Kingali – Il Rwanda è pronto a diventare il cuore del ciclismo mondiale. Dal 21 al 28 settembre, Kigali ospiterà per la prima volta nella storia i Campionati del Mondo, una rassegna che mette in palio tredici titoli iridati tra cronometro e prove in linea, per tutte le categorie maschili e femminili, dagli élite fino agli juniores. Una settimana intensa, che porterà sulle strade africane i migliori interpreti del panorama internazionale, con l’Italia decisa a giocare le proprie carte in un contesto tanto affascinante quanto impegnativo. Il programma scatterà domenica 21 settembre con le cronometro individuali élite. Le donne apriranno la mattinata, seguite nel pomeriggio dagli uomini, in una giornata che stabilirà i primi verdetti e che già metterà a confronto le ruote veloci e le capacità di gestione degli specialisti contro il tempo. Nei due giorni successivi toccherà ai giovani, con le prove riservate a under-23 e juniores, mentre mercoledì 24 settembre arriverà il momento della CronoStaffetta Mista, appuntamento ormai consolidato che rappresenta il vero giro di boa della manifestazione. La seconda parte della settimana sarà invece dedicata alle prove in linea: giovedì apriranno le donne under-23, venerdì spazio agli juniores e agli uomini under-23, sabato riflettori sulle donne, con prima le juniores e poi le élite, mentre la chiusura sarà domenica 28 settembre con la gara regina, la prova in linea maschile élite, che come sempre sarà il culmine dell’intera rassegna iridata. L’edizione 2025 avrà anche un significato particolare sul fronte della sicurezza. Per la prima volta tutti i corridori saranno dotati di un segnalatore GPS installato sotto la sella, un dispositivo che consentirà all’UCI di monitorare in tempo reale la posizione di ogni atleta. Una decisione presa a un anno dalla tragedia di Zurigo, quando la giovane svizzera Muriel Furrer perse la vita dopo una caduta in gara, rimasta a lungo senza soccorsi. Il presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale, David Lappartient, ha definito l’introduzione del GPS «un progresso importante e necessario», spiegando come questa innovazione permetterà di riscontrare immediatamente qualsiasi incidente e di attivare con rapidità medici e servizi di sicurezza già presenti al seguito delle corse. Il sistema era stato testato al Giro di Romandia Donne, non senza polemiche, ma ora diventa obbligatorio in un Mondiale che vuole anche essere simbolo di tutela per gli atleti.

Sul fronte sportivo, l’Italia si presenta a Kigali con il contingente massimo possibile, una scelta che conferma la volontà della Federazione di recitare un ruolo da protagonista. In campo maschile, le speranze maggiori sono riposte in Giulio Ciccone, reduce da una Vuelta a España che ne ha confermato la solidità e l’ambizione, e in Giulio Pellizzari, la rivelazione dell’anno che si è guadagnato sul campo la leadership accanto al compagno più esperto. Attorno a loro, una squadra equilibrata e capace di interpretare le diverse fasi di corsa, composta da uomini come Andrea Bagioli, Mattia Cattaneo, Lorenzo Fortunato, Marco Frigo, Fausto Masnada e Matteo Sobrero. Proprio Cattaneo e Sobrero, oltre a svolgere il ruolo di gregari di lusso nella prova in linea, saranno impegnati anche nella cronometro e nella CronoStaffetta Mista, segno della loro versatilità e affidabilità. Nel settore femminile, le attenzioni sono puntate su Elisa Longo Borghini, veterana della Nazionale azzurra e già tre volte di bronzo nelle rassegne iridate. La piemontese sarà affiancata da una squadra solida e varia, che unisce esperienza e freschezza come Monica Trinca Colonel, atleta in continua crescita e capace di mettersi in evidenza anche contro il tempo, Soraya Paladin, Silvia Persico, Francesca Barale, Eleonora Camilla Gasparrini e Barbara Malcotti. Una formazione che, almeno sulla carta, offre diverse soluzioni tattiche, dalla fuga di lontano alla gestione di un finale più esplosivo. Anche in questo caso, Paladin e Trinca Colonel saranno protagoniste non solo nella prova in linea ma anche nella cronometro individuale e nella staffetta mista, insieme a Federica Venturelli, talento emergente del ciclismo italiano che rappresenta il futuro soprattutto nelle prove contro il tempo. Non mancheranno poi le giovani promesse. Tra gli under-23 uomini l’Italia punterà su Simone Gualdi e Pietro Mattio, mentre in campo femminile spicca la presenza di Eleonora Ciabocco, altra pedina importante per costruire continuità nel movimento. Tra gli juniores, occhi puntati su Roberto Capello e Giacomo Rosato tra i ragazzi e su Giada Silo, Chantal Pegolo ed Elena De Laurentiis tra le ragazze, segno di un ricambio generazionale che sta già bussando con forza alla porta dell’élite.
La rassegna iridata di Kigali rappresenta un passaggio storico non solo per l’Italia ma per l’intero ciclismo. È la prima volta che i Mondiali si svolgono in Africa, un traguardo che va oltre l’aspetto sportivo e assume un valore simbolico e cioè portare il ciclismo mondiale in un continente che negli ultimi anni ha visto crescere il proprio movimento, sia con l’organizzazione di corse di alto livello, sia con la comparsa di corridori in grado di farsi spazio nelle grandi competizioni internazionali. Kigali si prepara così ad accogliere atleti, tecnici, tifosi e media da ogni parte del mondo, trasformandosi in palcoscenico globale per una settimana che resterà nella storia dello sport. Per l’Italia, la missione è chiara: provare a salire ancora una volta sul podio iridato, magari conquistando quel titolo che manca dal 2008, quando Alessandro Ballan trionfò a Varese. Le ambizioni ci sono, la squadra è solida e il contesto è affascinante. Ora la parola passerà alla strada, giudice supremo in grado di confermare i pronostici o di ribaltare tutto, come spesso accade nelle grandi giornate di ciclismo.
