustizia Carlo Nordio per chiedere un immediato rafforzamento della Procura della Repubblica di Messina, dei Tribunali e delle forze dell’ordine del distretto.

“È assolutamente improrogabile – si legge nella missiva – il potenziamento degli organici della Procura e degli uffici giudiziari. L’avvio di un’opera di portata storica come il Ponte sullo Stretto determinerà un massiccio afflusso di investimenti e, inevitabilmente, esporrà il territorio al rischio di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata e a fenomeni corruttivi”.

Secondo la Commissione, il pericolo non riguarda soltanto appalti e subappalti, ma anche l’alterazione del tessuto economico e sociale, con conseguenze dirette sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni. “Un organico insufficiente – sottolinea – non solo ritarda le indagini, ma compromette la tempestività e l’efficacia dell’azione di contrasto, lasciando spazio a una criminalità che si muove in modo rapido e sofisticato”.
La richiesta al Guardasigilli è chiara: prevedere un intervento straordinario di rafforzamento delle risorse umane e strumentali per gli uffici giudiziari e le forze di polizia del distretto, così da mettere lo Stato nelle condizioni di fronteggiare efficacemente le sfide legate alla più grande opera infrastrutturale del Paese.
Il Ponte sullo Stretto, ricorda la Commissione, rappresenta una grande occasione di crescita per il Mezzogiorno, ma per diventare davvero motore di sviluppo e lavoro deve poggiare su basi solide di legalità e trasparenza. “Il potenziamento dei presidi di giustizia – conclude la lettera – non è una spesa, ma un investimento strategico per garantire che questa opportunità non si trasformi in terreno fertile per illeciti arricchimenti”.
