Recensioni al primo ascolto, se serve pure al secondo e al terzo.

Per me oggi è difficilissimo trovare qualcosa di cui scrivere, la scelta dei nuovi dischi da ascoltare è immensa e visto il tenore della roba che gira è un po’ come rovistare nell’immondizia sperando di trovare qualcosa di buono. Di solito è dettata dalla viralità social, vedi i Velvet Sundown, da incidenti di percorso (live, sottofondi nei locali), dalla consultazione della classifiche di riviste blasonate e non o dalle discussioni con amici o vicini di ombrellone. Così, mentre scorrevo distrattamente le classifiche di una blasonata rivista musicale, capace di parlare con lo stesso entusiasmo dell’ultimo di MisterMax e di The Wall, mi imbatto in questo strano album, colpito dal nome della band e dal titolo. Una volta mi sarei dovuto sbattere per riuscire ad ascoltarlo cominciando il pellegrinaggio tra negozi, scambio di cassette tra amici, ordini su vecchi meravigliosi cataloghi tipo i Magazzini Nannucci oppure oscuri cataloghi fermo posta passati di mani in mano, danze della pioggia, riti di evocazione ed esorcizzazione o il caro vecchio torrent. Oggi è molto più facile, basta un clik, youtube e spotify riescono a coprire il 99% delle tue ricerche e non rischi di commettere neanche un illecito. Benvenuti nel magnifico mondo della musica legalmente gratis, che alla fine tanto magnifico non è, dove la gratuità è tutta a discapito della qualità della musica e della crescita degli artisti!
Dei Neoprimitivi si sa ben poco, neoband romana di sei elementi, sette con il vento a favore, sotto l’etichetta della 42 Records (quella di Colapesce e Di Martino, i cani e altre storie).
Orgia Mistero è un gustoso LP di 4 brani per un totale di circa 40 minuti con due bei pezzoni lunghi. Il disco si apre con “Sul globo d’argento”, suite di 20 minuti pensata come sonorizzazione dell’omonimo film del 1987 di Andrzej Żuławski, pippone polacco di 166 minuti che non ho visto ma che dalla trama sembra una versione fantascientifica della fantozziana Corazzata Potëmkin. Bel pezzo, suono gustoso, psichedelico, condito con divagazioni spaziali. Segue “Artificiali” dal tiro più disco e radiofonico. “La teiera nera” è un interessante omaggio ai Gong ai loro gnomi e alle loro teiere volanti. Il tutto si chiude con “Natulrich” lungo escursus di 10 minuti fatto di atmosfere sospese e dilatate dal sapore cinematico, feedback perenni, basso ostinato, piano paranoico. Ed improvvisamente è già finito tutto! (
Per me un buon lavoro, suoni molto curati, registrazione impeccabile, per gli amanti del genere è un disco che respira, una rivisitazione moderna delle ambientazioni lisergiche degli anni 70, non mi resta che aspettare il prossimo loro lavoro.
Consigliato, mi ripeto, per gli amanti del genere.
Nel frattempo, se abbiamo un po’ di curiosità potremmo decidere di andarli a vedere dal vivo nelle rassegne e nei festival più intraprendenti nella scelta degli artisti per osservarli mentre affilano il loro suono e le loro asce.
(TadDJ)
