“In data 24/7/2025, l’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente ha denunciato alla Magistratura ed agli Organi competenti la demolizione del tratto superstite della Cinta muraria appaltata dalla Città di Milazzo nel 1622 su impulso dell’allora viceré del Regno di Sicilia Emanuele Filiberto di Savoia, la cinta muraria chiudeva e proteggeva dagli attacchi nemici il versante di Ponente della Città, percorrendo via XX Settembre e giungendo sino a piazza Nastasi. Venne chiamata Cinta Emanuela in omaggio al viceré. Sono state inviate agli Organi competenti le foto allegate in cui si dimostra che la demolizione è stata un atto deliberato ad opera dei mezzi meccanici della ditta che sta costruendo un parcheggio multipiano”.

Così scrive in un documento il sodalizio guidato dal medico ambientalista Peppe Falliti. “L’amministrazione milazzese non ha fermato i lavori nonostante il danno gravissimo al bene monumentale unico al mondo, lasciando continuare i lavori per la costruzione del parcheggio. Il Ministero della Cultura, informato dei fatti, ha dichiarato che l’Organo competente è l’assessorato BB.CC. della Regione Sicilia, l’Assessorato Territorio ed Ambiente (Dirigente Servizio 5 – Arch. Donatello Messina) e il Dirigente Generale del Dipartimento regionale dei BB.CC. e dell’identità siciliana (dott. Gilberto Marchese Ragona) hanno sollecitato per ben tre volte il Comune di Milazzo e la Soprintendenza a trasmettere un “rapporto dettagliato in merito a quanto denunciato”- continua la nota – Poiché non esiste alcuna autorizzazione alla distruzione del bene monumentale unico al mondo, poiché i vari funzionari si rimbalzano tra di loro lettere e note senza alcun provvedimento di salvaguardia, tutela e repressione del gravo danno denunciato con violazione dei vincoli esistenti, visto che è ststatai rrimediabilmente distrutta una parte della Cittadella fortificata di Milazzo in violazione del D.Lv. 490/99 ed ai sensi prevalenti degli Artt. 518, 639, 733 e 734 del C.P. tra la completa indifferenza (con il rischio che si tratti di complicità di una filiera politico-.amministrativa) degli Organi competenti, l’Associazione denuncia pubblicamente il “delitto culturale” perché la comunità culturale nazionale ed internazionale e gli Organi competenti (compresa la Magistratura) pongano fine a questo delitto senza precedenti!”.
“Milazzo, la Sicilia e l’Italia intera non meritano che secoli di storia possano essere cancellati con questi atti vandalici in barba alle Leggi vigenti, nel rispetto della Cultura millenaria che contraddistingue la Nazione intera”, conclude.
