Il Tribunale di Barcellona condanna una madre e il figlio per le azioni intimidatorie a un insegnante di un istituto superiore di Barcellona. I fatti risalgono al giugno 2022 quando un fine anno scolastico si è trasformato per il docente in un incubo fatto di telefonate ossessive, messaggi minacciosi e insulti ricevuti persino in vacanza a Tonnarella davanti a tante persone. Nel mirino di una madre e di suo figlio maggiore, finiti a processo, il prof ritenuto colpevole della bocciatura della figlia minore alla classe successiva, la quarta di un istituto superiore barcellonese. Da qui i due cominciano a tempestare il docente di telefonate minatorie. In una sola occasione, il colloquio dura oltre 26 minuti con il tentativo assillante di convincerlo a far cambiare idea al Consiglio di classe di cui il prof era il coordinatore. Poi una serie di messaggi con lo stesso leit motiv: “Grazie per il bellissimo regalo a mia figlia, le sarò riconoscente a vita, grazie ancora per aver illuso la sua preferita” per poi alzare i toni fino a “Infame, persona senza dignità… lei pagherà per tutto il male commesso”. Il giudice Anna Elisa Murabito ha assolto la madre dall’accusa di molestie ma è stata riconosciuta colpevole di minacce, condannandola a una multa di 300 euro, pena sospesa.

Il figlio assolto dalle minacce ma condannato a 200 euro di ammenda per molestie, pena sospesa.
Entrambi, difesi dall’avvocato Massimo Alosi, dovranno risarcire il prof, parte civile con il legale Pinuccio Calabrò, con 700 euro, oltre alla rivalutazione monetaria e interessi legali, a rifondere le spese legali di 1.800 euro. Si tratta dell’ennesimo caso avvenuto in Italia, dove più volte si erano accesi i fari sul fenomeno nonostante i continui richiami del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e dei sindacati di categoria.
(Giovanni Luca Perrone)
