Piano spiagge, dopo la pronuncia del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana, che ha annullato la procedura di approvazione introdotta dall’Assessorato regionale al Territorio, è fondamentale stabilire le certezze. Infatti se lo stop praticamente modifica l’iter procedurale delle pratiche in atto, non c’è alcun riferimento alla situazione di quei Comuni, pochissimi tra cui Milazzo, praticamente il primo e unico tra quelli con popolazione superiore a 30 mila abitanti, che hanno il Pudm regolarmente approvato e quindi operativo. È necessario pertanto che dalla Regione si faccia chiarezza specificando se gli effetti della pronuncia del Cga valgono solo d’ora in avanti e non per quanto si è consolidato. C’è però chi sostiene che attribuendo ai Consigli comunali la competenza per tutta la pianificazione urbanistica , questo stepsia comunque necessario.
«La vicenda, ben oltre il tecnicismo giuridico, assume un peso rilevante – affermano in una nota i consiglieri di minoranza Lorenzo Italiano, Giuseppe Crisafulli e Alessio Andaloro -. I Pudm sono strumenti centrali nella pianificazione del demanio marittimo: incidono sulle concessioni balneari, sulla gestione delle spiagge, sull’equilibrio tra sviluppo turistico, la tutela ambientale e gli interessi delle comunità locali. La decisione del Cga riafferma che la pianificazione urbanistica non può essere piegata ad atti amministrativi contingenti, ma deve rispettare il quadro normativo e i principi democratici. Si deve prendere atto che la Giunta è un organo esecutivo e non può sostituirsi al Consiglio comunale, che è la massima espressione della volontà popolare.
Si è voluto fare una forzatura politica gestionale – spiegano in esclusiva a Sicilia Tabloid i tre esponenti dell’opposizione- trasferendo le competenze alla Giunta comunale. Abbiamo registrato da parte del Dirigente dell’ufficio tecnico la bocciatura delle osservazioni presentate dai cittadini sulla destinazione e scelte operate dalla Giunta, dando un cattivo esempio e segnale come se tutto a priori era già stabilito, quindi, qualunque rilievo presentato non ha trovato appello alla decisione già presa. Tutto definito secondo una miope prepotenza e imposizione portando avanti solo ed esclusivamente ciò che l’indirizzo politico dettava. Tutto ciò infischiandosi degli effetti negativi che ricadono su tutte le attività ricettive. Sordi alle esigenze degli imprenditori,
sordi alle rimostranze dell’associazione dei pescatori della baia del Tono, sordi alle lamentele della gente del Tono per il rilascio di altre quattro concessioni facendo aumentare il caos dei veicoli. Insomma le imposizioni poste da Midili e da Romagnolo sono uguali a quelle del Marchese del Grillo…io sono io e voi ….».
Al Municipio comunque si spera che si trovi una soluzione prima possibile anche per evitare paralisi all’apparato burocratico chiamato ad esprimersi sulle richieste di nuove concessioni demaniali marittime per l’esercizio di attività turistico-ricettive. In questo momento quelle presentate sono al palo.
Ma c’è anche la pianificazione da portare avanti, visto che sia per la riviera di Ponente che per quella di Levante, al di là delle concessione in atto (che scadranno nel 2027) il Comune ha previsto nel Pudm degli interventi con il progetto di riqualificazione della litoranea Tono- ex camping Sayonara, mentre nella baia di Levante c’è il progetto del porticciolo turistico nello specchio acqueo compreso tra il molo Marullo e l’area antistante la chiesa di San Giacomo da avviare.
La parola d’ordine, ora, è una sola dopo il colpo durissimo: maggiore trasparenza e centralità del dibattito democratico nelle decisioni che riguardano il mare e le coste siciliane.
(Giovanni Luca Perrone)
