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FRODE EUROPEA per rinnovare un capannone a Montalbano: TUTTI ASSOLTI 

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Con la formula “perché il fatto non sussiste” tutti assolti. Così la sentenza del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto che ha dato la parola fine al processo nato dall’operazione “Malaffare” che nell’ottobre 2020 coinvolgeva otto denunciati per truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, autoriciclaggio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Il Tribunale ha disposto il sequestro di beni e denaro per un valore di oltre 1,2 milioni di euro.

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Il pm Francesco Cannavò aveva chiesto un anno e quattro mesi per Salvatore La Fauci, Davide Gembillo, Cono Nunzio Gembillo, Giovanni Arlotta, due anni e 4 mesi per Antonino Tomeo e Giuseppe Miragliotta e due anni e dieci mesi per Franco Fiore.

La giudice Anna Elisa Murabito ha fatto proprie le motivazioni della difesa e assolto con formula piena disponendo anche il dissequestro dei beni . Il caso riguarda fondi destinati all’ammodernamento di un capannone aziendale, ubicato nell’area dei Nebrodi, precisamente nel territorio di Montalbano Elicona, rispetto al quale, secondo l’accusa erano state ottenute indebitamente importanti risorse finanziarie pubbliche. Gli investigatori economico-finanziari della Tenenza della Guardia di Finanza di Patti, sostenevano che le fatture presentate all’Ispettorato dell’Agricoltura di Messina ed all’Agea risultavano, in realtà, emesse da fornitori compiacenti, per importi “gonfiati”, ovvero per costi in realtà mai sostenuti o sostenuti solo in parte. Sul punto, le Fiamme Gialle pattesi, all’esito di un articolato percorso ricostruttivo, giungevano ad individuare anche una società cosiddetta “cartiera”, con sede legale in Albania, del tutto priva di personale dipendente e di struttura operativa.

Nell’inchiesta è emerso il significativo contributo di alcuni professionisti locali per realizzare il raggiro. In particolare un ingegnere e un geometra che, nella loro qualità di direttore dei lavori, avrebbero compilato, in modo artificioso, i rendiconti finanziari ed economici presentati all’Ispettorato dell’Agricoltura di Messina, utilizzando fatture gonfiate, al fine di giustificare la richiesta di finanziamento presentata, ovvero precostituire false prove documentali in ipotesi di successivi controlli.

Impegnati nel procedimento i legali del Collegio difensivo Sebastiano Campanella, Nicola Verderico, Rosa Ventura e Maurizio Cacace.

(Giovanni Luca Perrone)

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